II del tempo ordinario B

14 gennaio 2018

Colpisce sempre l’insistenza di Dio nei confronti di Samuele. Egli infatti lo chiama non per una, non per due, bensì per tre volte. Non molla la presa Dio e continua a insistere fino a quando il bambino non comprende che Dio lo sta chiamando per essere suo profeta, annunciatore della sua parola, portatore del suo messaggio. Non lo chiama da adulto, ma da ragazzo, proprio quando il cuore è ancora tenero, capace di accogliere la voce di Dio, diversamente dalla chiamata dei primi apostoli o di altri profeti che avverrà in età matura. E proprio la giovane età di Samuele deve interpellarci. Dio non chiama un bambino perché sa di vincere contro un fanciullo indifeso e ancora non pienamente consapevole di ciò che lo aspetta; Dio chiama un bambino, perché occorre avere il cuore semplice di un bambino per poter accogliere la chiamata di Dio. La vicenda della vocazione di Samuele ci mostra infatti come Dio non vuole subito svelare la sua identità chiamandolo una volta per tutte e scuotendo il ragazzino; Dio sembra aver pazienza in quella notte, la pazienza di vedere rivelato il suo mistero proprio da un adulto, il vecchio sacerdote Eli. Come non lasciarci scuotere da questa storia bellissima della chiamata del piccolo Samuele. Genitori, sveglia! Dio ci sta dicendo che per udire e comprendere la sua chiamata non bisogna aspettare la soglia della morte, ma occorre necessariamente un cuore giovane, un cuore bambino, un cuore semplice come quello dei bambini non ancora contaminato dalle cose dei grandi e dalla malizia dei perversi. Dio ci sta dicendo che per far comprendere il magnifico disegno che lui ha su ciascuno non bisogna aspettare apparizioni o segni strepitosi dal cielo, ma serve solo un buon adulto che sappia aiutare il ragazzo a comprendere la chiamata del Signore, servono genitori maturi nella fede e non di quelli che sbavano dietro ai loro figli facendo la loro volontà, senza nemmeno sapere cosa desiderano dalla vita; servono nonni, come l’anziano Eli, che indichino la presenza di Dio nella vita del ragazzo e lo indirizzino a rispondere alla chiamata del Signore con prontezza e disponibilità. Allora avremo ragazzi forti come Samuele, capaci di rispondere al Signore senza paura e senza nascondersi, capaci di guardare al futuro con prontezza e con la voglia di giocarsi la vita al meglio e non al peggio come purtroppo sta avvenendo nel nostro paese. Genitori, sveglia! Piantiamola di aver paura di Dio, piantiamola di farci solo gli affari nostri tenendo Dio fuori dalla nostra vita, ricordandoci di Dio giusto quando abbiamo problemi, magari coi figli stessi che non abbiamo voluto educare alla fede, ma alla troppa libertà! Dobbiamo riscoprire il coraggio di Giovanni Battista, che pur avendo solo due discepoli non li ha trattenuti per sé, ma ha indicato loro l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, ha indicato loro il centro della storia, ha indicato loro la Via da seguire, la Verità che davvero rendere liberi da ogni zavorra e da ogni compromesso, la Vita che riempie di ogni gioia. Non si è tirato indietro il Battista dal fare ciò che ogni genitore ed educatore, ogni arbitro e allenatore, ogni catechista e insegnante, ogni zio e ogni nonno deve fare: ha saputo indicare chi la nostra vita deve veramente seguire! Genitori ed educatori, sveglia! Non possiamo permettere a questo mondo invaso e infettato da tanta indifferenza verso il Signore di attaccarci come l’influenza di questi giorni. Sveglia! Perché il mondo non ci mette davanti nessuna prospettiva di realizzazione, ma solo Dio la semina nel nostro cuore chiamandoci a compiere la sua volontà, che è una volontà di bene. E tu ragazzo, adolescente e giovane: piantala di seguire la massa come fosse l’originalità che vuoi dalla tua vita. Piantala di voler essere originale e poi ti ritrovi ad essere la fotocopia di tutti gli altri, dei più bulli, che sono i più fragili, dei più arroganti, che poi al primo inghippo se la fanno sotto, dei più prepotenti che alle prime difficoltà soccombono perché non vogliono chiedere aiuto pur di far vedere che sono forti. Piantatela di lasciar fuori dalla vostra vita Dio, perché sarà proprio Dio ad essere l’ancora della vostra salvezza domani, perché quando affonderete nel nulla solo a Dio saprete rivolgervi. E non succeda che sia impegnato in altro, altrimenti gli abissi faranno festa! Trovate in Dio la forza del vostro futuro, lasciatevi andare alla sua volontà come Samuele, seguitelo come i primi discepoli, andate dai vostri amici e coinvolgeteli in qualcosa di grande nella comunità, nell’oratorio, nella società, come quei primi discepoli andarono a chiamarne altri e poi altri e altri ancora. Giocatevi la vita al meglio anche se Dio non si accontenta del poco o niente, anche se impegnarsi richiede sacrificio e costanza. Ma impegnatevi, perché le soddisfazioni saranno molto, ma molto più grandi di quanto pensate. Fidatevi, come si sono fidati quei due che, dando retta a Giovanni Battista, hanno subito seguito il vero Maestro, Gesù Cristo nostro Signore. Amen.