VI del tempo ordinario A

12 febbraio 2023

 

Dio, creando l’uomo, lo ha lasciato libero, libero di agire, libero di pensare, libero di parlare, libero di fare scelte. Noi siamo liberi di agire, di pensare, di parlare, di fare scelte. Lo squallido scenario che abbiamo visto sulla televisione nelle scorse sere, attraverso quello che era nato come festival della canzone italiana ed è diventato un palco dove i più banali progressisti hanno fatto la fila per alternarsi a fare la morale al pubblico, vivendo per primi assai lontani da quanto hanno proclamato, ci dice come nella società di oggi si voglia proclamare la libertà del fai da te, del fare ciò che più ci appaga, di trattare persone e cose a nostro piacimento, comportandosi come bambini capricciosi e rovinando il lavoro di altri ben coscienti di essere modelli di vita vissuta, soprattutto per i ragazzetti che non hanno ancora la capacità di distinguere la mano destra da quella sinistra. Questo inneggiare alla libertà diventa giustificazione per comportarsi come più pare e piace e sembra da una parte assecondare l’intento di Dio che ci ha creati liberi, ma nello stesso momento scontrarsi con tutte le leggi che Egli stesso ha dato al suo popolo e che Cristo non ha annullato, ma ha portato a compimento con quel: «Avete inteso che fu detto, ma io vi dico».

La domanda allora sorge spontanea: se Dio ci ha fatti liberi di scegliere di vivere la nostra vita come meglio crediamo, perché ci ha dato i comandamenti e perché sono un dictat di ciò che non bisogna fare? E ancora: perché la Chiesa stessa è così rigida nelle sue regole?

La risposta non è troppo complicata: se prendiamo in considerazione ciò che leggiamo nel libro del Siracide, comprendiamo che non c’è alcuna contraddizione. Infatti troviamo scritto:

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.

Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
 là dove vuoi tendi la tua mano.

 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
 a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.

 Grande infatti è la sapienza del Signore;
 forte e potente, egli vede ogni cosa.

 I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
 egli conosce ogni opera degli uomini.

 A nessuno ha comandato di essere empio
 e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Dobbiamo leggere e rileggere questi passi per comprendere la totale libertà che Dio lascia all’uomo. Il Creatore non ha dato il permesso di peccare, ma la libertà di farlo: questo ovviamente comporta delle conseguenze che non sono i castighi di Dio, ma ciò che le nostre scelte comportano. Bella e significativa è l’espressione: Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:  là dove vuoi tendi la tua mano. È forse cattivo il fuoco e buona l’acqua o viceversa? Certo che no, entrambi gli elementi sono stati creati per il bene dell’uomo, perché si scaldi col fuoco e si disseti con l’acqua, perché con l’uno e con l’altra l’uomo possa cucinare e nutrirsi. Tutto dipende da come l’uomo ne fa uso: mettendo la mano sul fuoco non ci si scalda, ma ci si scotta; cadere in una grande massa di acqua, se non si è capaci di nuotare, non ci si disseta, ma si affoga. Ecco, ogni cosa ha il suo bene nella normalità e il suo male nell’esagerazione. Dio, i suoi comandamenti, non li ha dati per vietare, ma per regolare e far sì che l’uomo possa usare della propria vita in modo buono, perché oltrepassando il limite ci si fa male.

La legge, ad esempio, vieta il telefonino a scuola come in auto mentre si è alla guida. È brutta cosa questo strumento? No, ma se lo usiamo in modo improprio o nel momento sbagliato diventa un pericolo. Non viene negato a scuola per il gusto di toglierlo di mano agli studenti, ma perché diventa motivo di distrazione e la distrazione non permette di apprendere e la non conoscenza lascia nell’ignoranza di cui è pieno il mondo – come abbiamo potuto vedere –. Così come il cellulare alla guida è un male non perché se la polizia ferma il conducente scatta la multa, ma perché colui che guida, distraendosi, può causare un incidente recando male a se stesso e agli altri.

Non dobbiamo allora pensare che Dio ci ha lasciati liberi per fare quello che vogliamo o ci ha dato leggi perché ci ha ripensato e ha voluto renderci schiavi, come molti beceri benpensanti predicano, ma semplicemente perché dandoci i suoi insegnamenti potessimo vivere e non autodistruggerci. E questo è bene ribadircelo con le parole stesse delle Scrittura: Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Se vuoi, ci dice la scrittura: vedi allora un po’ tu cosa scegliere nella tua vita; ricordati solo che se vai a destra non puoi andare a sinistra e che ogni scelta comporta sempre una conseguenza. La Sapienza che viene da Dio e che possiamo accogliere in virtù della fede è una buona consigliera; tuttavia dipende da noi se vogliamo scegliere la sua Sapienza o preferiamo ciò che ci vien detto e ciò che ci viene mostrato dal palco di Sanremo.