II di Pasqua A

Domenica del Battesimo

23 aprile 2017 

Qual è la caratteristica dei primi cristiani? Qual è la caratteristica dei Battezzati in Cristo? Gli Atti degli apostoli ci narrano che i credenti stavano insieme ed erano costanti nello spezzare il pane. Più volte viene infatti sottolineato questo stile di vita. Non possiamo infatti pensare di essere cristiani, seguaci di Cristo risorto, senza una dimensione comunitaria che ci porta a vivere da fratelli. Non possiamo dire di vivere il nostro essere battezzati senza vivere il nostro essere figli di Dio e fratelli che spezzano gli uni per gli altri il pane della fede, della speranza, della carità. La condizione del nostro essere figli di Dio attraverso la grazia del Battesimo è la comunità e non la personalità. La fede non è una questione personale e gli apostoli nel cenacolo ce lo insegnano. Anche Tommaso, che fatica a credere, ci dice che la fede non può essere qualcosa di privato, perché quando la fede è vissuta personalmente allora prima o poi muore. Non solo. Una fede troppo personale ci porta a non riconoscere Gesù Cristo risorto dai morti, tanto da dire: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Mio...mio...mio... Tommaso ha bisogno di vedere Gesù Cristo, ha bisogno di riconoscerlo con i suoi stessi occhi e toccarlo con le sue stesse mani. Quante volte siamo simili a lui, che non a caso è chiamato “didimo”, cioè “gemello”. È gemello nostro perché anche noi come lui vorremmo far meno fatica a credere che il Signore è vivo ed è presente in mezzo a noi proprio perché risorto dai morti. Ma come fare a vederlo? Come fare a credere in lui? Come fare a riconoscerlo? Ma soprattutto dove riconoscerlo? Tommaso lo riconoscerà proprio attraverso i segni della passione che il risorto porta ancora nella sua carne, perché passione, morte e risurrezione non si possono scindere. Non c'è infatti risurrezione senza la morte e non c'è morte senza che il cristiano pensi alla risurrezione che lo attende. Tommaso ha riconosciuto Cristo vedendolo e toccandolo. Se pensiamo ai due discepoli di Emmaus, essi lo riconobbero invece nello spezzare il pane, a tavola, proprio mentre compiva il medesimo gesto dell'ultima sera, prima di spezzarsi sulla croce. Quanti modi per riconoscere Gesù; ma noi come possiamo riconoscerlo nella fede? A noi non resta che incontrarlo proprio dove si è fatto incontrare dai suoi discepoli, ovvero nella Chiesa, nella comunità, nel luogo dove si è manifestato ai suoi. E non è un luogo fisico, specifico, geografico, ma è là dove due o tre sono riuniti nel suo nome e nel suo nome viene spezzato il pane, come lui stesso aveva comandato di fare dicendo: «Fate questo in memoria di me». Lo riconosciamo presente nei sacramenti che scaturiscono dalla sua risurrezione, perché sono i segni sacri della sua presenza. Segni che, se da una parte celano la sua umanità, dall'altra non ci tolgono la sua divinità presente e operante in noi. Il Battesimo ci fa essere figli di Dio, fratelli tra noi in Cristo, Chiesa che cammina nella storia. È proprio questo sentirci figli, fratelli, Chiesa che ci permette di riconoscere con gli occhi della fede la presenza operante di Cristo vivo e risorto in mezzo a noi. È questa fede che ci porta a vivere la speranza di una vita nuova che si manifesta già in questa vita in una carità operosa verso coloro che il Battesimo ci porta a chiamare fratelli, gemelli, perché tutti somiglianti a Tommaso che ha voglia di credere, ma fatica, continua a sperare ma non nega le sue delusioni, ama il Maestro e da lui confermato saprà vivere quella carità che lo renderà ministro del perdono, della misericordia e dispensatore dei misteri di Dio per la salvezza dei fratelli. Anche questa è carità. E allora apriamo i nostri occhi, riconosciamo il Risorto vivo in mezzo a noi e attraverso la grazia del Battesimo sentiamoci Chiesa, cioè fratelli che credono, sperano, amano e vedono il Signore presente nei sacramenti e che agisce, opera, conferma e invia tutti ad essere suoi testimoni attraverso la fede, la speranza e la carità. Immergiamo la nostra vita nella passione e risurrezione di Cristo, come Tommaso immerse le sue mani nel segno della passione per risorgere in Cristo a vita nuova ed esclamare insieme: «Nostro Signore e nostro Dio». Che il dono del Battesimo risvegli in noi questa consapevolezza e ci aiuti ad aprire gli occhi del cuore per riconoscerlo sempre vivo con noi, in noi e per noi.