V di Pasqua

Domenica della Confermazione

29 aprile 2018

Chi è il protagonista degli eventi che coinvolgono la Chiesa al suo nascere? Non sono gli apostoli e nemmeno le popolazioni incontrate durante la predicazione. È lo Spirito Santo, come attesta il libro degli Atti degli apostoli: “La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero”. Lo Spirito conforta, lo Spirito rende forti gli apostoli nel loro ministero e i primi cristiani che aderiscono alla sequela di Cristo attraverso la predicazione degli apostoli. Conforta lo Spirito e conferma. Confermare, sappiamo, significa rendere fermo, rendere stabile. Egli rende forte e stabile la fede dei cristiani che accolgono la Buona notizia del Vangelo, che accolgono l’annuncio: “Abbiamo trovato il Cristo”. Trovare il Cristo nella vita di ogni giorno significa seguire la strada maestra che egli ci indica attraverso i suoi comandamenti e i suoi insegnamenti. E, come scrive Giovanni, “questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato”. Sembra sottolineare che non basta dirci cristiani, occorre un passo in più; non basta dire che crediamo in Cristo, ma serve mettere in pratica il suo comandamento, quello cioè di rimanere in lui, come il tralcio nella vite. E l’immagine usata da Gesù è molto efficacie. Egli stesso ci ha detto: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci». Questa è l’immagine, ma il significato è ben più profondo: «Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Per portare molto frutto occorre essere suoi discepoli e per essere suoi discepoli bisogna che le sue parole rimangano in noi. Non sono le parole di un morto che vengono ricordate in qualche commemorazione, sono le parole di Cristo vivo, perché risorto, che risuonano ancora oggi nella Chiesa non a modo di ricordo, ma perché è Cristo stesso nella figura di chi le annuncia che ci parla in prima persona. Non diamo per scontato questo. Egli ci raduna attorno a sé per donarci il suo Spirito e per confermare la nostra fede attraverso l’ascolto della sua parola, perché questa parola produca in noi effetti buoni, effetti santi, effetti di una vita pienamente realizzata. Trovare Cristo significa mettersi al suo seguito con tutta la nostra vita, significa lasciare agire in noi il suo Spirito perché renda salda e forte la nostra fede e ci permette di essere suoi testimoni nel mondo, qualsiasi cosa facciamo, a qualsiasi vocazione aderiamo, perché attraverso il dono della fede possiamo rispondere alla chiamata quotidiana del Signore che ci permette di vivere da cristiani nel nostro mondo, che sembra avere poco di cristiano. Occorre essere come i tralci in questo periodo di primavera: mostrare quelle foglie nuove che porteranno buon frutto, che daranno uva per il vino buono che allieta il cuore dell’uomo. E qual è il vino buono se non lo Spirito che è in noi e che ci dona la forza di portare una ventata di primavera in questo mondo chiuso nel gelo dell’indifferenza verso Dio e verso i grandi valori dell’uomo. Chiediamo che il Signore ci doni la forza di professare la nostra fede e la renda forte e salda. Chiediamolo a lui in questa domenica nella quale celebriamo il Sacramento della Confermazione. Chiediamolo per i ragazzi che ricevono il sacramento della Cresima, perché diventando adulti nello spirito sappiano fare scelte valide nella vita, sappiano portare frutti buoni, sappiano senza paura andare controcorrente, soprattutto quando il mondo dei coetanei, degli adulti e a volte dei genitori stessi li porta lontano dal Signore che li chiama a lasciarsi plasmare dallo Spirito per realizzare il disegno che Dio ha su di loro. Chiediamolo per tutti i ragazzi e giovani che hanno dimenticato che solo Dio, attraverso la forza dello Spirito, ci dona di perseguire quella strada che lui traccia per loro e siano testimoni di Cristo senza paure e senza vergogne.