XXX del tempo ordinario A

29 ottobre 2017

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la cosa forse più scontata, ma non la più semplice. Spesse volte, infatti, siamo tentati o addirittura capaci di sottometterci a ciò che è di Cesare, ovvero le materialità e le cose mondane della vita, e a Dio non rendiamo neanche il tempo appropriato per sentirlo come nostro unico e vero Dio. Cosa chiedere a Dio? Cosa cercare presso di Lui? L’orazione che ci introduce all’ascolto della Parola di questa domenica ha le giuste parole per una richiesta che va al di là delle nostre buone parole. Essa ci porta a pregare così: “O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l'unica legge della vita”. In pratica sono due le cose che cerchiamo e che chiediamo a Dio: la prima è che liberi il nostro cuore da tutti quegli idoli che ci impediscono di vedere Lui come nostro unico Dio, mentre la seconda – che è conseguente alla prima – ci porta a chiedere al Padre che, una volta liberato il cuore, possiamo amare con il suo stesso amore. Fin qui niente di particolarmente difficile da comprendere, così come non è difficile da comprendere quale sia questo comandamento nuovo che il Signore ci insegna. Può stupirci come un maestro della Legge, uomo istruito e ben conoscitore della Parola di Dio, vada da Gesù e gli chieda quale sia il più grande dei comandamenti, quando in teoria avrebbe dovuto saperlo. La cosa che più stupisce, invece, è che Gesù non gli elenca solo il primo, cioè l’amore verso Dio, ma subito gli attacca il secondo, cioè l’amore verso il prossimo, senza che quel sapiente gliel’abbia chiesto. Ora, non voglio soffermarmi sul fatto che saremmo cristiani a metà se amassimo solo Dio e ci odiassimo tra noi, oppure che saremmo cristiani falsi, mediocri e ipocriti se coronassimo Dio delle nostre belle preghierine e coprissimo qualcuno di odio profondo: questo è scontato, è così. Voglio soffermarmi sul fatto che Gesù metta in stretta relazione l’amore per Dio e quella per il prossimo, cosa da non prendere sotto gamba. Ci sta infatti dicendo, a proposito di soldi, che non esistono monete con una sola faccia, quindi non esistono cristiani che dicano di amare Dio senza amare il prossimo o amino il prossimo senza amare Dio. Da dove viene infatti l’amore per il prossimo? Chi ci ha insegnato ad amare? Chi mostra all’uomo quale sia il vero amore? Dio, che nel suo Figlio Gesù Cristo ci ha dato tutto e non poteva amarci di più. Chi mette nel nostro cuore il desiderio di amare? Chi fa nascere nel nostro cuore l’amore? Dio, che è l’amore. Senza Dio non saremmo capaci di amare, ma solo di odiare. Ma noi non vogliamo lasciarci vincere dall’odio e allora amiamo Dio e saremo portati automaticamente ad amare anche il nostro prossimo, anche quando ci ha ferito gravemente, anche quando siamo pronti a trovare qualsiasi capo d’accusa pur di giustificare il nostro odio o la nostra antipatia. Pensiamo ad amare Dio e l’altra faccia della moneta, quella riguardante il prossimo, splenderà come la prima. Amiamo Dio e non faticheremo a superare quegli scogli che diventano purtroppo trincee per combattere contro gli altri. Amiamo Dio e l’amore per i nostri fratelli sarà per noi la cosa più bella, più naturale e più scontata che il nostro cuore possa vivere. Che cosa cerchiamo allora? Cerchiamo Dio e il suo amore e la nostra vocazione all’amore non sarà impossibile. Cerchiamo Dio e il suo amore e non sarà impossibile vivere questo amore tanto da testimoniarlo con la nostra stessa vita, come avvenne per i Tessalonicesi, lodati dall’apostolo Paolo per la loro grande capacità di mettere in pratica la parola annunciata. Scrive loro: “E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia. Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedònia e in Acàia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne”. Che bello se si potesse dire che per mezzo nostro l’amore di Dio si può respirare a pieni polmoni nella nostra comunità, nelle nostre famiglie e in quella porzione di mondo che sono gli ambienti di vita quotidiana, come la scuola, il campo di gioco, il lavoro, i bar e i negozi che frequentiamo. Che bello se, dopo aver cercato l’amore di Dio e compreso che non è completo senza l’amore verso il prossimo, cercassimo di vivere questa vocazione che Dio ha messo in noi fin dal nostro Battesimo! Che bello se fossimo annunciatori del vangelo dell’amore e testimoni credibili! E allora  cerchiamo Dio e il suo amore e l’amore verso il prossimo non sarà altro che una conseguenza meravigliosa.