Veglia pasquale

31 marzo 2018

In questa notte il buio delle tenebre è vinto da una grande luce, le tenebre della morte sono vinte dalla sfolgorante luce della Risurrezione. Una luce che ci permette di vedere dove camminiamo, dove mettiamo i piedi, dove appoggiamo le mani, una luce che ci permette di vedere la strada da percorrere, la strada della nostra vita, la strada che ci porta là dove il Signore risorto, vivo, è presente in mezzo a noi e vuole condurci. In questa santa e sfolgorante notte accogliamo anche noi l'invito rivolto dagli angeli alle donne: «Venite a vedere dove era deposto». Entriamo nel sepolcro, guardiamoci attorto, scrutiamolo pure, ma non fermiamoci lì in quel luogo di morte. Solo chi non sa dove andare nella vita si ferma, si stagna, si immobilizza. Un po' come quando ci troviamo davanti a un bivio e non sappiamo che strada imboccare: giriamo a vuoto nella rotatoria prendendo tempo, ci fermiamo ai margini della strada cercando invano di capire da che parte andare, non poche volte rinunciamo e torniamo da siamo venuti. Cristo risorto non vuole questo, non sopporta che la nostra vita sia immobile, non tollera che vaghiamo senza una meta, senza una vocazione. La nostra fede deve rendere la nostra esistenza frizzante, gioiosa, esplosiva. Ascoltiamo ancora cosa dice l'angelo alle donne accorse al sepolcro per fare visita ad un cadavere: «Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Sì, presto! Non c'è tempo da perdere. Non possiamo fermarci di fronte a un sepolcro vuoto, non possiamo ignorare ciò che Gesù a suo tempo aveva preannunciato: «Quando sarò risorto da morte vi precederò in Galilea. Là mi vedrete». E allora dopo aver fatto l'esperienza di aver visto il sepolcro vuoto e aver udito l'annuncio della risurrezione, che cosa facciamo? Restiamo qui a bordo strada come niente fosse, cercando ancora di capire da che parte andare, o decidiamo di tornare in Galilea, là dove tutto ha avuto inizio, per incontrare il risorto nella vita di tutti i giorni, per vederlo vivo e presente nella nostra vita, per iniziare una nuova esperienza di discepolato? Ma soprattutto riusciamo a tornare a casa stanotte, nella nostra Galilea, con il cuore colmo di gioia e con il desiderio di vedere Cristo che ci aspetta là dove è la nostra vita, per suggerirci ancora che cosa fare, giorno per giorno, rispondendo quotidianamente alla sua chiamata? Che il Signore ci doni il coraggio di uscire dal sepolcro in questa notte e andare a dire a tutti i suoi discepoli come noi che lui è risorto e ci precede in Galilea, là lo vedremo. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.