IV di Pasqua C

12 maggio

Domenica dell’Eucaristia 

«Simone di Giovanni mi ami? Pascola le mie pecore». Poi aggiunse «Seguimi». Come poteva Pietro pascolare il gregge del Signore? Solo seguendo il Maestro che è il buon pastore che dona la vita per le sue pecore. E come dona la sua vita? «Prendete – disse – e mangiatene tutti, questo è il mio corpo. Prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue». Cristo buon Pastore, donando la sua vita, ha insegnato a Pietro e ai suoi a pascere le sue pecore, perché solo seguendolo ancora, dopo la sua risurrezione, imparassero a donare la propria vita e imparassero a prendersi cura delle sue pecore, della sua Chiesa, scaturita dal suo amore totale sull’altare della croce. Cristo risorto, sulle rive del mare di Galilea, chiede ancora ai suoi di mettersi dietro a lui, di continuare a seguirlo fino al dono totale della vita, perché solo così avrebbero adempiuto la loro vocazione: essere veri pescatori di uomini. E continuando a perpetuare il memoriale della sua Pasqua attraverso l’Eucaristia avrebbero portato lui agli altri, a quanti nella loro predicazione avrebbero incontrato; dovevano infatti saziare l’uomo del corpo di Cristo per saziare nell’uomo la fame di Dio. Quando infatti ci accostiamo all’Eucaristia noi ci nutriamo di Dio e nutriamo così la nostra fede, spesso vacillante. Non andiamo  all’Eucaristia per adempiere a un precetto, non andiamo all’Eucaristia per compiacere noi stessi e non andiamo all’Eucaristia per fare un piacere a Dio attirando la sua benevolenza per noi. Andiamo all’Eucaristia perché abbiamo fame di Dio, perché Lui sazia i nostri desideri più profondi, le nostre aspirazioni più belle e più grandi, la nostra vocazione. Vorrei rivolgere il mio pensiero ai bambini che si accostano per la prima volta a ricevere il dono immenso del Pane eucaristico: Cari bambini, come avete imparato a nutrirvi del pane che sazia la fame dello stomaco e come avete imparato a nutrirvi del cibo che ci consente di vivere questa vita terrena, imparate a nutrirvi sempre del Signore, che per noi si è fatto Pane, per la nostra fede si è fatto cibo, per alimentare il nostro desiderio di avere Dio nel nostro corpo. Solo se sentirete il bisogno di avere Dio in voi andrete a ricevere l’Eucaristia con gioia, perché è il Signore che vi rende pieni di gioia nel sentirlo in voi. Potrete parlargli, potrete ascoltare la sua voce che nel silenzio Egli ci rivolge, aiutandovi a capire quale progetto di vita ha su di voi, quale disegno ha nascosto da sempre per voi, per aiutarvi a crescere ed essere davvero felici nella vita. Ascoltate la sua voce: vi indicherà la rotta giusta, vi insegnerà pian piano a comprendere le cose importanti della vita e vi consiglierà come realizzarla. Non siate mai pigri e svogliati nell’andare alla Messa, perché è nella Messa che il Signore vi vuole abbracciare, vuole stringervi al suo cuore, vuole parlarvi e dirvi parole importanti. Non inventate tante scuse per non andare alla celebrazione domenicale della Messa, perché se le scuse avranno il sopravvento significherà che non volete ascoltare la sua voce, non vorrete nutrire il vostro cuore di Lui che ci ama immensamente, significherà che preferirete tante altre cose piuttosto che questo suo amore. Cari bambini, la gioia di questo giorno possa durare per tutta la vita. Non siate come Pietro che aveva giurato di essere sempre fedele al Signore e poi di fronte alla sua condanna e alla sua morte è scappato giurando di non conoscerlo. Siate invece come il nuovo Pietro che cercando di voler bene al Signore, ha imparato ad amarlo e a seguirlo fino al dono totale della sua vita. Mettete la vostra vita nelle mani del Signore: Egli farà di voi un capolavoro meraviglioso donandovi di realizzare il suo disegno di vita che è ciò che di più bello abbiamo nel nostro cuore. Solo nutrendoci di Lui questo disegno diventerà realtà, un’opera d’arte ineguagliabile. Non lasciatevi vincere dalla tentazione che molti ragazzi, giovani e adulti hanno di non pensare a Dio o di pensare che la loro vita con o senza Dio non cambi. Invece voglio dirvi che cambia tutto: senza Dio saremmo dei burattini nelle mani della società, che ci spinge a destra e a sinistra come una vela in preda al vento. La barca della vostra vita sia spinta dal vento del Signore che ci porta nella direzione giusta. E se sentite che il Signore vi chiama ad essere sacerdoti per continuare come gli apostoli a renderlo presente nell’Eucaristia, non tiratevi indietro: seguite questa voce, seguite Gesù. È bello continuare a renderlo presente nella celebrazione dell’Eucaristia e dei Sacramenti e il Signore ha bisogno di ragazzi che rispondano «Sì» a questa meravigliosa vocazione. Chiama anche alla vita religiosa, per essere testimoni della sua parola e per farlo conoscere a tutti. Cari bambini, insegnate ai vostri genitori la gioia di andare all’Eucaristia ogni domenica e se vi porteranno altrove, perché per loro è più importante altro, rispetto al Signore, non mollate: insistete, come quando fate i capricci per ottenere ciò che vi interessa, perché prima di tutto vi portino dal Signore. Siate voi i primi pescatori di uomini, anche se questi uomini saranno i vostri stessi genitori o i vostri più vicini familiari e amici che si stanno allontanando da Dio. Se volete loro bene fate di tutto per portarli al Signore. Sarete felici voi e saranno felici loro. E voi cari genitori, se volete il bene dei vostri figli, siate come il Buon Pastore o come Pietro che da Cristo buon pastore ha imparato a prendersi cura delle sue pecorelle: non fate mancare mai a voi stessi e ai vostri figli questo tesoro inestimabile dell’Eucaristia nella Messa domenicale e aiutate il Signore a far loro comprendere a quale vocazione Egli li chiama, fosse anche quella sacerdotale e religiosa. Allora sarete buoni pescatori di uomini e buoni pastori del piccolo gregge domestico che il Signore vi ha donato.