Print

Discorso per l’inaugurazione dell’oratorio

29 giugno 2019

 

Eccellenza carissima,

Sign. Sindaco,

cari confratelli nel sacerdozio,

mia cara comunità.

 

È con viva commozione che ho varcato con voi oggi il cancello di questo oratorio che vede oggi il suo giungere a compimento. 

Giovanni Bosco, all'età di nove anni ebbe il famosissimo sogno che perseguì per tutta la sua fanciullezza, adolescenza e gioventù, portandolo ad essere il grande santo dei ragazzi e l'ideatore dell'oratorio così come lo intendiamo noi oggi. Anche per me e spero per tutta la mia gente oggi è il compimento di un sogno già iniziato tanti anni fa, ma che le circostanze non hanno concesso di poterlo completare. Il primo pensiero e il mio saluto va ai parroci che mi hanno preceduto, quelli che il Signore ha con sé in gloria e quelli che continuano il loro ministero in altre comunità: a loro il nostro grazie perché hanno creduto in questa realtà oratoriana, fondandola prima e consolidandola poi, per permetterci oggi di compiere quei sogni che già loro avevano e che sono diventati realtà oggi.

Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza il grande aiuto economico giunto da Fondazione Cariplo qui rappresentata dell'Egr. Sig. Vimercati, che saluto e ringrazio per la sua vicinanza anche a nome del presidente emerito l’Avv. Guzzetti che voglio ricordare e ringraziare per avere accolto la nostra richiesta nel sostenere gran parte dei lavori che oggi possiamo contemplare e dei quali possiamo godere.

Ma anche questo non sarebbe stato fattibile senza il concreto e grande lavoro dell'intera amministrazione comunale e in particolare della tenacia del Sign. Sindaco che ringrazio di cuore per essere qui oggi a condividere questo momento gioioso di questa sua e nostra comunità. Grazie di cuore Sign. Sindaco perché insieme ci abbiamo creduto e insieme possiamo ora godere di questo risultato.

Un grazie sincero va agli Uffici di curia competenti, a chi ha sostenuto questa opera e ha fatto di tutto perché fosse realizzata.

Vede, Eccelenza, quando mi fu chiesta la motivazione di questi lavori mi fu chiesto anche cosa sarà di Ponte Nossa tra una quindicina di anni. Io, quasi sgarbatamente come è nella mia indole, risposi che non lo sapevo e che in quel momento poco mi importava, perché prima di pensare ai ragazzi che ci saranno tra quindici anni, volevo pensare a quelli di adesso, alle loro famiglie e a poter dar loro un luogo dignitoso dove crescere in età, sapienza e grazia di Dio, nella speranza che i ragazzi di oggi possano diventare i giovani di domani, i genitori del futuro che contribuiranno a rendere un poco più giovane questo amato paese e che qualcuno, come già ricordato all'inizio della Messa, possa anche diventare sacerdote o religiosa del domani. Ma il domani si costruisce con l'oggi. Certo, sulla natalità, Eccelenza, mi insegna che io non posso fare molto, ma la speranza è che questo luogo così bello possa incitare ad alzare il numero demografico degli abitanti. Ma a queste cose ci penserà il Signore e chi di dovere. A me resta il compito e l'obbligo di ringraziare di cuore i tanti nossesi che in un modo o nell'altro hanno contribuito, contribuiscono e contribuiranno con la loro generosità e le loro rinunce, e le assicuro che non sono pochi. A loro il mio sentito grazie di cuore.

Ho fatto un'esperienza in queste settimane: come vede, Eccellenza, come vedete tutti, alcune zone del giardino sono rimaste brulle e vi assicuro che ho seminato tanto e con i volontari, che non smetterò mai di ringraziare per la passione e il lavoro in questo oratorio soprattutto in questi mesi, abbiamo cercato di rendere perfette, ma il risultato non è stato soddisfacente. E ho pensato: in fondo in fondo è quanto avviene nell'opera educativa e vocazionale; non bisogna mai smettere di seminare, di irrigare, di prendersi cura di quei terreni speciali che sono il cuore dei nostri ragazzi; poi è il Signore che fa crescere. E questo è un augurio che condivido con i genitori, con i catechisti, gli educatori, gli allenatori e tutti coloro che qui devono aver a cuore la buona crescita dei nostri ragazzi, affidandoli poi sempre all'amore e alla Provvidenza di Dio, proprio come faceva don Bosco. E un grazie meritato va anche a loro per la dedizione verso i nostri ragazzi, soprattutto quando scarseggiano perché rubati ad altro.

Eccellenza, quando la nostra Italia fu unita, se non erro, Garibaldi o chi per lui disse: l'Italia è fatta, bisogna fare gli italiani. Adesso che questo luogo è giunto al suo completamento, anche io posso dire: Adesso che l'oratorio è fatto, bisogna fare gli oratoriani. E chi sono? Sono tutti coloro che qui vedono una casa nella quale abitare con stile, che qui vogliono donare tempo e disponibilità, che qui vogliono vedere crescere i propri figli e nipoti perché imparino ad essere quel meraviglioso sogno che Dio ha su ciascuno di loro.

Eccellenza, grazie per essere qui oggi e preghi con e per noi, perché questo oratorio fiorisca di ragazzi, adolescenti e giovani buoni, capaci di diventare arbusti solidi del domani. E a ricordo di questo, dopo la benedizione, mentre il corpo musicale, che ringrazio, ci allieterà con la musica, desidero con lei e con il Sign. Sindaco, piantare questo ulivo, segno sì di pace e le assicuro che questo oratorio ne ha bisogno di pace , ma anche segno di un presente che porti frutti per il domani.