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Madonna delle Lacrime

2 giugno 2020

Saluto a S. Ecc. Mons. Carlo Mazza

Vescovo emerito di Fidenza

 

Eccellenza,

più che un saluto di benvenuto, è un bentornato nella nostra terra, vista la sua visita la scorsa estate per la festa del Sacro Cuore a Ponte Selva.

Grazie di essere qui con noi a condividere l’Eucaristia in questa solennità della Madonna delle Lacrime che non è solo una festa per Ponte Nossa, ma anche per tutto questo territorio che ci circonda.

Vorrei salutare le autorità qui presenti, il Sign. Sindaco, che ringrazio ancora una volta per essersi speso per la sua gente in questi tempi calamitosi, e tutti coloro che appartengono ad un’associazione in rappresentanza della comunità civile e sociale.

Saluto i sacerdoti concelebranti e tra questi vorrei ricordare don Valentino che proprio nel bel mezzo dell’epidemia, il 18 marzo, ha festeggiato i suoi 50 anni di Messa: ad multosannos. Saluto e ringrazio don Riccardo per la predicazione di questa settimana di preparazione a questa festa, anche lui giunto a un anniversario, non giubilare, ma significativo di vita sacerdotale, quale i 20 anni. E messi insieme questi numeri (50 + 20) ne risulta il 70. Quest’anno, esattamente domani 3 giugno, ricorre il 70° anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro compaesano don Pietro Balzi. Una lieta coincidenza che vogliamo ricordare affidando a quest’uomo umile e povero la nostra terra e la martoriata America Latina che ha servito, in Bolivia prima e in Brasile poi, donando la vita per il Vangelo e per la missione, tanto da essere stato proclamato lo scorso 20 febbraio Servo di Dio.

Eccellenza, in questi tempi sentiamo ancor più forte il valore delle lacrime, soprattutto se torniamo ai giorni tenebrosi di questa epidemia, quando ce le siamo asciugate a vicenda pensando ai molti malati o vivendo in prima persona questa situazione e ancor di più assistendo inermi alla morte di molte persone care, tra le quali anche nostri familiari che crediamo essere qui accanto a noi a celebrare la festa dell’Apparizione e che affidiamo alla bontà misericordiosa del Signore per intercessione di Maria.

Il prezioso altare, che vede ornare l’immagine miracolosa di Maria ai piedi della croce con il discepolo amato, è stato eretto per volontà dei Nossesi dopo la peste del 1630 come ringraziamento alla Madonna per aver risparmiato Ponte Nossa dall’epidemia. Ora, senza mancare di rispetto ad alcuno, penso che anche oggi siamo in dovere di ringraziare la Madonna per averci protetto e per non aver visto quel numero elevatissimo di vittime che altre comunità, anche vicino alla nostra, hanno pianto.

Sono certo che Maria si sia unita con le sue lacrime alle nostre e oggi più che mai sentiamo vive le parole della preghiera che innalziamo a lei da questo santuario:

 

Come un tempo qui, Maria, hai pianto,

ora sorridi a tutti noi, tuoi figli,

che gioie e dolori a te offriamo,

fiduciosi nel tuo materno aiuto.

 

Sì, a Maria portiamo le nostre angosce, le paure che sentiamo dentro, i ricordi che riempiono il cuore di nostalgia e gli occhi di lacrime, ma nello stesso tempo, se non abbiamo più lacrime di gioia che scorrono sui nostri volti, vogliamo implorare da Lei, Madre amorevole, tempi migliori nei quali poter ancor gioire e rallegrarci per la vita che nasce, i sacramenti che celebriamo, i momenti comunitari che rinsaldano i vincoli e danno gioia al cuore.

Ogni candela accesa davanti all’immagine miracolosa di Maria racchiude in sé una preghiera, una richiesta, una speranza e noi oggi chiediamo a lei, Eccellenza, di raccoglierle tutte in questa Eucaristia, insieme a quelle dei fedeli, Nossesi e non, che oggi non possono essere qui,perché, lontani dalla nostra terra, non hanno potuto far ritorno a causa di questa epidemia, o perché, sempre a causa di questa, hanno preferito restare a casa.

In questo periodo ci stiamo incontrando di nuovo; la domanda più spontanea che suona come un saluto e che sorge sulle nostre labbra velate da quelle mascherine che ci stanno facendo compagnia – speriamo ancora per poco per via dell’abbassamento o della fine del contagio – è questa: «Come stai?». Mai come in questo momento stiamo riscoprendo cosa significhi avere a cuore le persone. Avere a cuore: come non ricordare le parole che lei, Eccellenza, ci ha rivolto in occasione della festa del Sacro Cuore la scorsa estate. Ci ha detto come il cuore non sia solo un muscolo che involontariamente batte, ma un luogo dove si custodiscono i ricordi e le persone, sottolineando come il verbo ricordare significhi proprio “portare nel cuore”. Il Signore e la sua e nostra dolcissima Madre, Maria, si ricordano sempre di noi e ci benedicono, perché noi abitiamo il loro cuore e impariamo da loro a portare nel nostro cuore coloro a cui siamo affezionati, coloro a cui vogliamo bene, coloro che ci hanno fatto del bene. Ricordare non è solo un’azione della memoria, ma è qualcosa di molto più profondo: è cosa del cuore.

Eccellenza ci ricordi al Signore e a Maria, ci ricordi sempre nelle sue preghiere e come stiamo riscoprendo quanto sia bello ricordarsi gli uni degli altri chiedendoci a vicenda come stiamo, ci conceda di mostrarle tutto il nostro affetto chiedendole semplicemente: «Eccellenza, lei, come sta?».