SS. Trinità A

7 giugno 2020

 

Quante cose facciamo “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”? Molte? Poche? Il semplice fatto di accedere alla chiesa avviene nel nome della Trinità: infatti entrando ci siamo segnati così, tracciando un segno di Croce sulla nostra persona, dopo esserci igienizzati le mani, anche se quel segno di croce, ci igienizza il cuore più che il corpo. Infatti in questo periodo, entrando in chiesa, non possiamo utilizzare acqua santa che ci ricordi il nostro battesimo come segno dell’ingresso nella Chiesa, ma anche il solo gesto di purificarci le mani – che ci richiama a tutto fuorché a qualcosa di sacro – e farci il segno di croce possa però aiutarci a comprendere i misteri più grandi che compiamo nel nome della Santa Trinità.

Non solo siamo introdotti nell’assemblea liturgica nel nome della Trinità, perché è il Signore che ci ha chiamati dalle nostre case ad essere qui, ma nel suo nome iniziamo e concludiamo ogni azione liturgica, ogni preghiera, ogni momento di incontro con il Signore. Ebbene, se siamo abituati a salutarci con una parola e a stringerci la mano come segno di vicinanza, in questo tempo nel quale i contatti sono limitati e la parola è velata da una maschera ci potrebbe risultare facile riscoprire l’esperienza dei gesti, e il segno di croce nel nome della Trinità è uno di quelli che dobbiamo riscoprire togliendolo dall’abitudinarietà. Ci segniamo anche come gesto di rispetto quando passiamo davanti a un’immagine sacra o ad un caro defunto; ci segniamo quando iniziamo una nuova avventura o quando usciamo di casa per sentirci protetti dal Signore; e poi ci sono gli imbecilli, come i calciatori, che si segnano prima di entrare in campo toccando il suolo e tracciandosi il segno di croce: non di certo per fede, ma come porta fortuna. Quanto sono ignoranti! Sì, ignorano che il segno della Croce non è un porta fortuna, ma il distintivo del Cristiano che agisce per mezzo di Cristo. Infatti preghiamo nel nome di Cristo, ci ritroviamo nel nome di Cristo, ma non giochiamo a guadagnarci fior fior di soldoni nel nome di Cristo! Il Signore non è un gioco, è una persona; la Trinità di cui ci insigniamo non è un porta fortuna ma una persona.

La Trinità è quel distintivo invisibile che ci portiamo dentro e che manifestiamo attraverso la fede, in parole ed opere; è quello scudo che tracciamo davanti a noi per essere protetti dall’assalto del maligno che è sempre pronto ad attaccarci e a vincere sulla nostra volontà; noi però vogliamo essere più forti nel compiere la volontà del Padre, proprio come il Figlio ci ha insegnato a pregare attraverso l’azione dello Spirito che ci suggerisce ogni giorno di dire: «Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà».

La Trinità è anche un abbraccio: mentre infatti tracciamo il segno della croce su di noi, il braccio destro, che va a posarsi sulla spalla sinistra, mostra il gesto dell’abbraccio che avvolge tutta la nostra persona. È l’abbraccio di Dio, perché nel suo nome ci segniamo e compiamo questo gesto dicendo: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». In questo momento ci è consigliato di non abbracciarci come di non stringerci la mano: che queste mancanze ci aiutino a comprendere di più i gesti sacri che fanno parte della nostra quotidianità per rivalutarli, per riflettere di più su ciò che compiamo, per non cadere nel baratro dell’abitudine, ma per dare profondo significato a ciò che abbiamo imparato a fare dal giorno del nostro Battesimo – avvenuto anch’esso nel nome della Trinità – e a dare importanza a ciò che ci hanno tramandato, ossia la fede. Se amiamo i nostri cari, viviamo la fede che ci hanno trasmesso e trasmettiamola anche noi ai nostri ragazzi, adolescenti e giovani, perché non si segnino stupidamente col segno di Cristo solo come porta fortuna, ma imparino a portare nel cuore e nella vita questo segno che nessuno toglierà più dalla vita di ciascuno; un segno che è quanto mai bello ed entusiasmante testimoniare.

La nostra vita è iniziata nel nome della Trinità col Battesimo e si estingue su questa terra nel nome della Trinità attraverso l’aspersione del corpo con l’acqua benedetta, memoriale del Battesimo; durante la vita ci segniamo nel nome della santa Trinità e più volte al giorno questo segno ritorna in noi e su di noi: in poche parole viviamo dall’inizio alla fine della vita e dall’aurora al tramonto di una giornata nel nome della Trinità. Siamo praticamente abbracciati da Dio: che volete dire, miei cari cristiani? Lasciamoci abbracciare da Dio e tutto sarà più bello, tutta la vita avrà più senso e tutto sarà più al sicuro, anche se la vita – in questo periodo l’abbiamo ben capito – può traballare. E non poco.