Cristo Re dell’universo A

22 novembre 2020

Giunti al termine di un cammino ci si guarda indietro e si valuta il percorso fatto. È così quando si sale in montagna ed è così al termine di una competizione. Giunti al traguardo della nostra vita ci guarderemo indietro e valuteremo se il percorso fatto è stato vissuto al meglio e se abbiamo speso tutte le energie possibili per raggiungere la meta nel migliore dei modi. Saremo davanti al grande Re, nostro Signore, ed Egli ci dirà: «Ho avuto fame, sete, ho avuto bisogno di una visita, di una cura, di un’attenzione: e tu cosa hai fatto?»; e se ci verrà da rispondergli: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli ci risponderà: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». Ci guarderemo indietro al termine del nostro cammino terreno e ci accorgeremo che in alcuni ambiti potevamo osare di più, in altri potevamo far fruttare al meglio i nostri talenti, in alcuni momenti ci siamo persi e le nostre lampade si sono spente lasciandoci nell’oblio del buio, chiusi nelle tenebre di un cuore che non si è aperto al Signore, ma ha pensato solo a se stesso. E lì, davanti al suo trono regale, dovremo rispondere se ci siamo presi cura più di noi stessi che degli altri, se li abbiamo amati come lui ci ama tanto da rassomigliare a un pastore buono che va in cerca della pecora perduta, si prende cura di quella malata, fascia quella ferita e riconduce al pascolo quella smarrita, porta attenzione a quella grassa e a quella gracile e per tutte dona la sua vita.

Ci guarderemo indietro, anzi ci guardiamo già indietro e comprendiamo tutto l’amore e le attenzioni che abbiamo ricevuto dal Signore: siamo noi quella pecora smarrita, soprattutto in un tempo dove non comprendiamo più cosa stia succedendo e come sarà il nostro futuro, ma siamo certi che nelle braccia del Signore, buon pastore, staremo al sicuro, qualsiasi cosa accada, e in lui possiamo mettere il nostro futuro, i nostri progetti, le nostre aspettative; siamo noi la pecora perduta che a volte anziché cercare i verdi pascoli si mette a brucare l’erba sintetica delle falsità e delle cose aberranti di questo mondo che ogni giorno si sentono giungere da ogni parte della terra, dove tutti lottano contro tutti e di fronte alle catastrofi che ci coinvolgono cerchiamo ancora di cavarcela per mostrarci forti e vincitori contro chi vogliamo surclassare; per non parlare delle situazioni drammatiche che si consumano nei nostri giovani, quando l’erba sintetica non è solo una metafora, o nelle case degli anziani messi da parte nella speranza lascino un’eredità cospicua e si tolgano presto dai piedi; siamo noi la pecora grassa che vive nell’opulenza dell’avere tutto e anche un paio di stupide scarpe, pur di restare al passo coi tempi, portano genitori e non solo a correre nella mischia pur di mostrare a tutti di non essere rimasti indietro; siamo noi la pecora gracile che ha fame di Dio, ma si accontenta delle tendenze di questo mondo, cercando più ciò che ci arricchisce e ci mette in mostra davanti agli altri che non ciò che ci sfama veramente.

Senza il Signore saremo come quelle giare, a Cana, che restarono senza vino: senza l’amore che viene dal Signore anche la nostra vita, la nostra esistenza e le nostre relazioni familiari e personali saranno vuote, insignificanti.

Abbiamo estremamente bisogno di Dio, un Dio che non ci giudichi, perché il verdetto sarebbe terribile, ma che ci riporti all’ovile, la Chiesa, nella quale godere non di una vita sicura, ma certamente più bella ed entusiasmante, perché non saremo lasciati soli nel decidere dove andare per poi perderci, ma saremo condotti da lui, che è il buon pastore che

su pascoli erbosi ci fa riposare

e ad acque tranquille ci conduce.
Rinfranca l’anima nostra,
ci guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. 
Davanti a noi prepara una mensa
sotto gli occhi dei nostri nemici.
Unge di olio il nostro capo;
il nostro calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà ci saranno compagne
tutti i giorni della nostra vita

e abiteremo ancora nella casa del Signore 

per lunghi giorni.