Battesimo del Signore

10 gennaio 2021 

Riempite d’acqua le anfore. E le riempirono.

L’acqua è sempre stato un elemento essenziale per l’umanità e sempre lo sarà. Il mondo è ricoperto per gran parte di acqua, il nostro organismo contiene il 70% di acqua e la natura senza l’acqua morirebbe, l’uomo compreso.

L’acqua diventa elemento essenziale anche per la vita dei figli di Dio.

Così dice il Signore per bocca del profeta Isaia:
«O voi tutti assetati, venite all'acqua,
voi che non avete denaro, venite.

Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».

Ma l’acqua senza lo Spirito resterebbe solo un elemento naturale che agisce su corpi viventi, vegetali, animali. Perché l’acqua abbia il suo effetto vitale nel cuore dell’uomo e non solo nel suo corpo, ha bisogno dello Spirito. Ed ecco che, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 

Lo Spirito scende su Cristo, perché l’acqua nel battesimo di Giovanni Battista serviva come simbolo per la purificazione dei peccati, mentre Cristo in quell’acqua si è immerso rendendola per mezzo dello Spirito acqua che non purifica il corpo, ma risana il cuore.

Ecco perché l’apostolo Giovanni scrive: Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.

Il sangue a cui si riferisce l’apostolo, non è altro che quello versato da Cristo sulla croce e dopo la sua morte, quando il centurione gli trafisse il costato con la lancia, ne uscì sangue ed acqua. Il Centurione, annota l’evangelista Marco, in quel momento riconobbe in Cristo il Figlio di Dio e riconoscendo Cristo riconobbe la sua fede scaturita dalla croce. Cos’è quell’acqua che uscì da quel santo costato? Non è la stessa che accolse Gesù nel Giordano? Non è la stessa della quale vennero riempite le anfore a Cana? È la stessa, sì, e solo quando l’acqua è santificata dallo Spirito di Dio, in Cristo Gesù, reca un beneficio che senza gli occhi della fede non potremmo riconoscere. Infatti, Cristo santificò l’acqua del Giordano perché il Battesimo non fosse più solo di purificazione, ma ci acquistasse la grazia di diventare figli di Dio; a Cana Cristo non ha solo chiesto a quei servi di riempire d’acqua le anfore, bensì santificò l’unione di quei giovani sposi, liberandoli dal vuoto di una cerimonia puramente contrattuale e colmandoli della Grazia divina degna di una festa senza paragoni; quell’acqua scaturita dal costato di Cristo sulla croce battezzò il centurione, primo uomo – pagano – a divenire figlio di Dio nel Figlio Gesù Cristo.

E prima del centurione abbiamo visto la Grazia di Dio agire nei Magi: pagani quei sapienti, pagano il centurione, ma per tutti Cristo si è manifestato, perché la salvezza di Dio non è per qualcuno, ma per tutti.

L’Epifania non è racchiusa in un giorno solo, ma è un tempo di manifestazione nel quale sono raccolti più eventi. Comprendiamo allora l’antico inno che gli antichi padri della Chiesa ci hanno trasmesso e che la liturgia ci porta a pregare:

I Magi vanno a Betlem e la stella li guida:
nella sua luce amica cercan la vera luce.
Il Figlio dell'Altissimo s'immerge nel Giordano,
l'Agnello senza macchia lava le nostre colpe.
Nuovo prodigio, a Cana: versan vino le anfore,
si arrossano le acque, mutando la natura.

Cristo ha ricolmato le nostre giare, la nostra vita dello Spirito attraverso il dono dell’acqua santificata dalla sua immersione nel Giordano e nella sua morte: immergiamoci nell’acqua battesimale e lasciamoci riempire la vita dello Spirito che procede dal Padre attraverso il Figlio: portiamo i nostri bambini al fonte battesimale non per un semplice atto dovuto, ma per un atto d’amore verso di loro, consapevoli che diventare Figli di Dio è il più bel regalo che una coppia di sposi possa fare ai propri figli.

Lasciamo che la vita matrimoniale e le nostre famiglie siano ricolme dello Spirito di Dio, perché – dice ancora l’apostolo Giovanni – Dio è amore. E dove c’è Dio si è ricolmi di amore. Una coppia e una famiglia senza Dio non possono conoscere l’amore, ma solo uno stare insieme vuoto, come si erano svuotate le anfore a Cana nel bel mezzo di quella festa di nozze.

E se le nostre anfore saranno piene, saranno anche traboccanti come traboccante è la grazia di Dio in noi suoi figli. E non solo in noi, ma anche nei figli dei figli, di generazione in generazione.