Sant’Alessandro, martire

26 agosto 2021

 

O Dio, nostro creatore e redentore,

concedi alla tua Chiesa,

che oggi si allieta per il trionfo

del santo martire Alessandro,

di essere liberata da ogni macchia di peccato

e di ottenere quel premio che egli ha meritato

con la suprema testimonianza della fede.

Con queste parole la Liturgia di oggi ci fa invocare il Padre nel giorno glorioso nel quale invochiamo il Santo Patrono della nostra Chiesa Bergamasca.

Come dal sangue del martire Alessandro reciso come un fiore dal gladio, cioè dalla spada, nacquero gigli e rose, segno della sua fede pura nel Signore, così dal suo sangue nacque la Chiesa di Bergamo fondata sull’amore di Alessandro per il suo Signore. Un amore che lo ha portato ad entrare nella schiera degli amici del Signore, quelli che hanno messo in atto il comandamento dell’amore sul quale è fondata la Chiesa di Cristo e quindi ogni cristiano.

Ma cosa ha fatto di straordinario Alessandro per essere annoverato tra gli amici del Signore? Cosa fanno i cristiani di particolare per vivere in modo differente dagli altri uomini e donne? Ce lo dice Agostino:  Quando veneriamo i martiri, rendiamo onore ad amici di Dio. Volete sapere che cosa ha fatto di loro, degli amici di Dio? Lo indica Cristo stesso; afferma infatti: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate a vicenda» (Gv 15, 12). Si amano a vicenda quelli che intervengono insieme agli spettacoli degli istrioni; si amano a vicenda quelli che si trovano insieme a ubriacarsi nelle bettole; si amano a vicenda quelli che sono accumunati da una cattiva coscienza. Cristo dovette fare perciò una distinzione nell’amore quando ebbe a dire: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate a vicenda». In realtà, la fece; ascoltate. Dopo aver detto: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate a vicenda», subito aggiunse: «come io vi ho amato». L’amore verso Dio che ha portato Alessandro e una lunga schiera degli amici di Dio a dare la vita, come l’ha donata Cristo per la Chiesa, deve spingere la Chiesa, cioè noi, ad amare Dio e ad amarci gli uni gli altri dello stesso amore con cui Dio ci ama in Cristo suo Figlio e nostro Signore.

Gran cosa è il martirio, ma se non è animato dall’amore per ciò in cui si crede diventa un inutile spargimento di sangue; gran cosa è la Chiesa, ma senza l’amore che lega i fratelli e che proviene da Dio, è solo un agglomerato di persone che stano insieme per sussistenza.

Celebrare in questo anno la memoria della Consacrazione della Chiesa ci deve aiutare, sull’esempio del patrono Sant’Alessandro e di molti innumerevoli cristiani, a donare la vita per amore di Dio e ad amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati: solo così non sarà stato vano lo spargimento del sangue, ma è divenuto seme di cristiani per la terra di Bergamo e quindi per ogni nostra comunità intrisa ancora di quel sangue che non deve essere solo ricordato, ma trasformato in amore fraterno per continuare a costruire la Chiesa che è la famiglia di Dio e quindi la nostra famiglia in quanto cristiani. Siano vinte le tensioni, spariscano le contrapposizioni, muoiano le divisioni e gli attriti: così facendo daremo vera credibilità alla Chiesa di Dio, continuerà a vivere il Vangelo di Cristo in noi, renderemo il giusto omaggio ai santi e continueranno a sbocciare i gigli della santità che Alessandro e tanti nostri fratelli hanno seminato a prezzo della spada, del sangue e della fede in Cristo.