Commemorazione di tutti i fedeli defunti

2 novembre 2022

 

La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso.

Chissà quante volte, visitando il sepolcro dei nostri cari defunti ci siamo chiesti se essi siano in paradiso e cosa stiano facendo. Chissà quante volte avremmo voluto raggiungerli anche solo per un attimo, per riabbracciarli e stare per qualche momento con loro. Chissà quante volte abbiamo cercato di capire che canale usare per comunicare con loro.

Ce lo ha detto il santo curato d’Ars: La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso.

Il canale più sicuro per entrare in comunione con i nostri cari defunti è la preghiera, quella che congiunge la terra al cielo e ci fa pregustare il paradiso in terra. Tra le tante forme di preghiera, quali la lode, il rendimento di grazie, l’onore e la richiesta di perdono, vi è anche quella di intercessione per i vivi e quella di suffragio per i defunti. Cosa significa suffragarli se non aiutarli a raggiungere il paradiso, spingendoli sempre più su, sempre più in alto. E questo lo possiamo fare solo ed esclusivamente con la preghiera. Che grande potere ha la preghiera!

Perché le anime dei giusti sono al sicuro nelle mani di Dio e nessun tormento può loro far male? Perché non vi è luogo più sicuro che il Paradiso e non vi è abbraccio più difensore che quello di Dio. Tuttavia, al sicuro nelle mani di Dio ce li mettiamo noi tutti i giorni, ogni volta che chiediamo:

L’eterno riposo, dona loro, o Signore.

Splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.

Sì, Amen! Sì, è così! Sì, noi crediamo che solo nelle mani di Dio i nostri cari morti stanno al sicuro e coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti. Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.

La nostra preghiera di suffragio acquista un valore ancor più grande che diventa com-unione: ogni volta infatti che partecipiamo alla celebrazione della Messa non siamo in comunione solo con i vivi, ma anche con i nostri cari defunti e con tutti coloro che riposano in Cristo. Che cos’è la comunione se non questo legame d’amore tra i vivi e i defunti, tra i pellegrini su questa terra e coloro che godono la beatitudine del paradiso. Amando i nostri cari che hanno lasciato questa terra, ma non la nostra vita, noi non possiamo evitare di aiutarli a raggiungere la meta eterna, perciò mediante la nostra preghiera di suffragio siamo loro vicini e con la comunione eucaristica siamo uniti a loro nel cammino verso Dio.

Vogliamo che i nostri morti siano vivi al cospetto di Dio? Non dimentichiamoli.

Vogliamo che i nostri morti raggiungano presto la casa del Padre? Preghiamo per loro.

Vogliamo che i nostri morti godano del riposo eterno nelle braccia di Dio? Sentiamoci in comunione con loro e accostiamoci all’Eucaristia per noi e per loro, per i vivi e per i defunti.

Offrendo il pane e il vino per il sacrificio eucaristico, il sacerdote invita l’assemblea ad unirsi in questo atto sacro dicendo:

Pregate, fratelli e sorelle, perché il sacrificio della Chiesa, in questa sosta che la rinfranca nel suo cammino verso la patria del cielo, sia gradito a Dio Padre onnipotente.

Pregate. Preghiamo per noi in cammino verso la patria del cielo; preghiamo per i nostri cari perché mediante il nostro suffragio possano entrare per sempre nella patria del cielo.

Questo mistero è grande: è un atto della nostra fede che ci permette di credere che la morte non sia l’ultima parola, ma che Cristo l’abbia distrutta per sempre. Diversamente come potremmo cantare: L’anima mia ha sete del Dio vivente, quando vedrò il suo volto?