Giovedì Santo

Cena del Signore

28 marzo 2024

 

Quanti rumori sentiamo in una giornata? Proviamo ad ascoltarli questa sera in questo cenacolo: sentiamo il rumore del riscaldamento, i banchi che scricchiolano al nostro muoverci, le auto che passano sulla strada. Sono così tanti i rumori che ascoltiamo che nemmeno li memorizziamo. Ci sono poi rumori più quotidiani, quelli di tutti i giorni che produciamo con le nostre mani, ma sono così scontati che nemmeno ci accorgiamo. Anche Maria nella casa di Elisabetta ha sentito questi rumori.

In questa “stanza al piano superiore” ci sono almeno due rumori comuni che vogliamo ascoltare con profonda attenzione: sono i rumori della carità.

Il primo è il rumore dell’acqua versata sui piedi dei Dodici che cade nel catino. Questo rumore ci ricorda la tenerezza di Gesù verso i suoi apostoli, chino sui loro piedi, tra l’imbarazzo di Pietro e la commozione degli altri. Ma è anche un monito serio e severo: «Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». È una questione di esempio, che vale più di molte parole. E noi viviamo in questo mondo, nel quale gli esempi contano molto più di tante parole. Gli insegnamenti dei genitori verso i figli, dei nonni verso i nipoti, degli educatori verso i più giovani contano molto, ma siamo anche in un’epoca dove l’ascolto è quanto mai faticoso, praticamente un’arte che si sta estinguendo, per questo gli esempi e la testimonianza acquistano un valore ancor più importante.

Il secondo rumore che ascoltiamo in questa sera è quello del pane quando viene spezzato: ha una fragranza che, se ascoltiamo bene, sembra musica. Ci fa bene ascoltare il rumore del pane spezzato, perché ci ricorda che mangiare insieme e condividere un pezzo di pane è la cosa più bella che possiamo vivere. Ci ricorda anche coloro che non possono spezzare e nemmeno condividere il pane con altre persone, perché sono sole o bisognose persino del pane.

Mentre partecipiamo alla Cena del Signore, ascoltiamo questi rumori da tavola e impariamo a far posto anche agli altri, ascoltandoli con cuore attento.

Eccoci in questa stanza grande. Tanto grande da poter contenere Te e l’umanità intera, Signore. Anche i più piccoli, quelli che nessuno più  vuole se non la Tua grandezza. Anche i più poveri, accolti unicamente dalla Tua ricchezza. Anche i più disperati, abbracciati solo dalla tua speranza. Anch’io…

E non serviranno altre parole, perché basteranno il rumore dell’acqua nel catino e il pane spezzato sulla mensa a ricordarci d’ora in poi lo stile della carità e saranno questi rumori così domestici a dettarci la predica più bella.