Venerdì Santo

Via Crucis

29 marzo 2024

 

«Oh, Signore, come è pesante a portarsi questa croce!».

«Lo dici a me? Io l’ho portata lungo un cammino più astio».

«Signore, siete voi? È la vostra voce? Siete voi che mi parlate?».

«Non ho mai smesso di parlarti, ma tu non mi sentivi perché avevi le orecchie chiuse dall’orgoglio e dalla violenza».

«Grazie, Signore! Io ora odo la vostra voce e tutto è bello quassù».

 

È il dialogo tra don Camillo e il Crocifisso. Dopo essere stato esiliato a Montenara a causa dei suoi modi rocamboleschi di trattare le questioni a Brescello, don Camillo sembra non udire più la voce del Cristo che gli parla ogni qual volta si rivolge a lui. Quindi, fattosi forza, scende al paese per riprenderselo, trovandolo chiuso in sacrestia, per volontà del nuovo prete. Così, in modo furtivo, mentre il buio della notte e le grandi piogge della pianura padana avvolgevano il paesello reggiano, con l’aiuto del sindaco Peppone, riesce a portare il Crocifisso all’inizio della mulattiera che sale a Montenara. Caricatolo sulle sue grosse spalle compie una vera e propria Via Crucis tra la burrasca del vento, il diluvio della pioggia e, appena più in alto, sotto una copiosa nevicata. È lì che don Camillo inizia a lamentarsi della pesantezza della croce ed è in quel momento che ricomincia a udire la voce del Cristo dando vita a questo brevissimo, ma intenso dialogo.

 

«Oh, Signore, come è pesante a portarsi questa croce!».

«Lo dici a me? Io l’ho portata lungo un cammino più astio».

«Signore, siete voi? È la vostra voce? Siete voi che mi parlate?».

«Non ho mai smesso di parlarti, ma tu non mi sentivi perché avevi le orecchie chiuse dall’orgoglio e dalla violenza».

«Grazie, Signore! Io ora odo la vostra voce e tutto è bello quassù».

 

Quante Via Crucis questa sera si stanno compiendo nel mondo, eppure quante Via Crucis ogni giorno si consumano anche nelle nostre comunità; quante Via Crucis si compiono ogni giorno nelle case degli ammalati, nelle corsie degli ospedali, nelle case di cura; quante Via Crucis si compiono nelle stazioni della città, nelle quali la delinquenza, la violenza e la pazzia la fanno da padrona; quante Via Crucis si consumano nelle periferie tra case abbandonate, tra covi di spacciatori e rave party di drogati; quante Via Crucis si compiono nelle case abitate dalla solitudine, dall’incuria, dalla malasanità.

In ogni luogo c’è il Cristo Crocifisso che parla, anzi, urla, ma non viene udito, perché l’uomo ha le orecchie chiuse dall’orgoglio, dalla violenza, dalla smania di potere e di ricchezza. Quante croci potremmo portare se il cuore dell’uomo riuscisse ancora a udire e ancor di più ad ascoltare la voce del Cristo Crocifisso che parla, urla, grida nel silenzio inquietante di questo nostro mondo.