Battesimo del Signore B

7 gennaio 2017

Davvero il Verbo di Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare la nostra carne mortale. Lui stesso, pur essendo Dio, si mette in fila con gli uomini peccatori per ricevere da Giovanni il Battesimo. Mentre però gli uomini si facevano battezzare da Giovanni per la purificazione dei peccati, il Figlio di Dio si immergeva nell'acqua per santificarla ed inaugurare per noi un nuovo tempo, il tempo della grazia che ci salva dalla corruzione del peccato. Egli si immerge nelle profondità della terra, perché la terra potesse essere santificata da Dio. Egli si immerge nelle acque, perché le acque si santificassero e donassero all'uomo la dignità dei figli di Dio, divenendo non solo un segno esteriore di purificazione, ma un segno sacro di santificazione. Dio si è fatto uomo, perché l'uomo, mediante il Battesimo diventasse Dio. Dio è sceso sulla terra, perché l'uomo, rivestito di divinità, tornasse a Dio. Dio non ha solo squarciato i cieli per effondere sul Figlio diletto il suo Spirito, ma ha aperto i cieli perché mediante il Figlio e lo Spirito l'uomo potesse entrare nei cieli e godere eternamente della vita beata in Dio. Questo grande mistero che celebriamo nel sacramento del Battesimo ci deve aiutare a vivere la nostra vocazione battesimale consapevoli di questa grazia che Dio ci ha donato. Nella casa di Betlemme abbiamo contemplato Dio nella nostra carne mortale, nel fiume Giordano contempliamo Dio che apre a noi la strada dell'immortalità. Se nel Mar Rosso aveva aperto al popolo di Israele la via per la libertà, nel fiume Giordano ha aperto a noi la via per l'immortalità. Non dobbiamo mai dimenticare la fonte del nostro essere cristiani, la fonte del nostro essere uomini chiamati all'immortalità. Troppo spesso i cristiani dimenticano l'origine della propria vocazione, troppo spesso dimenticano la fonte alla quale si sono dissetati per una vita non votata alla morte, come fu nel diluvio universale, ma alla vita eterna grazie a Cristo. Comprendiamo allora ciò che scrive il profeta Isaia anticipando il grande mistero nascosto per secoli:  “Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete»”. “Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”, scrive l'evangelista Giovanni nel suo prologo. E proprio perché la grazia viene da Cristo, comprendiamo bene le parole di Dio per mezzo del profeta: la grazia è gratuita, non ha prezzo l'inestimabile dono di Dio che ci ha dato nel renderci suoi figli. Ieri abbiamo contemplato i doni dei Magi al Bambino, oggi contempliamo il dono di Dio che nel Figlio ci rende suoi figli. Perché il mondo dimentica troppo spesso questo grande dono? Perché il mondo sembra aver dimenticato Dio? Perché ci dimentichiamo questa sovrabbondante grazia dimenticando Dio e vivendo come se egli non fosse nostro Padre? Certamente il mondo autosufficiente in cui viviamo non ci aiuta in questo, ma siamo chiamati per grazia a vivere il nostro Battesimo come figli. Lasciamoci dunque inondare da questo dono e viviamo la nostra vocazione cristiana di discepoli del Figlio, come figli amati dal Padre che ha dato nel Figlio tutto il suo amore per noi, uomini, fragili, peccatori, ma non votati alla morte che il peccato ci procura, ma alla vita che il Padre ci ha donato.