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IX del tempo ordinario B

3 giugno 2018

La questione in gioco è il sabato. Gli antichi latini chiamarono i giorni della settimana attribuendo loro il nome da una delle divinità pagane alle quali si affidavano o agli astri che splendono in cielo. Ma andiamo con ordine: il lunedì era il giorno della Luna, il martedì il giorno di Marte, il mercoledì era dedicato a Mercurio, il giovedì al grande Giove, venerdì a Venere, dea della passione e il sabato a Saturno. E la domenica era il giorno del Sole, primo giorno della settimana, proprio perché grazie al sole tutto vive. Gli anglofoni ce lo mostrano ancor meglio: chiamano infatti la domenica sunday, che letteralmente significa giorno del sole. Fatta questa premessa di carattere astrologico ed etimologico torniamo alla questione del sabato, non però come veniva intesa dai pagani, ma dagli ebrei. Nel racconto della creazione, scritto nel libro della Genesi, Dio, dopo aver dato forma ad ogni cosa in sei giorni, nel settimo riposa. E come verrà chiamato questo giorno? Giorno del riposo, che in ebraico si dice shabbat, ovvero sabato. Essendo il giorno del riposo, Dio ordina di non fare alcun lavoro, alcuno sforzo, tanto che ancora oggi gli ebrei si attengono fedelmente a questa prescrizione. È il giorno nel quale ricordare Dio, giorno nel quale il tempo viene impiegato per Dio tralasciando le faccende umane. Possiamo a riguardo ricordare la diatriba tra Gesù e gli scribi, quando in giorno di sabato Gesù compie un miracolo di guarigione. Essi, indignati, rivolgendosi alla folla, dicono: «Avete sei giorni per venire a farvi curare e non in giorno di sabato». Ma Gesù risponderà: «Se a un uomo cade un asino o un bue in un pozzo, non lo tirerà fuori il giorno di sabato?». La stessa diatriba la troviamo a riguardo di altre vicende come quella dell'uomo dalla mano inaridita o delle spighe di grano strappate dai campi. La domanda di Gesù è lampante, tagliente, penetrante nel profondo del cuore: «Il giorno di sabato è lecito salvare una vita o toglierla, fare il bene o il male?». Il sabato, cioè il giorno del riposo, è stato fatto perché l'uomo si riposi e non perché sia schiavo di regole che gli impediscono di fare il bene. Ogni giorno infatti l'uomo è signore sul sabato, ogni giorno l'uomo è chiamato ad una sola regola, quella di fare il bene e non c'è legge che glielo impedisca, perché ogni legge è volta al bene e non può essere in contraddizione con sé stessa. O almeno così dovrebbe, poiché al giorno d'oggi non è affatto vero che tutte le leggi siano volte a un fine di bene; forse lo sono per i parlamentari che l'hanno creata allo scopo di raccogliere i voti dei sostenitori di idee a volte pazzesche, ma che non hanno nulla di buono e non fanno il bene della società. Prendiamo ad esempio il caso del rispetto per l'uomo e del lavoro. I centri commerciali aperti nel giorno festivo hanno portato i dipendenti a insorgere con il rischio del licenziamento, perché così prevede la legge a tutela del padrone. E questo è solo uno dei gravissimi esempi. Prendiamo in considerazione il giorno festivo vissuto ai nostri tempi: per gli ebrei, anche se in modo un po’ troppo radicale, è il giorno del riposo assoluto per dedicare il proprio tempo a Dio, mentre per i cristiani di oggi è il giorno del non lavoro per dedicarsi alle spese o ad altre faccende: c'è più gente al centro commerciale che nelle chiese. Questo fa pensare a che divinità siamo prostrati. Il consumismo festivo è ormai il nostro idolo. Il giorno festivo - per i cristiani la domenica, cioè il dies Domini, giorno del Signore e non di altre divinità - è diventato il giorno del far di tutto purché ci si dimentichi di Dio. In inglese tutt'ora la domenica si traduce giorno del sole; per i cristiani questo sole è il Signore che ci scalda con il suo pane, spighe macinate cotte nel fuoco dello Spirito per diventare il suo Corpo, nutrimento per la nostra fede; lui è il sole che illumina la nostra strada con la sua Parola a noi donata in particolare nell'Eucaristia domenicale e festiva. Perché allora con le nostre leggi e con la nostra mentalità suddita di nuove divinità abbiamo dimenticato il giorno del riposo, per far riposare il nostro spirito in Dio affinché anche la nostra vita sia votata a una causa sempre migliore e ogni giorno più ricca di valori e di spessore? Perché molti cristiani di oggi si battono per leggi che giustamente tutelino il giorno sacro per il riposo festivo, ma sono essi stessi che per primi non santificano la festa?