XIII del tempo ordinario B

1 luglio 2018

«Dico a te, fanciulla: Alzati!» Lo dice a lei, lo dice a me, lo dice a te, lo dice a ciascuno di noi: Alzati! “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi – dice il sacro autore ispirato dalla sapienza di Dio –. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono”. E allora perché continuiamo a pensare alla morte, lasciandoci ingoiare da ciò che ci conduce alla morte, ossia da quei sentimenti che chiudono il nostro cuore e le nostre vene, causando in noi arresti cardiaci che ci impediscono di essere persone che inneggiano alla vita? Perché lasciamo entrare in noi quell'invidia dell'antico serpente che morsica il nostro calcagno iniettandoci veleno mortale che ci porta a invidiare e a tramare cattiverie che pian piano ci conducono alla morte nella più assoluta solitudine? Fanciulla, uomo, donna, dico a te: Alzati! Alza quella testa e guarda in faccia le persone, anziché essere sempre ricurvo su te stesso; alza un po’ quel bel viso che Dio ti ha dato creandoti a sua immagine e somiglianza e smettila di incupirti per cose che oggi ci sono e domani sono svanite. Smettila di guardare in terra e al tuo ombelico come se fosse il centro del mondo e impara a guardare oltre al tuo naso, al di là di te stesso. Sorridi un po' e finiscila di piangerti addosso come se il mondo ce l'avesse con te e con nessun altro. Guarda quante possibilità ti dona il Signore di essere felice e tu lì, seduto a terra, impregnato di morte e di rabbia, non sai fare della vita un inno di gioia per ciò che il Signore ti ha dato. Lasciati incontrare dal Signore, nostro salvatore; lascia che sia lui a prendere la tua mano e ad alzarti da questo baratro infernale nel quale hai trasformato la tua esistenza a forza di covare odio e rancori. E se per un disegno provvidenziale del Signore egli passa fingendo di non vederti, allunga tu la mano, come quella donna affetta da emorragia, e tocca anche solo il mantello del suo Spirito che ti avvolge ogni giorno e lascia che la potenza guaritrice della sua Parola e dei suoi Sacramenti penetri in te e ti salvi. Ma ricordati bene ciò che Gesù disse a quel capo della sinagoga con una fede più grande della mia e di tanti cristiani di oggi: «Continua ad avere fede». Sì, perché è la fede che ti salverà, perché attraverso di essa accetterai che il Signore ti guarisca, ti prenda per mano e ti sollevi. E se anche tu come quella folla accorsa per piangere la ragazzina ti senti un po’ scettico sull'opera di Dio, non preoccuparti: tu la mano allungala verso il Signore, e se Egli ti solleverà significa che ne sarà valsa la pena aver sentito quell'imperativo che mai più scorderai: «Uomo, dico a te: Alzati!».