XXVI del tempo ordinario B

30 settembre 2018

Non si può stare dalla parte del Signore e nello stesso momento contro di lui. Come mi pesano queste parole! A me per primo il Signore le rivolge e mi fa capire che non posso predicare la sua Parola e vivere all’opposto, non posso dirmi cristiano e non vivere in conformità a Cristo. «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Mani, piedi, occhi, tutto il corpo è motivo di scandalo quando la mia vita non è in conformità col Vangelo. Sì, se dovessi fare la revisione del mio corpo, delle mie parole, dei miei sguardi, dei miei stessi pensieri, altro che macina al collo e fuoco dell’inferno. Il fuoco: bella cosa il fuoco, non solo perché scalda, ma soprattutto perché purifica. Abbiamo bisogno di fuoco, ma non quello dell’inferno, che forse ci purificherà a tempo debito, ma del fuoco dello Spirito che purifichi il mio e il nostro modo di vivere per essere sempre più conformi al Signore e ai suoi insegnamenti. Diversamente ecco avanzare gli scandali. Cosa è lo scandalo? La parola scandalo significa ostacolo: gli scandali infatti sono degli ostacoli alla verità, sono forme di pensiero, di vita, di azioni che deviano la vita retta, sono dei blocchi posti sulla strada giusta che impediscono di andare avanti correttamente. E quanti scandali nella Chiesa, nella politica, nella vita sociale, nella vita umana. In questi tempi la parola scandalo è stata utilizzata dai giornali e telegiornali ogni giorno: pedofilia, abusivismo, corruzione, concussione in ogni parte e in ogni dove e nessuno ne è inerme, nessuno, io per primo non devo tirarmi fuori a mani pulite. Ecco perché ho bisogno io più di tutti del fuoco dello Spirito che ogni giorno purifichi il mio cuore, lo renda sempre più capace di vivere il Vangelo e testimoniarlo senza scandalizzare nessuno. Come è difficile! A volte sembra così impossibile, tanto da portarci a dire sempre: «Cosa ho fatto di male?». Ogni volta che giustifichiamo un’azione sbagliata e contraria alla Parola del Signore commettiamo un doppio errore: quello commesso per la nostra fragilità umana e quello di giustificare ciò che giusto non è. In questi ultimi giorni nella nostra terra si è usata tantissime volte la parola scandalo o anche solo espressioni che ne ricordavano il concetto. La morte di Luigi, un ragazzino schiacciato tra due pullman insieme ad un altro che stava per perdere la vita, ha scosso le coscienze di tutti gridando al pericolo, allo scandalo di appelli non ascoltati, inveendo contro le istituzioni e le ditte di trasporti pubblici che non pongono attenzione alla sicurezza di molti, moltissimi ragazzi che si spostano con i mezzi pubblici per recarsi a scuola. Appelli che giustamente vanno fatti e che devono essere ascoltati, presi in seria considerazione per far scattare subito, senza aspettare un attimo in più, i debiti provvedimenti. E ti chiedi: perché deve sempre scapparci il morto per arrivare a dire che bisognava e bisogna fare di più? I fiumi di parole apparsi in televisione, sui giornali e sui social in questi giorni sono incalcolabili, ma serviranno agli studenti a prendere in seria considerazione la vita, a non uscire da scuola riversandosi sulla strada come tanti animali che scappano da un recinto? Serviranno alle istituzioni o a chi per loro a porre un rimedio a tutto ciò? Serviranno alle famiglie a mettersi in discussione? Allora mi chiedo se lo scandalo sia solo la non prevenzione attua a difendere vite umane da questi incidenti gravissimi o il fatto che i giovani si mobilitino a motivo di una vita spezzata tra le lamiere, ma il sabato successivo siano ancora in giro a sballarsi tra alcol e droghe leggere o pesanti che siano; mi chiedo se lo scandalo sia che si muoia in questa maniera o che chi di dovere si metta le mani nei capelli e poi continui la corruzione che porta soldi in tasta di molti a scapito della sicurezza di tutti; mi chiedo se sia più scandaloso vedere genitori che piangono per la morte così assurda di un ragazzo che poteva essere il loro o genitori che smettono di fare i genitori giustificando la vicinanza a chi non può più esercitare la propria genitorialità su un figlio tragicamente deceduto. Trovo assurde le parole comparse in rete di chi scrive: “Pensare a quante volte ci lamentiamo e ci arrabbiamo con i nostri figli, e pensare a quella povera mamma che non potrà più farlo”. Lo scandalo peggiore sta proprio quando i genitori smettono di essere genitori, quando presi da questi sentimentalismi pensano di essere vicini a una povera mamma smettendo di fare ciò che lei stessa continuerebbe a fare con suo figlio, perché i figli vanno ripresi quando sbagliano, ci si arrabbia se serve, si fa di tutto per renderli coscienti dei propri doveri e quindi dei propri sbagli. Non ci si arrende di fronte a terribili situazioni, ma da queste ci si rimbocca tutti le maniche e ci devono aiutare a vincere gli scandali sociali che provocano sciagure e portano a indignazioni, ma nello stesso momento gli scandali ci aiutino a vincere le nostre marcerìe, come le chiama l’apostolo Giacomo, per vivere in conformità con il Vangelo e con la vita stessa che non ci deve interpellare in un’occasione, ma in ogni momento.