Maria Madre di Dio

31 dicembre 2018

Messa di Ringraziamento

È ormai uno standard trovare sulla bocca delle persone e nel mondo tecnologico di oggi, sulle bacheche virtuali, l'augurio che il nuovo anno sia migliore di quello trascorso. Mi sono chiesto: ma perché tutti gli anni siamo ad augurare qualcosa di migliore? A forza di farlo, dovremmo ormai essere arrivati all'anno perfetto, a quello vissuto senza alcun rimpianto o ripensamento, a quello per cui niente di meglio poteva accadere. E invece no. Siamo qui ancora a sperare che il nuovo anno sia migliore. Perché? Forse perché non avevamo fatto i conti con gli imprevisti? O forse perché pensavamo di poter programmare un anno intero senza sorprese, purtroppo spiacevoli, visto l'aspettativa di un anno più positivo? O non è che facciamo fatica a dire grazie per ciò che è stato, affidando a Dio ciò che sarà, senza fare troppi calcoli, che poi si rivelano illusori e deludenti? Sì, sono convinto che in un mondo come il nostro, spesso facciamo fatica a ringraziare, vorremmo sempre qualcosa di più e di meglio. Certamente questo è normale per l'uomo, ma se imparassimo ad accontentarci di ciò che abbiamo, allora comprenderemmo di più la nostra vita, sapremmo gioire di più per le occasioni liete e daremmo senso anche alle vicende più tristi. Guardiamo ai pastori: se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Pastori, chi avete visto? Chi è apparso sulla terra? Abbiamo visto un bambino, e gli angeli che lodavano il Signore. Cosa c'è di più semplice? Non hanno trovato una miniera d'oro, non hanno visto il conto in banca lievitare di giorno in giorno, non hanno assistito a un evento prodigioso quale la guarigione paranormale di una persona. Hanno semplicemente visto un bambino e la sua famiglia, come gli angeli avevano loro annunciato. Abbiamo bisogno anche noi di riscoprire quella semplicità dei pastori che, sì hanno visto e udito voci di angeli, ma che hanno loro annunciato la nascita di un semplice bambino. Se avessero annunciato il ritrovamento di pozzi petroliferi da cambiare la loro economia, forse capiremmo di più la loro corsa a Betlemme? Se avessero trovato giacimenti di diamanti e pietre preziose da commerciare, comprenderemmo di più la loro gioia e il loro stupore? E allora rassegniamoci, perché si sono fidati di un Dio che li ha condotti ad una stalla attraverso la parola di angeli, suoi messaggeri, perché Dio non usa cellulari; si sono stupiti al vedere un bambino come tutti i bambini; sono tornati al loro gregge glorificando Dio per ciò che avevano visto e non perché erano diventati più ricchi economicamente. E più che rassegnarci, dovremmo imparare anche noi da loro a glorificare Dio, perché i doni ricevuti in questo anno ci hanno permesso di arricchirci interiormente attraverso esperienze belle o brutte, lieti o tristi, perché ogni evento ci arricchisce, aiutandoci a maturare sempre più. Del resto anche i pastori sono tornati alle loro case più ricchi di prima, interiormente, sì, ma molto più ricchi di prima. E allora non lamentiamoci sempre di ciò che è stato e di ciò che non abbiamo avuto: ringraziamo piuttosto Dio per ciò che ci ha donato e chiediamogli la grazia di meravigliarci, come Maria, di ciò che stringiamo tra le mani, perché solo accontentandoci sapremo essere persone semplici che si fidano di Dio, affidandogli il futuro, non solo perché sia migliore del passato, ma perché sia secondo la sua volontà.