Maria Madre di Dio

1 gennaio 2019

Giornata Mondiale per la pace

 Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli, scrive l'apostolo Paolo ai Galati. Potremmo dire che Dio, maturato il tempo, mandò il Figlio come sua totale rivelazione, nato nella carne umana per redimere l'uomo dal peccato. Nato da donna, come tutti, perché tutti ricevessimo la grazia di essere da lui riscattati dalla condizione del peccato. Una condizione con la quale dobbiamo fare i conti ogni giorno dell'anno, quello che se n'è andato e che ci siamo lasciati alle spalle e quello che si apre in questa giornata. Una condizione nella quale Dio non ci lascia soli, perché sa bene che la nostra fragilità è grande. Dio, infatti, donandoci il Bambino di Betlemme, suo Figlio, ci dona tutta la sua vicinanza. Ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana, perché noi, comuni mortali, potessimo condividere nella gloria la sua condizione divina. E di questo dobbiamo esserne riconoscenti. Fin dai tempi antichi Dio si è fatto vicino all'uomo per donargli il suo amore, la sua pace, per essere davanti all'uomo per guidarlo, dietro a lui per proteggerlo, accanto a lui per accompagnarlo. Quando venne la pienezza del tempo, Dio ci diede Cristo, stella luminosa della nostra vita, perché la nostra vita non cadesse nel baratro dell'insensatezza e della morte, ma fosse una vita bella, pienamente realizzata. E si servì di una donna, Maria, che con il suo Sì permise a Dio di donare a noi questo Figlio, che attraverso la sua passione, morte e risurrezione ci liberò dallaschiavitù del male e ci donò la vita nuova. Una vita nuova e santa che chiediamo per noi e per tutti come dono all'inizio di un nuovo tempo, di un nuovo anno. Una vita che sappia, come Maria, meravigliarsi di Dio e dei prodigi che egli compie in ciascuno di noi. Rendere grazie al Signore per i benefici che ci ha concesso in un anno e affidarci a lui perché ce ne conceda ancora nell'anno nuovo, significa ancora una volta rinnovare la nostra fiducia in Dio, che vuole il bene per la vita dei suoi figli. Un bene, però, che noi stessi dobbiamo essere capaci di costruire con le nostre stesse mani e con la nostra buona volontà. Quei pastori giunti alla culla di Betlemme, ci arrivarono guidati dalla luce di quella stella e dalla voce degli  angeli che dissero loro: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Il dono della pace che viene da Dio non possiamo tenerlo nascosto, come non si tenne nascosta quella stella che condusse i Magi da Oriente. Non possiamo tenere nascosto un dono così grande, ma dobbiamo renderlo luminoso, perché porti a tutti questa pace tanto sospirata nel mondo intero e anche nelle nostre case. Scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per la pace: Quando l’esercizio del potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia, perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro. Quando, invece, la politica si traduce, in concreto, nell’incoraggiamento dei giovani talenti e delle vocazioni che chiedono di realizzarsi, la pace si diffonde nelle coscienze e sui volti. Diventa una fiducia dinamica, che vuol dire “io mi fido di te e credo con te” nella possibilità di lavorare insieme per il bene comune. La politica è per la pace se si esprime, dunque, nel riconoscimento dei carismi e delle capacità di ogni persona. Cosa c’è di più bello di una mano tesa? Essa è stata voluta da Dio per donare e ricevere. Dio non ha voluto che essa uccida (cfr Gen 4,1ss) o che faccia soffrire, ma che curi e aiuti a vivere. Accanto al cuore e all’intelligenza, la mano può diventare, anch’essa, uno strumento di dialogo. La politica, lo dice la parola stessa, è cosa di tutti, riguarda tutti. A tutti sta il compito di promuovere la pace nelle case, nelle strade, nei paesi, nel mondo, a partire dal nostro piccolo. Anche la politica deve fare il suo ruolo e deve farlo bene. Nessun interesse personale, che è spesso ciò che cerchiamo nel fare qualcosa, ma il bene di tutti, del mondo, come di una singola comunità. Fidarsi di Dio che si fida di noi donandoci di esercitare il dovere della pace, significa comescrive il Santo Padre fidarsi dell'uomo con il quale costruire insieme questa pace, perché da soli non ce la faremo mai, fino a quando confideremo solo in noi stessi. Apriamoci come Maria al disegno di Dio, lasciamo che Dio agisca in noi, diventando portatori di quella luce che si chiama pace, divenendo stelle di pace in una società piena di piccoli o grandi conflitti che vanno dalle guerre alle liti in casa. Apriamo il nostro cuore a Dio, fidiamoci di lui e lui doni a noi la sua pace e la forza di esserne portatori nella vita politica, nella vita di tutti i giorni.