Epifania 

6 gennaio 2019 

«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Così si rivolgono i Magi ad Erode chiedendogli indicazioni sul nato re. Perché? Perché avevano bisogno di indicazioni se la stella era il loro riferimento per giungere al Re dei re? Era forse svanita? Era stato un miraggio? O forse la stella si era spenta proprio quando i Magi si rivolsero ad Erode? Non poteva brillare la stella là dove c'era solo aria di morte. Non poteva splendere la stella nella casa di colui che da lì a poco avrebbe ordinato lo sterminio di molti bambini innocenti pensando di uccidere anche Gesù Cristo. Non poteva emanare luce nel cuore di chi aveva solo tenebra, invidia e paura di soccombere. Ciò succede anche nel nostro mondo, perché non può Cristo splendere là dove ci sono tenebre, là dove c'è aria di gelosia e invidia, là dove c'è ombra di morte. Perché spesso avviene anche in noi di chiuderci nelle tenebre dell'invidia quando vediamo la vita degli altri felice e realizzata e la nostra non ancora; c'è in noi tenebra di paura quando pensiamo che Dio e l'altro siano attorno a noi per fregarci; c'è in noi il buio della morte quando siamo chiusi in noi stessi e non ci fidiamo di nessuno. Certamente questo mondo, oggi, non ci stimola ad aver fiducia. Eppure i Magi, venuti dal mondo, ci portano a Cristo per dirci che fidandoci della sua stella anche il nostro mondo potrà essere più giusto, più umano, più bello. Infatti, proprio quando si lasciarono alle spalle la reggia di Erode, tornarono a vedere quel segno luminoso che indicava loro la via giusta. Sì, la stella, che avevano visto spuntare li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Anche noi, abbandonati i nostri sentimenti di paura, di sfiducia, di invidia e gelosia potremo tornare a gioire perché la luce di Cristo brillerà sopra di noi e in noi e ci permetterà di percorrere le strade di questo mondo diventando noi stessi portatori di quella luce che vince le tenebre di questo mondo. Noi diventeremo frammenti così luminosi di quella stella da saper riportare fiducia nel mondo, anche là dove fiducia non c'è più e la speranza sembra essere scomparsa come scompare il sole e le stelle dietro una coltre spessa di nuvole. Noi,come i Magi, dobbiamo tornare alle nostre case, senza più passare da Erode, senza più cadere nella paura, nella sfiducia e nell'ombra di morte che nasce dal farci guerra gli uni gli altri per un posto, come fu per il Tetrarca. Fidiamoci ancora di un mondo che può cambiare, malgrado le notizie di giornali e telegiornali siano sempre più tristi che buone. Diventiamo nel nostro piccolo capaci di fiducia, perché questo nostro vecchio pianeta ha bisogno di fiducia. Portiamo a tutti quei frammenti di stella che Cristo ci mette nelle mani, rispondendo così al grande progetto vocazionale che lui ha su di noi. Quanti esempi, dopo i Magi, abbiamo davanti: chi sacerdote, chi religiosa, chi missionario in terre lontane: tutti hanno portato nel mondo la fiducia che con Dio tutto acquista un senso, tutto è più buono, tutto sa di Dio. Diventiamo anche noi missionari di fiducia nelle nostre case, nelle scuole, sul lavoro, per dire a tutti col nostro esempio che di Dio non dobbiamo aver paura, anche se ci chiama a salpare mari a volte agitati, anche se dobbiamo fare i conti con le difficoltà della vita, anche se incontreremo nella nostra traversata venti contrari al bene che possiamo seminare. Ma rispondiamo a Dio, rispondiamo alla sua chiamata, facciamoci missionari di questa stella e con tutta la nostra voce gridiamo: «Sulla tua parola, Signore, mi fido del mondo». Ascoltiamo anche noi l’invito di Isaia che ci sprona a non restare adagiati e chiusi nei fatti nostri: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce». E con i Magi gridiamo: «Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo». Nella figura dei Magi è tutto il mondo che segue la stella per arrivare a Cristo. Nella figura dei Magi ci siamo anche noi che seguiamo la stella per arrivare alla conoscenza di Cristo e della sua volontà. Ed è proprio il mondo che ci porta a Cristo quando ci parla di Cristo. Purtroppo questo non sempre succede: sta allora a noi incamminarci col mondo per arrivare a Cristo, anzi, sta a noi camminare col mondo per portare il mondo a Cristo lasciando perdere quella parte che, come Erode, non vuole Cristo, ma vuole allontanarci da lui. Fidiamoci della parte buona del mondo che c’è ed in viaggio con noi e diventiamo testimoni della luce di Cristo nel mondo. Sì, fidiamoci ancora di questo mondo e doniamogli luce. Questa è la nostra vocazione. Questa è la vocazione preziosa di ragazzi e giovani che risponderanno prontamente alla chiamata del Signore per essere suoi strumenti di luce nel buio di questo mondo.