XIV del tempo ordinario A

5 luglio 2020

Chi non vorrebbe sentire un annuncio come questo:

Esulta grandemente, figlia di Sion,

giubila, figlia di Gerusalemme!

In un mondo lacerato come il nostro e sempre più immerso in catastrofi e catastrofismi, una buona notizia oggi è preziosa come l’oro.

In realtà una Buona Notizia c’è e c’è sempre stata: si chiama Vangelo. Non la troviamo nei giornali di gossip che sfogliamo qua e là e nemmeno dalle pagine dei quotidiani. Eppure la possiamo trovare in ogni dove e in ogni quando, ovunque e sempre: basta volerlo. Non dobbiamo nemmeno recarci in libreria o in biblioteca per trovarla, perché basta averla in casa, magari sul comodino per leggere con interesse una pagina a sera, un capitolo al giorno; la troviamo sugli opuscoli preparati per noi sugli scaffali delle nostre parrocchie e non serve fare grandi acquisti, perché questo materiale è lì per noi e serve solo ritirarlo, leggere quotidianamente la Parola di Dio e meditarla; oggi poi la troviamo anche sul cellulare a portata di mano, attraverso i molteplici siti, quelli validi ovviamente, che ci propongono la Buona Notizia con le relative riflessioni. Insomma, non servono grandi sforzi, ma solo la buona volontà: la Parola di Dio è davvero con noi sempre e non ci sono più scuse. Sta a noi decidere se ascoltare solo cattivi annunci, pessimi pettegolezzi, proclami sportivi oppure dare più spazio e più tempo a quell’annuncio che è datato molteplici secoli o millenni, ma che resta quanto mai attuale e ci permette di affrontare e interpretare le notizie che ci vengono oggi dai mass media. Sì, la Parola di Dio è un ottimo interprete, non perché non siano chiari i comunicati che ci vengono dati, ma perché questi hanno un impatto sulla nostra vita e la buona Notizia che viene dal Signore ci aiuta a porre al meglio la nostra vita di fronte a queste notizie che il mondo ci presenta. Praticamente la Parola di Dio letta e meditata ci aiuta a vedere il mondo con quanto succede attraverso gli occhi di Cristo, per questo i cristiani sono avvantaggiati: vedono la storia e gli eventi con quattro occhi.

Innanzitutto con gli occhi dello Spirito e questo ce lo ribadisce bene l’apostolo Paolo quando scrive: “Voi, fratelli, non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene”. È lo Spirito, infatti, che ci permette di vedere la realtà con gli occhi di Cristo e ci permette di vagliare bene le cose, comprenderle, elaborarle, permettendoci così di affrontarle non con impeto, ma con saggezza. E dello Spirito del Signore ne abbiamo tutti assai bisogno. Perché? Semplicemente perché “se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”. Insomma, lo Spirito Santo non ci permette solo di vedere le cose con gli occhi di Dio, ma da risorti in un mondo che ci parla solo di morte a tutti i livelli e per le tante e troppe cause naturali o riconducibili alla mano perfida dell’uomo. Abbiamo urgente bisogno dello Spirito che ci permetta di passare dalla decadenza della morte a un mondo che goda della gioia della risurrezione, dove le persone siano meno affrante e più felici, meno chiuse a difendere se stesse e più aperte a far del bene, meno concentrate sui desideri carnali ed economici e più disponibili a lasciare agire lo Spirito di Dio, poiché “fratelli, noi non siamo debitori verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”. Così l’apostolo Paolo ci invita a scegliere la vita, quella vera, quella piena, quella gioiosa, quella che rende il nostro mondo non schiavo del male, ma libero di compiere il bene, senza troppe frustrazioni e senza remore. Ma perché questo avvenga occorre accogliere l’invito di Cristo che, guardando ancora oggi al nostro mondo così stanco, così malato di odio, di cattiverie e di rabbie, così abbattuto per quanto succede, ci dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».