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XXX del tempo ordinario A

25 ottobre 2020

La legge. Che cosa è la legge? In questo periodo pandemico siamo sommersi da leggi, alcune chiare, altre confuse, alcune discutibili. Eppure la legge è quella, ma – si dice – fatta la legge, trovato l’inganno. La legge, sappiamo, regola la vita sociale e ci permette di rispettare persone, situazioni, ambienti. La legge è quella e osservarla è un compito morale. Tante volte invece la legge viene rispettata più per paura di essere messi alla gogna, di essere sanzionati o di finire dietro le sbarre. Spesso vorremmo passare anche col semaforo rosso, se già non lo facciamo, ma poi ci fermiamo, più presi dalla paura che dietro l’angolo un agente ci fermi e ci ritiri la patente, che non per il pensiero di poter commettere una strage. Forse anche in questo periodo siamo più preoccupati di rispettare tutti i decreti ministeriali per paura di cadere nel penale che non per la preoccupazione di contagiare o di essere contagiati. E allora come dobbiamo vivere nei confronti della legge?

C’è una legge che diventa lei stessa contagiosa: è quella che il Signore ci ha insegnato attraverso i suoi comandamenti, ovvero attraverso le sue leggi. La legge di cui egli ci parla è quella dell’amore per Dio e per il prossimo. È la legge che Dio ha dato al suo popolo, già attraverso Mosè e le dieci tavole, i dieci comandamenti che abbiamo imparato a memoria a catechismo e che oggi vengono subito dimenticati. Dio, quei comandamenti, non li ha dati al suo popolo perché non sapeva cosa fare; essi sono nati in una situazione ben precisa: il popolo d’Israele, che Dio aveva appena liberato dalla mano degli egiziani ridandogli la libertà, aveva deciso di mettere da parte Dio, affidandosi al vitello d’oro, un idolo dal popolo scolpito, e sicuramente anche tra loro le cose non andavano poi così bene tanto da portare il Signore Dio a dire: non uccidere; non rubare; non giurare il falso; onora il padre e la madre; non commettere adulterio con il corpo, con lo sguardo, col desiderio. Insomma, al popolo eletto servivano leggi concrete che permettessero di vivere tra loro anche solo civilmente. Gesù invece va oltre, non scrive tanti DPCM – come siamo abituati a chiamarli oggi – e non stila molte ordinanze, ma si limita a dire cosa fare nella vita se vogliamo essere felici: amare Dio e amare il prossimo.

Facile a dirsi; ma a farsi? Può sembrare facile amare Dio, ma quello che più ci complica la vita è amare il prossimo, soprattutto chi non ti ama e che vorresti amare anche più della vita. Quanti genitori si trovano in un baratro per l’odio che i propri figli provano per essi; quanti fratelli non si guardano più in faccia perché entrambi o anche solo uno di loro ha deciso così per cose futili o per la solita eredità; quante persone si odiano per delle incomprensioni e sciocchezze e fino a un momento prima erano legatissime e magari una delle due parti si porta dentro ancora una gran voglia di ricucire lo strappo, ma non le vien data la possibilità; quanti coniugi si trovano su banchi dei tribunali per dichiararsi guerra e qualche anno prima si erano giurati amore eterno.

Fatta la legge, trovato l’inganno. Vale anche per la legge che il Signore ha dato al suo popolo e dona ogni giorno a noi: sappiamo bene cosa sia la legge dell’amore, ma non riusciamo proprio a viverla. Forse perché, a differenza delle leggi civili e penali, la Legge di Dio non ci mette addosso la paura di sanzioni?

Effettivamente non si è mai sentito che una persona che odia un’altra sia andata incontro alla galera o a provvedimenti penali, salvo che l’odio l’abbia portata a commettere delitti o qualcosa di simile. Tuttavia, se ci pensiamo bene, l’odio stesso diviene una prigione dentro la quale uno muore pian piano per il male che prova, perché l’odio uccide e la rabbia consuma.

La legge del Signore invece ci fa uomini liberi, capaci di contagiarci di quella gioia di vivere che l’amore sa donare, aiutandoci non solo a rispettarci a vicenda, ma a vedere nell’altro quel volto di Dio che ama e proprio perché ama perdona e perdonando libera l’uomo da ciò che incatena e lo rende schiavo del proprio astio.

Non è facile, ma il Signore ci viene in aiuto non solo con la sua Legge, ma ancor di più con il suo Spirito che come fiamma viva brucia in noi ciò che ci separa e fa ardere nel nostro cuore quell’amore che ci permette di ritrovare ciò che ci unisce. Allora, e solo allora, potremo dire di amare Dio, perché ameremo il nostro prossimo nel quale Dio si manifesta.