Stampa

XVII del tempo ordinario B

Festa del Sacro Cuore

nel 50° anniversario della Dedicazione della chiesa parrocchiale di Ponte Selva

25 luglio 2021

 

Come non vedere nella vicenda di Eliseo e del suo servo un’anticipazione di ciò che Gesù avrebbe compiuto su quella spianata di erba per tutta quella gente. Come non vedere nel gesto compiuto da Gesù l’anticipazione dell’Eucaristia che tutti ci riunisce in un solo corpo, come ci fa dire la seconda preghiera eucaristica: Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Come non pensare a quanto l’apostolo Paolo ci ha ribadito nella lettera agli Efesini: “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. Il Padre, infatti, ci riunisce tutti con la forza dello Spirito per formare un unico corpo in Cristo: è il mistero della Chiesa che viviamo – e il 50° anniversario della Dedicazione della parrocchiale di Ponte Selva ce lo ricorderà in questo anno –; è il mistero della Chiesa che siamo chiamati a vivere non da spettatori, ma nella partecipazione attiva e fervente, ciascuno per ciò che è, per ciò che può dare di sé, per le capacità che può mettere a servizio del corpo mistico di Cristo. Ci è di esempio il ragazzino che non nascose la sua merenda quando sentì l’apostolo Andrea rivolgersi a Gesù dicendo: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Se fosse scappato con la sua merenda – e ne aveva tutto il diritto di farlo – non sarebbe avvenuto quel miracolo, perché il primo segno che qualcosa di grande stava per accadere è stata proprio la disponibilità e la generosità di quel giovincello.

In un mondo dove ciascuno pensa sempre a se stesso e alla propria realizzazione, il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci interroga e ci porta a comprendere che la Chiesa di Cristo non potrebbe vivere se ciascuno si chiudesse in sé, se ognuno nascondesse le proprie mani, se tutti pensassero alla propria vita e non a quella della comunità. Il pensiero allora va ai tanti volontari delle nostre comunità che, pur non essendo perfetti e con tutti i difetti che possiamo trovare, hanno capito che la Chiesa siamo noi, come lo era quella folla radunata attorno a Cristo e in quanto membri di quella moltitudine ciascuno può contribuire con quanto è, con le proprie capacità, con i propri talenti, come ha fatto quel ragazzino. Ciò che conta non è fare tutto, ma qualcosa, anche di piccolo; non importa se non si è capaci di fare molto, perché ciò che è prezioso è il poco che ciascuno può dare.

Torniamo all’esempio di quel ragazzo: la domanda di Andrea al Signore è lecita: cosa sono cinque pani e due pesci per tutta questa gente? Eppure senza quel poco non ci sarebbe stata l’abbondanza; il Signore si è accontentato di quel poco per trasformarlo in molto. Al Signore non interessa il tutto che sa fare una persona, ma preferisce il poco di sé che san dare molti: questa è la Chiesa, che lo vogliamo o no, che lo capiamo o no. Dio ci chiede tutto, ma non vuole che facciamo tutto da soli.

Celebrare i 50 anni della Consacrazione della chiesa di Ponte Selva, ci permetterà in questo anno di sederci come quella folla per accogliere l’insegnamento del Signore e per saziarci di quel pane che Egli spezza per noi per farci sentire comunità: non sarà facile, ma se ciascuno proverà a mettere a servizio di Cristo il poco che può donargli, sarà sicuramente una grande festa per tutti.

Guardiamo al Cuore di Cristo, e lasciamoci inondare dal suo immenso Amore, perché solo immergendoci in questo bagno di grazia che viene dal suo Cuore, la nostra vita avrà un senso se donata a Cristo per l’edificazione di quella Chiesa che non è fatta solo pietre, ma soprattutto di persone nelle quali Cristo vive; lasciamoci attirare dal Cuore di Cristo, perché mettendoci a sua disposizione contribuiamo a far belle le nostre comunità, come già molti apostoli di oggi hanno compreso, donando a Cristo i propri pregi e difetti, per una Chiesa che possa continuare a vivere, non per loro bravura, ma per dedizione e con umiltà.