XVIII del tempo ordinario B

1 agosto 2021

 

Dopo aver sfamato la moltitudine ed essere scappato dalla folla che lo rincorreva per farlo re, Gesù viene cercato e trovato dalla stessa folla. Un particolare non deve sfuggirci: quelle persone hanno mangiato gratuitamente e abbondantemente, non potevano lasciarsi scappare Gesù, farlo loro re sarebbe stato molto conveniente.

Povero Gesù! Ha avuto compassione di loro, ha fatto comprendere ai suoi discepoli prima e alla folla poi che solo mettendo a servizio del Signore la propria vita, i propri talenti, le proprie capacità, anche la comunità, ben rappresentata dalla folla, ne avrà abbondanza di grazia. Ma nessuno sembrava aver capito.

Infatti, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». Praticamente in modo secco, ma nello stesso tempo pacato, Gesù ha detto loro che erano un po’ opportunisti. Chi sono questa categoria di persone? Quelle che cercano il proprio guadagno o tornaconto sfruttando una persona, una istituzione o una situazione delle quali importa poco o nulla, ma il profitto che ne traggono. Ebbene, Gesù cerca di far capire che quel pane spezzato per loro insieme ai pesciolini che il ragazzino aveva messo a disposizione, non era altro che un segno per guardare ad una realtà ben più importante, quella delineata da Gesù: «Datevi da fare – disse loro – non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Non è facile digerire una risposta simile, perché presentare la volontà di Dio come pane quotidiano a chi cerca pane materiale sa molto di presa in giro. D’altronde a chi ti chiede l’elemosina, non puoi rispondere di star bene e di andare in pace. Tuttavia il Signore non voleva rispondere pan per focaccia e non voleva nemmeno creare delle illusioni; semplicemente voleva dire che Lui è il vero pane di cui l’umanità di ieri, come quella di oggi, ha fame. Abbiamo fame di Dio e spesso non ce ne accorgiamo, compriamo il cibo che nutre il corpo e ci dimentichiamo che il pane eucaristico che viene spezzato nella Messa è gratuito, perché l’amore di Dio è gratuito; pensiamo di non aver bisogno di questo pane, ma di tutto quanto ci viene presentato dal mondo: soldi, potere, vestiti firmati, accessori preziosi, prestigio e via dicendo. Si stravolgono le cose: il Signore Gesù ci dona un cibo spirituale e noi ci fermiamo al materiale, ma non al pane che abbiamo in abbondanza, ma a tutto quello che di materiale bramiamo e desideriamo con una certa voracità.

Non siamo così diversi da quella folla che si rivolge al Maestro dicendo: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Insomma, alla fine di tutto questo discorso, dagli e dagli, non avevano ancora capito che il pane di cui parlava era lui. E noi: l’abbiamo capito? La sentiamo questa fame di Dio o abbiamo ancora l’acquolina in bocca per le cose del mondo?