XXXI del tempo ordinario B

31 ottobre 2021

Qual è il primo dei comandamenti? A memoria abbiamo imparato che il Signore nostro Dio è l'unico Signore o, per citare quanto a catechismo ci hanno insegnato: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Ma nell’antica Legge che Dio ha consegnato a Mosè troviamo un atteggiamento che non può essere trascurato e che Gesù, alla domanda postagli: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?», riprende ancor prima di enunciare quale sia il comandamento richiesto. Risponde infatti: «Il primo è: “Ascolta, Israele!”», L’atteggiamento dell’ascolto diventa fondamentale, perché senza questo i comandamenti di Dio resterebbero parole vuote, parole al vento.

Viviamo in un mondo dove l’arte dell’ascolto è quanto mai rara: tutti parliamo, diciamo la nostra, spesso non vogliamo neanche saperne di cosa pensano gli altri e non tolleriamo di ascoltare pensieri diversi dai nostri. Ci tappiamo le orecchie davanti a fatti che non ci piacciono e restiamo indifferenti di fronte a quelli che non ci interessano. Ascoltare, invece, diventa il presupposto per entrare in relazione, per aprire un dialogo e per non barricarci dentro una stanza insonorizzata. Questo avviene anche con il Signore, che – nel Deuteronomio – ci ha ribadito per ben due volte: Ascolta, o Israele.

Che senso avrebbero le leggi e i comandi che il Signore, nostro unico Dio, ci dona se le nostre orecchie non fossero disposte ad ascoltarli? Che senso avrebbe parlare ad una persona se questa non dimostrasse ascolto, ma solo chiusura in se stessa? Che senso ha la parola se non c’è chi la ascolta? È ben per questo che Dio, parlando dei suoi comandamenti per bocca del suo servo Mosè, si rivolge al suo popolo dicendo: Ascolta, o Israele e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.

Ascolta! Atteggiamento quanto mai difficile, ma assolutamente indispensabile, perché solo così potremo calare nel profondo del nostro cuore i comandamenti del Signore, che a differenza delle leggi giuridiche volte a mantenere un ordine pubblico, recano all’uomo quella felicità che Dio desidera per i suoi figli. Non è questo lo stesso atteggiamento che ogni padre e ogni madre hanno nei confronti dei figli? Spesso viene frainteso come un assillante “fiato sul collo”, una privazione di libertà, una pesantezza unica, mentre in realtà l’obbedienza richiesta è per la felicità di chi ci sta a cuore, mentre indica la via buona da percorrere per avere una vita appagata. E Dio, per noi, desidera proprio questo, anche quando ci chiede di assumere atteggiamenti che sembrano andare nel verso opposto rispetto alla mentalità corrente.

Ascolta! Ma cosa dobbiamo ascoltare per garantirci la felicità? Cosa attuare per essere appagati? Ecco allora il primo comandamento che quel tale aveva chiesto al Maestro: «Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».

Se davvero vogliamo raggiungere la felicità promessaci da Dio, non ci resta che ascoltare questi comandi e metterli in pratica, perché amando Dio e amando il prossimo la nostra esistenza trovi il raggiungimento della sua realizzazione, perché amando Dio ameremo di conseguenza anche il nostro prossimo nel quale Dio si manifesta e amando il nostro prossimo troveremo il volto di Dio, nostra vera e unica felicità, che si renderà presente nei rapporti quotidiani, anche attraverso quelli che spesso non vogliamo né ascoltare, né prendere in considerazione perché temiamo che siano solo una pesantezza unica e la privazione della nostra libertà.

Lasciamo parlare Dio e ascoltiamo la sua Parola con cuore aperto e disponibile e così comprenderemo anche il valore delle parole di coloro che ci manifestano il suo volto.

L’ascolto è un atto di fede che noi poniamo, perché la fede, che tutti ci riunisce nella famiglia di Dio, la Chiesa, ci permette di accogliere la voce di Dio, di dialogare tra noi e di togliere dalle orecchie del cuore quei tappi che ci impediscono di ascoltare Dio e il prossimo, o per dirla con le parole della Legge, ci impediscono di amare Dio e amare il prossimo, bloccando il raggiungimento di quella felicità e di quella beatitudine promessa da Dio ai suoi santi.