Tutti i Santi

1 novembre 2021

 

Oltre l’ascolto, anche la vista implica un coinvolgimento della nostra persona che non possiamo trascurare. L’apostolo Giovanni, stendendo il libro dell’Apocalisse, inizia la sua narrazione scrivendo: Io, Giovanni, vidi; ma anche: Dopo queste cose vidi.

La visione che Giovanni ha dei cieli nuovi e della terra nuova non è un qualcosa che si presenta soltanto davanti ai suoi occhi, ma oggi, celebrando la festa di tutti i Santi, chiama a rapporto anche noi, mostrandoci ciò che per fede i nostri occhi possono contemplare.

Siamo noi, oggi, quelle tessere di un mosaico, senza le quali – fosse anche una sola – risulterebbe incompiuto, incompleto; siamo noi quei santi amati da Dio che per fede compongono la Chiesa terreste e camminano l’uno accanto agli altri, non senza prove e difficoltà, verso la beatitudine eterna che il Signore ci ha promesso nella Chiesa celeste.Oggi infatti non vogliamo solo guardare i santi che la Chiesa proclama come nostri patroni e protettori, ma desideriamo riscoprirci santi per amore di Dio e non per merito nostro, chiamati a contagiarci di santità per una vita beata che non avrà mai fine e per sostenerci come fratelli in Cristo nelle prove che la vita ci riserva.

Pensare a quanto ci ha prospettato Gesù Cristo nelle sue beatitudini non ci porta di certo a desiderare questa vita beata, ma a fuggirla. Chi di noi infatti sarebbe disposto a guadagnarsi il regno dei cieli passando per la povertà di spirito, che letta con la nostra mentalità significa essere messi da parte o tagliati fuori dal mondo? Chi noi desidera consolazione sapendo bene che questo dono implica sofferenza e pianto? Chi non desidera un’eredità cospicua o un successo encomiabile, malgrado il Signore ci parli di mitezza e umiltà? Chi non cerca la giustizia consapevole che per averla dovrà faticare molto? Chi è disposto a fare un passo indietro per misericordia nella speranza di ottenerla a sua volta, anche se, purtroppo, non sempre la ottiene? Chi non desidera vedere Dio a prezzo di un cuore puro che debba rinunciare ai piaceri della vita mondana? Chi, tra i cristiani, non si dice figlio di Dio eppure non ne vuole sapere di essere costruttore di pace perché ha la pretesa di aver ragione? Chi per il Vangelo è disposto a lasciarsi giudicare, prendere in giro, essere emarginato dalla società o dalle amicizie pur di avere la ricompensa eterna? Chi?

Eppure, se desideriamo vedere ciò che Giovanni ha visto, dobbiamo accettare di passare attraverso le fatiche della vita cristiana, coscienti che la santità della vita si acquista a caro prezzo, ma nello stesso tempo siamo consapevoli che ciò che richiede un costo elevato possiede anche un valore inestimabile.

Vide Giovanni e anche noi potremo vedere i cieli nuovi e la terra nuova se guarderemo questo nostro mondo con gli occhi della fede, perché per accogliere la santità alla quale Dio ci chiama non possiamo far altro che credere tutti insieme e insieme, come Chiesa pellegrinante nel tempo, sostenerci nel cammino verso la beatitudine eterna, che sarà la nostra ricompensa per come da santi abbiamo vissuti su questa terra.

Il verbo vedere è sinonimo di credere, è il verbo della fede. Per fede allora possiamo vedere ciò che ci attende e anche se dovremo faticare un poco in questa vita cristiana, soprattutto in un tempo particolarmente in opposizione al Vangelo, sappiamo però che ci attende un’eredità beata che nessuno ci ruberà. Ma poiché la santità di vita non è un fatto solo personale, viviamola come assemblea, aiutandoci ad essere santi e vedendo gli uni negli altri una traccia di santità alla quale Dio ci ha destinati.