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Presentazione del Signore

2 febbraio 2022

 

La festa della Candelora non è una festa dedicata alla Madonna, come spesso siamo abituati a pensare per via della pietà popolare; è in realtà la festa del popolo santo di Dio che riconosce nel Cristo, che Maria e Giuseppe presentano al Signore, la luce che illumina le genti.

Essi salivano al tempio per adempiere alla legge e, mosso dallo Spirito Santo, anche il saggio Simeone si recava al tempio in quel medesimo momento; anche noi, come Simeone, chiamati dalla voce dello Spirito, siamo venuti al tempio per onorare e incontrare il Signore. La Madonna presentava il Bambino al Signore Dio, come prescriveva la legge data da Mosé: “Ogni primogenito sarà sacro al Signore”; noi presentiamo al Signore l’offerta di questi ceri che inneggiano a Cristo luce del mondo. La Madonna deponeva nelle braccia del vecchio Simeone il Figlio unigenito del Padre; noi stringiamo tra le mani il simbolo di Cristo, luce che vince le tenebre della morte. Alla Madonna veniva annunciata da Simeone una spada che avrebbe trafitto la sua anima; noi beneficiamo di quella lancia che trafisse il costato di Cristo per la nostra salvezza.

Mossa dallo Spirito anche Anna, la profetessa, lodava Dio per le meraviglie compiute e a tutti parlava del Bambino; noi, dopo aver incontrato il Messia nella celebrazione eucaristica, uscendo da questo tempio, siamo chiamati a parlare a tutti di Cristo Salvatore.

Sì, come siamo entrati così usciremo dal tempio, ma non dalla Chiesa: infatti, presentati anche noi al fonte della vita nel tempio, per mezzo del Battesimo siamo entrati a far parte della Chiesa, comunità dei credenti e popolo consacrato a Dio, per non uscirne più; nella Chiesa siamo stati introdotti, nella Chiesa siamo incorporati, nella Chiesa viviamo per sempre, qui su questa terra oggi e nella dimora eterna dei cieli quando il Signore ci chiamerà a sé, dimora alla quale il vecchio santo Simeone anelava dopo aver visto la sua Salvezza, Cristo Signore. Sapeva bene che lasciare questo mondo non significava lasciare il Signore, perché Colui aveva preso tra le mani l’avrebbe riabbracciato risorto nella Chiesa celeste. Così anche noi, certi di questa fede, stringiamo tra le mani la luce che prefigura la Pasqua di Cristo e la nostra Pasqua, ben sapendo che in questa Chiesa viviamo e in questa Chiesa camminiamo verso la Chiesa eterna dove la Luce radiosa di Cristo risorto sostituirà questi simboli luminosi che ora rischiarano le nostre tenebre e ci accompagnano verso la nostra dimora terrena, dove con Simeone, mentre aneliamo alla Luce che mai si spegnerà, al termine di questa come di ogni giornata, potremo dire:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».