VII del tempo ordinario C

20 febbraio 2022

 

Abisai disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisai: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». Il consacrato del Signore non si tocca! No! qualsiasi cosa abbia fatto è pur sempre il consacrato del Signore e Dio sarà colui che lo giudicherà. Così Davide non intendeva porre mano sul suo re, divenuto su acerrimo nemico.

Chi è il consacrato del Signore? Siamo noi, figli di Dio, ad essere gli unti del Signore; siamo noi rivestiti di maestà e splendore che Dio ha costituito suoi figli nel Battesimo e corpo di Cristo nella sua Chiesa. Siamo noi i consacrati di Dio.

Nel rito del Battesimo assistiamo a questa consacrazione attraverso l’unzione prebattesimale e quella vera e propria con il Sacro Crisma.

Nella prima unzione, fatta sul petto, Dio sembra rivestirci di una corazza, quasi a renderci suoi soldati, pronti a combattere contro gli assalti del male. Bella è l’orazione: Dio onnipotente, tu hai mandato il tuo unico Figlio per dare all'uomo, schiavo del peccato, la liberta dei tuoi figli; umilmente ti preghiamo per questi bambini, che fra le seduzioni del mondo dovranno lottare contro lo spirito del male: per la potenza della morte e risurrezione del tuo Figlio, liberali dal potere delle tenebre, rendili forti con la grazia di Cristo, e proteggili sempre nel cammino della vita. Come non porre l’attenzione sulla lotta contro lo spirito del male e sulla fortezza che lo Spirito di Cristo risorto dona ad ogni battezzato per sconfiggere questo nemico subdolo, che non viene a noi con le armi della guerra, bensì con la persuasione e in modo suadente. Come Davide, soldato del re Saul, venne con scudo e spada per combattere il nemico, così noi, soldati del Dio Altissimo, veniamo nel mondo con lo scudo della fede e la spada del vangelo per combattere contro gli assalti del maligno, che ci porta a stendere sempre la mano gli uni verso gli altri, anziché porgere l’altra guancia e lasciare il mantello oltre che la tunica.

Il consacrato del Signore è unto col Sacro Crisma, olio che fortifica e balsamo che profuma. Cosparsi di questo unguento siamo di Dio, perché Dio ci ha dato tutto e tutto diamo a Dio. Così recita l’orazione tanto soave del rito di consacrazione: Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, vi ha liberato dal peccato e vi ha fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, unendovi al suo popolo; egli stesso vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, sia sempre membra del suo corpo per la vita eterna. Siamo di Dio, siamo membra del corpo di Cristo, siamo sacerdoti che offrono a Dio il sacrificio eucaristico e la stessa vita, siamo re che con Cristo regneranno in eterno, siamo profeti perché chiamati a rendere la Chiesa profumata dell’amore di Cristo, di quell’amore che udiamo dalla sua Parola e che si incarna in gesti di pace, perdono e misericordia di chi porge l’altra guancia e oltre alla tunica offre anche il mantello.

Siamo i consacrati di Dio, perché a lui apparteniamo e uniti all’unico popolo santo di Dio mediante il Battesimo, formiamo un unico corpo, le cui membra sono diverse, ma contribuiscono tutte all’unica e inscindibile struttura, la Chiesa. Diffondiamo il buon profumo di Cristo, mostriamo a tutti lo splendore dell’essere cristiani che rifulge nel santo olio sceso sul nostro capo e sul nostro corpo; non temiamo di rendere gloria a Dio mediante l’appartenenza a lui, perché quanti incontriamo possano riconoscerci come consacrati di Dio e a nostra volta possiamo vedere nel loro volto i consacrati del Signore; chi non lo è possa desiderare di consacrarsi a Dio vedendo in noi il volto del nostro Dio e nella nostra vita il corpo di Cristo.

Ma se i consacrati di Dio non vivono nella Chiesa lo stile di Cristo, che cristiani sono? È Cristo stesso che oggi ci chiede: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto». Nel mondo del “fan tutti così” Cristo ci dice di trasgredire. Trasgrediamo, perché la trasgressione che Cristo ci chiede è gran cosa. Trasgrediamo, perché la vera trasgressione oggi non sono più quelle ribellioni adolescenziali o giovanili che fanno salire l’adrenalina per aver commesso una disobbedienza o una violazione, non sono più riconducibili ad alcol e droga, sessualità sfrenata o quant’altro sulla stessa linea d’onda, perché “così fan tutti gli amici, i compagni, i soci”. Che trasgressione è se fan tutti la stessa cosa? La vera trasgressione oggi, nella nostra società è essere cristiani, è il Vangelo di Cristo, è la vera felicità che Cristo ci dona. Trasgrediamo allora, trasgrediamo alla grande. Perché i consacrati di Dio, oggi, sono i veri trasgressori.