Madonna delle Lacrime

Saluto a Sua Eccellenza Mons. Ottorino Assolari

Vescovo emerito di Serrinha (Brasile)

2 giugno 2022

 

Eccellenza,

oggi, in questo giorno così solenne per la nostra comunità Nossese, le do a nome di tutti il benvenuto tra noi in questo Santuario che è la nostra chiesa parrocchiale.

Ogni chiesa parrocchiale racchiude in sé il significato profondo di radunare la parrocchia, cioè la Comunità.

In questo anno pastorale trascorso ci siamo soffermati per riscoprire il nostro essere Chiesa come popolo santo di Dio e fratelli tra noi in Cristo. Su questo profondo mistero che tutti ci abbraccia e ci costituisce in unità, quale è la Chiesa, prendo in prestito le parole che Lei, Eccellenza, ci ha rivolto l’altra sera al termine della Processione, commentando la visita della Madonna alla cugina Elisabetta. «Maria appare come Donna della carità e Donna missionaria: questo è il paradigma della missione della Chiesa. Ella – riferendosi a Maria – è intraprendente, risoluta, non guarda alle distanze, ai rischi possibili, non calcala  il tempo, non misura la fatica: questi aspetti di Maria diventano una denuncia delle nostre pigrizie, del nostro misurare, del nostro rimandare».

Eccellenza, non le nascondo che in queste sue parole possiamo ritrovarci quando prevalgono la pigrizia nella fede che ci allontana dal Signore, il nostro continuo misurarci con altri, quasi la vita fosse un’eterna competizione a chi ha più sostenitori e a chi fa di più, creando così distanze che ci mettono gli uni contro gli altri, il nostro insistente rimandare a domani e poi ancora a domani la possibilità di venirci incontro fraternamente, finendo così, a differenza di Maria, per non trovare intese, ma solo cavilli che trasformiamo in enormi ostacoli.

Lei, Eccellenza, ci ha detto ancora: «Maria si mette in viaggio, parte [verso Elisabetta] divenendo ella stessa un seno di speranza e di consolazione». E ci ha chiesto: «Noi sappiamo riconoscere i segni di Dio nella nostra vita? Per chi abbiamo tempo? Quali sono le priorità alle quali do il mio tempo?». Il tempo in cui viviamo è segnato da una continua tribolazione a livello mondiale e geopolitico, ma non nascondiamo che i tormenti segnano anche le nostre giornate, le nostre comunità, la vita di ciascuno e delle nostre famiglie. A volte basta un niente, una telefonata per sconvolgerci, una notizia per cambiarci la vita che è così fragile buttandoci addosso un carico di sofferenze: faccio fatica a credere che si diano priorità e tempo a guerre, litigi, alterchi che segnano l’esistenza di un paese, di una comunità, di una famiglia. Perché? Eccellenza, da buon bergamasco qual è e missionario in terra brasiliana, ci aiuti a comprendere il senso dell’essere missionari anche nella nostra patria, nella nostra terra, nelle nostre case, il senso di essere cristiani all’interno di una comunità che fa parte di una Chiesa universale che si estende in ogni parte del mondo, per essere portatori, come Maria, della speranza che viene da Dio.

«Abbiamo amici troppo grandi in cielo»: è l’espressione confidatami da una persona con le lacrime agli occhi qui davanti alla Madonna delle Lacrime dopo aver appreso una brutta notizia. Sì, in cielo abbiamo amici grandi che vegliano su di noi, ma soprattutto abbiamo una Mamma che, dopo aver pianto per la morte del Figlio e per l’allontanamento e la divisione di molti altri, ha la priorità e il tempo per asciugare le lacrime di tanti figli e figlie che ricorrono a Lei in questo luogo santo, nel pellegrinaggio della vita.

Eccellenza, citando le ultime parole della riflessione che ci ha donato l’altra sera, «chiediamo a Maria che ci aiuti ad imitarla nella fretta e nel tempo per il servizio» e voglio affidare a Lei questa mia Comunità, perché sia sempre più Chiesa, i molti pellegrini, che saluto insieme alle autorità qui presenti, accorsi per portare al Signore e alla Vergine le loro suppliche in questo santuario e le tante lacrime che ancora qui scendono sui volti o nel nascondimento si effondono nei cuori.