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XIV del tempo ordinario C

3 luglio 2022

 

Non sono di buon auspicio le parole di Gesù verso i suoi discepoli, pronti per una grande spedizione evangelizzatrice. Dice loro: «Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi». Sembra che siano partiti tutti e nessuno si sia tirato indietro, benché la premessa non sia delle migliori. Oltre a questa anche il bagaglio è ridotto ai minimi termini e la gentilezza di basso livello: «Non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada». Ma cosa vuole il Signore da noi? Prima ci dice che la messe è molta, ma gli operai sono pochi, ovvero che il campo della Chiesa è vasto, ma coloro che si offrono a Lui come sacerdoti o religiosi sono pochi, poi anziché mostrare il lato migliore della vocazione ci mostra i pericoli e tutte le limitazioni. E aggiunge: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra». La domanda che sorge spontanea è la stessa che mi ha posto un ragazzo: «Come fa una persona a trovare la porta giusta?». «Cercala – gli ho risposto – e vedi cosa ti dice il cuore: se preferisci la porta facile o quella più impegnativa che però dà più soddisfazione». «Perché dà più soddisfazione?», mi chiede. «Perché è come andare in montagna. È più soddisfacente arrivare a contemplare paesaggi meravigliosi perché ne è valsa la pena faticare nella salita o è meglio guardarli in un video dal drone o dall’elicottero?». «La prima esperienza – risponde – la vivi meglio, stai a contato con la natura; però anche dall’elicottero vedi paesaggi mozzafiato». Ribatto: «Saresti più contento di un 7 meritato, perché hai studiato e ti sei impegnato, o di un 10 regalato senza aprire i libri?». «Di un 7 meritato, perché ha ripagato il tempo impiegato; ma a chi non farebbe piacere un 10 senza aprire i libri? Vedi, sempre qui siamo: le scelte sono sempre pari». Come dargli torto? Tuttavia, senza volerlo convincere, ma solo cercando di aiutarlo a riflettere, ho scritto: «Le tue risposte sono giuste: certo, le scelte sembrano pari, ma è il valore che conta e questo è dato non da ciò che fa comodo, ma dall’impegno e quindi dalla fatica che dona importanza alle cose».

È così anche nella vita, nell’essere discepoli del Signore. Tanto più la sequela è vera, tanto più è impegnativa, anche se possono esserci fatiche, incomprensioni, verità che ci fanno male; queste ci vengono dette dal Signore attraverso la sua Parola o attraverso l’insegnamento della Chiesa e dalla testimonianza dei fratelli, anche se noi abbiamo paura ad ascoltare ciò che arriva dritto al cuore, così come abbiamo timore a metterci in gioco nell’essere a nostra volta evangelizzatori, dove e con chi viviamo. Ma sono le cose vere che ci fanno crescere e anche se non sempre sono comode e fanno male, danno sicuramente più soddisfazione.

Chissà se quel ragazzo potrà capirle queste parole o se sceglierà ancora la porta più comoda, anziché quella più stretta (cf. Mt 7,13); chissà se accetterà nella vita di fare un po’ fatica puntando in alto o si accontenterà delle vie facili pensando di trovare in esse la gioia, ignaro che è solo un fuoco d’artificio che, pur meraviglioso, si spegne subito? Chissà se capirà il valore delle cose importanti che il Vangelo ci trasmette o si lascerà conquistare dalle cose del mondo che affascinano per un momento, ma lasciano il vuoto dentro?

Signore, a quale porta dobbiamo bussare per donare la tua pace? Partiamo anche senza borsa, né sacca, né sandali, prendiamo con noi solo l’essenziale, che è il nostro cuore colmo del tuo Spirito che ci rende tuoi testimoni; non ci fermiamo a salutare nessuno lungo la strada per non perdere il nostro tempo in chiacchiere inutili; non portiamo con noi nulla perché è giusto che chi lavora per il tuo regno sia ricompensato da chi incontra senza nulla pretendere: tu, però, aiutaci a capire a quale porta bussare, aiutaci a non imboccare aperture affascinanti che oltre la soglia nascondono un dirupo, aiutaci a seguirti con fedeltà e fatica per comprendere sempre più e sempre meglio che la tua Parola è esigente, sì, ma dona la gioia vera; insegnaci che vivere da cristiani ed essere portatori di te agli altri, ai fratelli che incontriamo, è certamente faticoso, ma quanto mai soddisfacente.