Tutti i Santi

1 novembre 2022

 

Cosa vede l’apostolo Giovanni? Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. 

Una moltitudine immensa, che proviene da ogni parte della terra, sta ritta davanti al trono e inneggia all’Agnello tenendo in mano la palma della fede. Chi sono? Sono tutti coloro che hanno reso e avrebbero reso testimonianza al Cristo facendo della loro esistenza un Vangelo vivente, gradito a Dio, coronato con la vittoria del martirio. A loro si unisce il coro degli angeli che grida: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Come non restare estasiati di fronte al racconto di questa visione; come non aprire la nostra bocca per unirci alla preghiera di lode di questa moltitudine di uomini e donne che stanno davanti al trono di Dio; come non unirci a questa preghiera che spalanca il cuore e ci fa trascendere verso l’Altissimo. Come non sentirci uniti nello stesso cantico di lode e di gloria, perché anche a noi, pellegrini sulla terra, è stata promessa la stessa sorte futura, la corona immortale, la vita eterna; come non sentirci uniti alla stessa beata visione, perché chiamati per fede alla santità comune.

Gridiamo con gli angeli e i santi il nostro “Amen”, gridiamo a tutti la nostra fede, gridiamola con le parole della lode, dell’onore, della gloria.

La preghiera che sale al trono di Dio dai vegliardi è una preghiera di lode: noi pure ogni giorno siamo chiamati a innalzare a Dio il nostro cantico di lode per le meraviglie che Egli compie in noi e con Maria, regina degli angeli e dei santi, la Chiesa prega ogni sera: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome”.

La preghiera che sale a Dio dai vegliardi è una preghiera di onore: noi pure abbiamo il compito di tributare a Dio l’onore che gli spetta. La riverenza che questa preghiera di onore ci porta ad offrire a Dio, ci permette di diventare quel sacrificio a Lui gradito, offrendogli tutto noi stessi, quello che siamo, i nostri limiti e le nostre capacità, i momenti lieti come i sentimenti tristi, le gioie che proviamo nella vita così come le paure e le angosce che il nostro cuore racchiude. Se sappiamo, mediante la preghiera, offrire tutto a Dio, come non sentirci onorati nel rendergli onore.

La preghiera che sale a Dio dai santi è una preghiera di gloria: noi pure rendiamo gloria a Dio perché Egli ha deciso di farci santi come lui è santo e ha scelto di mostrare il suo volto nel Figlio Gesù, ma anche attraverso i discepoli del Cristo, coloro che in ogni momento e in ogni parte del mondo riescono a manifestare la gloria di Dio mediante la propria vita, ad essere immagine della gloria di Dio attraverso un sorriso e una buona parola, a portare un annuncio di speranza in un mondo che sta facendo i conti con la morte; in una parola Dio manifesta la sua gloria attraverso i suoi figli che vivono nel mondo le beatitudini che Cristo ci ha regalato.

La nostra vita ogni giorno è chiamata a santificarsi mediante la preghiera e ogni giorno siamo chiamati a rendere santa la nostra vita elevando al Signore della storia la nostra preghiera di lode, di onore e di gloria.

Tra i tanti santi che la Chiesa ci invita a venerare, ma soprattutto a invocare come aiuto e come esempio di fede, vi è il Curato d’Ars, san Giovanni Maria Vianney, che a proposito della preghiera scriveva: La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare. Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. […] La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito. Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo. […] Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.