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I di Quaresima A

26 febbraio 2023

 

È subdolo, infimo, vile: è il Maligno, il tentatore, il diavolo. Entra nella vita dell’uomo come un virus, senza preavviso, senza disturbare, senza far male. Le conseguenze si sentono dopo, quando ormai si è preso possesso del cuore dell’uomo. Le sue lusinghe sono appariscenti per far apparire bello ciò che bello non è e, più si cerca di cacciarlo, più si fa avanti.

Allo stesso Cristo, dopo aver resistito per quaranta giorni nel deserto, non è bastato respingerlo una volta sola. Il Diavolo tentatore si è presentato proprio nel momento in cui il Signore ha messo fine alla sua prova, quando era più debole e più suscettibile: il Diavolo infatti non ci tenta quando siamo forti, determinati, coscienti della prova che stiamo vivendo, ma nel momento della debolezza, quando pensiamo di averla superata brillantemente. E come si presenta? Ci si pone davanti mascherato da preparatore atletico che ci mostra il piano di allenamento per conquistare la vittoria, illudendoci che la sua proposta sia quella più valida. L’avidità di possesso, la gloria umana, la strumentalizzazione di Dio sono gli esercizi spirituali che ci propone, certo di fare breccia nel nostro cuore. Chi non desidera possedere o non brama ottenere ciò che vuole o avere più di altri? Il commercio, la stampa, la rete virtuale oggi ci presentano una vastissima gamma di prodotti da rincorrere per restare sul pezzo, illudendoci che questi siano il motivo della nostra gioia, ma sono solo un momento di contentezza. Chi, di conseguenza, non cerca la gloria personale mostrando ciò che possiede, pensando di essere al centro delle attenzioni di altri, solo per aver ottenuto quel qualcosa in più spendendo anche una vagonata di soldi? Ma cosa importa: ciò che conta è apparire, è essere validi, concorrenziali e vincitori. Una volta sul piedistallo della scena, con le persone che ci cascano ai piedi, non ci resta che illuderci di essere divinità sulla terra che non hanno bisogno di un Dio vero e del quale non sanno cosa farsene. Tutt’al più Dio potrebbe andar bene giusto quando il piedistallo dovesse rompersi e piuttosto che finire nel baratro dei rifiuti, magari è ancora lì per salvare il salvabile.

Quante illusioni, quanta mediocrità rischiamo nella vita, quale bassezza dobbiamo toccare per capire di essere stati fregati, come Adamo ed Eva, dall’esteriorità di una mela apparentemente bella e buona? Forse, e senza forse, dobbiamo cambiare preparatore atletico o personal trainer che dir si voglia. Abbiamo bisogno di Cristo che ci prepari a mettere a ko il demonio, sferrandogli quei pugni spirituali che lo stendano sul ring della nostra vita. Abbiamo bisogno, attraverso la preghiera, di domandare con forza e costanza ciò che Cristo ci ha insegnato: «Quando pregate dite: Padre nostro, che sei nei cieli, non abbandonarci alla tentazione»; Egli – ci dice l’apostolo Paolo – non ci abbandona nel momento in cui il Maligno si avvicina: nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere. (1Cor 10,13) E aggiunge:  come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

La preghiera che Cristo ci ha insegnato, ci porta a chiedere al Padre non la forza per farci vedere muscolosi o potenti, virili e capaci di stendere chiunque possa infastidirci o prendersi gioco di noi, come vediamo spesso nelle reazioni di molti bulli, di molti adolescenti e giovani e spesso anche nei ragazzetti che vengono sobillati anche da genitori incompetenti, ma ci fa chiedere al Padre la forza di vivere questo tempo per vincere le seduzioni del male: O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale, per vincere le tentazioni del maligno e giungere alla Pasqua rigenerato nello Spirito. Sì, alleniamoci con Cristo, invocando il Padre, esercitiamoci spiritualmente a tirare “pugni” al Diavolo tentatore, stendiamolo ogni qual volta si presenti nella nostra vita, non esitiamo a mandarlo a ko con la potenza che viene dalla preghiera. Poniamoci di fronte al tentatore con la stessa forza con la quale affrontiamo il sacco della boxe, per vincere le pigrizie spirituali, la non voglia di metterci in gioco con il Signore attraverso la preghiera e l’ascolto della parola di Dio; combattiamo contro quell’apatia che caratterizza molti cristiani o quell’abitudinarietà che non ci permette di osare di più nello spirito.

E non conterà quanto possediamo, quanto siamo forti fisicamente, quanto potere o successo abbiamo: con la fede in Cristo saremo sempre vincitori contro ogni tentazione di male.