Stampa

Domenica di Pasqua

9 aprile 2023

 

Perché corriamo tanto nella vita? A cosa serve correre? Forse ad arrivare in tempo ad un appuntamento, o per raggiungere al più presto la meta, o più semplicemente per fare prima del previsto. Abbiamo tutti una gran fretta, una fretta così elevata tanto da correre sempre. Corriamo a piedi, in auto, corriamo a prendere il treno più veloce e poi basta un inghippo che la fretta lascia il posto al ritardo. Ritardiamo anche quando non diamo importanza all’appuntamento, quando dobbiamo sbrigare mille faccende, quando siamo diretti verso un luogo o verso persone che non abbiamo il desiderio di incontrare, ritardiamo quando andiamo in chiesa, per la Messa.

Diciamo che la nostra vita si muove tra una fretta e un ritardo, a seconda dell’importanza che diamo alle nostre scelte.

Anche quella mattina, al sepolcro, corsero Maria Maddalena e gli apostoli. La prima corse per continuare le pie opere di sepoltura prima della sorprendente notizia, che cioè la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Allora anche Pietro e Giovanni, il più anziano e il più giovane, corsero al sepolcro: Giovanni, con passo svelto e spedito arrivò per primo, ma non entrò, forse per paura, o forse per amicizia preferì attendere anche Pietro. Nessun appuntamento per loro era stato fissato, ma solo la curiosità di vedere se quanto le donne avevano loro annunciato era vero. Ma c’era qualcosa di più in loro: c’era una fede che non si era mai spenta, una fede che li ha fatti alzare per andare a controllare, ma soprattutto per cercare di credere che quanto il Maestro aveva loro annunciato in precedenza, che cioè sarebbe risorto dai morti, era vero.

È Pietro, colui che per tre volte lo aveva rinnegato, a fare il primo passo, a mettere per primo il piede nel sepolcro. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Pietro e Giovanni, il più anziano e il più giovane, ci stanno dicendo che la fede non è solo per i più anziani, mentre per i più giovani è tempo sprecato; ci stanno dicendo che per i più giovani può essere una paura maggiore fidarsi di Dio, mentre i più anziani diventano un riferimento valido per le loro paure e le loro titubanze; ci stanno dicendo che tutto l’arco della vita, dalla giovinezza all’anzianità, è caratterizzato dalla fede in Dio che è nostro Padre e che mediante l’opera dello Spirito ha risuscitato il Figlio, Cristo, dalla morte.

Pietro e Giovanni corrono con Maria e le altre donne, perché tutti, ma proprio tutti, siamo coinvolti in questo grande evento che ha cambiato la storia dell’umanità, anche di quell’umanità più apatica e indifferente, più volubile e più frastornata. Non possiamo permettere che dentro le frette e i ritardi della vita ci sfugga oggi la grande notizia della Risurrezione, una notizia da portare a tutti con la nostra gioia, quella di aver incontrato Cristo Risorto nella nostra esistenza.

Riusciremo a sederci a tavola oggi, a incontrare amici domani, a entrare in contatto con colleghi di lavoro o compagni di scuola nei prossimi giorni in modo diverso?

Perché? Perché stai pensando che non è possibile? Stai forse dicendo a te stesso che la fede nel Risorto e la tua vita siano due cose differenti? Stai convincendo te stesso che la tua esistenza, i tuoi guai, i tuoi momenti di quotidianità, le tue conquiste, i tuoi sogni non abbiano niente a che fare con Cristo? Perché? Dimmelo, ti prego! Dimmi perché credi che sia così e non credi che è proprio la Risurrezione a cambiarti la vita?

Amico, non è come pensi: Cristo è risorto e aiuta me, te, tutti noi, il mondo intero a risorgere, a correre e ritardare ogni giorno, nelle faccende quotidiane, ma con uno slancio nuovo, una gioia interiore che non potrai nemmeno tu trattenere, anche se, ascoltandomi, sei scettico. L’essere cristiano non è una mansione, ma è la fede, la felicità, quella stessa che provarono gli apostoli di ritorno dal sepolcro. Sentila anche tu questa gioia e come gli apostoli porterai a casa con te oggi quel profumo di risurrezione che come incenso invaderà la tua famiglia, la tua vita e la vita di chi ti sta accanto. Sì, sarai capace, con la testimonianza della tua fede, di inondare del profumo della risurrezione coloro che ti incontrano, i quali, senza dirti nulla, nel loro cuore innalzeranno, anche grazie a te, l’incenso più fragrante e più gradito a Dio, lodandolo per le meraviglie che vedranno in te, in noi che crediamo nella sua risurrezione, e come Cristo ci ha insegnato, con loro, diremo tutti insieme:

Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Amen.