Trasfigurazione del Signore

6  agosto 2023

 

Il nome Trasfigurazione ci richiama a qualcosa di particolarmente sensazionale e di paranormale, proprio come il profeta Daniele descrive la sua visione: Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.

Una tale visione non ci appare neanche nei sogni più confusi o negli incubi più pesanti, quelli che arrivano la notte quando stiamo passando un periodo difficile della vita o dopo aver cenato in modo alquanto sostanzioso.

Invece la parola trasfigurazione ci vuole parlare di qualcosa di normale, ma avvolto dalla luce di Dio.

Prendiamo il semplice fatto che Gesù prenda con sé tre dei suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, i soliti tre con i quali vive i momenti più particolari della sua vita, i tre preferiti diremmo, quelli con i quali è entrato in una relazione speciale: li porta su una montagna, lontano dalle faccende di ogni giorno e dalla vita quotidiana per mostrare loro non qualcosa di sensazionale, ma ciò che possiamo vivere ogni giorno quando stiamo con lui.

In questi giorni tutti i telegiornali parlano di bollini rossi e neri per quanto riguarda il traffico sulle strade e autostrade: molta gente si sposta da casa, cioè dalla vita di tutti i giorni, sospendendo il lavoro annuale per godersi il meritato riposo delle ferie estive. C’è chi va al mare, chi in montagna come i tre apostoli, chi al lago o chi lontano, in un altro stato o continente. Cosa fa di particolare? Niente, ma in questa normalità delle vacanze può trovare il tempo e il modo di vivere una trasfigurazione della propria vita se – e solo se – troverà tempo e modo per rilassare mente e corpo, ma anche per ritemprare lo spirito stando con il Signore, proprio come Pietro, Giacomo e Giovanni. A volte pensiamo che nella vita occorra qualcosa di sensazionale per cambiarci le carte in tavola, per fare qualche esperienza particolare; e invece ci accorgiamo che la vera esperienza che cambia la nostra esistenza è stare con il Signore, staccandoci semplicemente dalle cose quotidiane, per dargli tempo, per essere pervasi dalla sua presenza, per tornare poi alla vita e ai lavori di ogni giorno con uno spirito nuovo, perché illuminati dalla sua grazia e dalla sua presenza. Allora anche la vita quotidiana, le scelte che siamo chiamati a fare ogni giorno, le decisioni da prendere in campo lavorativo, scolastico, educativo saranno più sagge, più incisive, più vere, perché guidate dalla luce di Cristo che ha trasfigurato anche la nostra vita.

Papa Francesco, rivolgendosi alle migliaia e migliaia di giovani riuniti a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù, l’altro giorno, nella cerimonia di accoglienza, ha detto a loro e a tutti i giovani del mondo: «Siamo chiamati per nome, ciascuno di noi. Non è un modo di dire, è Parola di Dio (cfr Is 43,1; 2 Tm 1,9). Amico, amica, se Dio ti chiama per nome significa che per Dio nessuno di noi è  un numero. È un volto, è una faccia, è un cuore. Vorrei che ognuno di voi noti una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato. Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che oggi ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che ci lasciano il vuoto dentro. Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così! Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perché per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù».

Pietro, Giacomo e Giovanni restano sbalorditi di fronte al Signore che si trasfigura davanti a loro. Anche noi, nella vita quotidiana, restiamo sempre sbalorditi dalle tante cose che viviamo, dalle notizie che riceviamo, dalle persone che incontriamo. Questo pone in noi interrogativi. Il Signore, al contrario, vuole sbalordirci per sorprenderci, per far sì che la nostra vita sia piena di domande. Ed è così che anche il Papa, ai giovani, ha raccomandato: «Non stancatevi mai di fare domande! Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta “inquieto” e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima. Ciascuno di noi ha dentro di sé le proprie inquietudini. Portiamo con noi queste inquietudini e portiamole nel dialogo tra di noi, portiamole con noi quando preghiamo davanti a Dio. Queste domande che con la vita diventano risposte, dobbiamo soltanto aspettarle. C’è una cosa molto interessante: Dio ama per sorpresa, non è programmato. L’amore di Dio è sorpresa. Sempre sorprende, sempre ci tiene svegli e ci sorprende». (Cerimonia di accoglienza, Lisbona Giovedì, 3 agosto 2023)

Abbandoniamo, come suggerisce il Papa, la nostra abitudinarietà, anche nella vita di fede; abbandoniamo la nostra abitudinarietà che non ci fa gustare il bello di ciò che viviamo nel rapporto con il Signore e con gli altri; abbandoniamo la nostra abitudinarietà per dare senso alla nostra normalità quotidiana, che sperimentiamo nella vita ordinaria come nel periodo di vacanza.

Lasciamoci trasfigurare dal Signore. Lasciamoci interrogare dal Signore. Lasciamoci sorprendere dal Signore. E sarà tutta una meraviglia!