Dedicazione della Basilica Lateranense

Chiusura dell’ottavario dei fedeli defunti

9 novembre 2023

 

Oggi celebriamo la festa della Dedicazione della chiesa madre, la chiesa cattedrale di Roma, la chiesa del Papa. Con tutti i cristiani cattolici del mondo ci sentiamo in comunione, pellegrini su questa terra. Oggi concludiamo l’ottavario di preghiera e di suffragio per i nostri cari defunti, giorni di grazia che abbiamo aperto con la solennità di Tutti i Santi.

Oggi la Chiesa celeste, la Chiesa terrestre, la Chiesa purgante si uniscono in un’unica celebrazione per dar gloria a Dio, nostro Signore.

Il Santuario di Dio, prefigurato dal profeta Ezechiele, dal quale esce in abbondanza un fiume di grazia, scende fino a noi che, come ci ha detto l’apostolo Paolo, siamo il tempio santo di Dio ancora in cammino su questo terra. Noi, pietre vive, in comunione con i santi, eleviamo a Dio la nostra preghiera come profumo d’incenso che sale gradito a Dio, deponiamo la nostra vita trasformando le monete di mercato nell’offerta della nostra carità per i nostri morti perché Lui, il Signore, che ha fatto risorgere il suo corpo in tre giorni, possa far risorgere i nostri cari, purificati attraverso il passaggio della morte.

Anche noi, guidati dai santi e in compagnia dei nostri cari defunti che crediamo viventi in Cristo, camminiamo in questa vita terrena desiderosi di vedere il volto del Padre.

Questa è la nostra fede simboleggiata dalle lampade che stringiamo nelle nostre mani e che illuminano i nostri passi nel buio della notte fino alla soglia del campo santo, al cimitero, dove riposano i nostri cari. Nel buio della morte vogliamo portare la fiamma viva della risurrezione nella quale crediamo e in questo cammino, segno della nostra vita terrena, non ci sentiamo soli, perché siamo uniti alla Chiesa terrestre che in questa festa è simboleggiata, in comunione con i santi che vegliano e pregano con noi nella Chiesa celeste, invocando il suffragio per la Chiesa purgante nella quale sono raccolti i nostri cari defunti e tutti coloro che muoiono nel Signore. È un cammino luminoso e silenzioso nel quale ciascuno ricorda i propri cari: io ricordo il mio papà, i miei nonni, i miei parenti, le tante persone che nel mio ministero ho accompagnato al riposo eterno, così come ciascuno ricorda i propri cari e i tanti volti conosciuti, con la certezza di riabbracciare tutti in paradiso.

Non so a voi, ma questa celebrazione che unisce la Chiesa celeste, terrestre e purgante, infonde in me una grande gioia, perché il nostro cammino non si conclude nel buio del nulla, ma ci porta verso la patria del cielo. E se un barlume di gioia proviamo su questa terra nella celebrazione della Pasqua di Cristo, tanto immensa e infinita sarà la gioia nella Gerusalemme nuova nella quale saremo raccolti con i nostri cari e con tutti i figli di Dio e sarà pace in eterno, felicità che più nessuno, neanche la morte, spegnerà.