Venerdì Santo

Passione del Signore

29 marzo 2024

 

Sotto la croce stava Maria. I suoi piedi martoriati quanto il suo cuore erano arrivati fin lì. Sono certo che il cammino da Nazareth verso i monti della Giudea per andare da Elisabetta sia stato meno sofferto rispetto alla salita della piccola collina del Calvario. Ma è proprio lì che Maria comprende il suo «» a Dio, perché il dono totale della sua vita a Cristo non poteva che trovare compimento nel dono totale di Cristo per la vita dell’uomo.

Che trambusto e che agitazione quel lontano giorno nel cortile di Elisabetta per la gioia dell’arrivo di Maria; che trambusto e che delirio di popolo nel cortile del sommo sacerdote prima e in quello di Pilato poi per la condanna di Gesù; che trambusto e che strepiti di folla sul Golgota, fuori dalla grande e santa città di Gerusalemme, per la passione di Gesù; che trambusto quando si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, quando il Figlio di Dio, dando un forte gridò, consegnò al Padre il suo spirito. Che trambusto…

Nel cuore di Maria non ci sono più i fremiti per l’incontro con Elisabetta, ma solo il silenzio straziante della Madre che ancora una volta compie la volontà di Dio Padre nel consegnare Cristo al suo disegno salvifico e consegnando il figlio si consegna anche lei. Quale silenzio nel cuore di Maria.

È lo stesso silenzio che anche noi vogliamo udire, mettendo a tacere tutti gli schiamazzi che ci sono dentro di noi, le preoccupazioni, gli interessi, le paure. Abbiamo bisogno di metterci in silenzio per udire le grida di Cristo che sulla croce si abbandona al Padre, abbiamo bisogno di udire il silenzio che ci permette di udire le grida, spesso represse, di chi ci sta a fianco e non ha il coraggio di urlare il proprio dolore, la propria disperazione, le proprie angosce. Abbiamo bisogno del silenzio per liberare le nostre orecchie e il nostro cuore da tutto ciò che non ci permette di udire lo strazio di Cristo nello strazio del prossimo. Certamente il silenzio fa paura, mette ansia, agita, perché – è vero – cerchiamo silenzio intorno a noi desiderando momenti di pace in mezzo ai nostri trambusti quotidiani, ma il silenzio del cuore ci spaventa, temiamo il vuoto, l’assenza: ci dimentichiamo spesso che proprio nel silenzio troveremo Dio e nel silenzio riusciremo ad ascoltare Cristo che ci parla nei nostri fratelli, soprattutto in quelli che nessuno prende in considerazione, in quelli che facciamo fatica a consolare, in quelli della porta accanto che neanche sentiamo, perché silenziosi, come silenziosa, ma piena di dono, deve essere la nostra carità verso loro.