XVI del tempo ordinario B

Messa di ringraziamento del CRE

21 luglio 2024

 

Gli apostoli, dopo essere stati mandati dal Signore ad annunciare il suo Vangelo e aver percorso lunghi tratti di strada, si radunano attorno a lui per riposare, pronti per ripartire. La nostra vita, che è un continuo cammino, ha bisogno, anzi, necessità di momenti nei quali fermarsi e riposare, lasciando che il Signore possa ristorarla, togliendola da quei trambusti quotidiani che la ingolfano anche a livello emotivo, sentimentale e spirituale.

«Via Vai»: un modo di dire quando c’è traffico. È stato un mese di traffico di ragazzi, adolescenti e giovani che per quattro settimane hanno riflettuto a partire dal racconto della Divina Commedia sul senso del cammino. La vita è un cammino, la vita è un pellegrinaggio che non si ferma. Spesso si è stanchi di camminare e ci sembra di remare insieme a Caronte sulla barca che ci traghetta nell’inferno, oppure basta essere un po’ alleviati dalla pesantezza per sentirsi in un purgatorio, là dove si scontano le pecche e gli inciampi nei quali si è caduti. Un cammino però che non si ferma, ma punta sempre al paradiso, in quella condizione bella nella quale tutti vorremmo vivere, soprattutto al termine di un’impresa importante, ma pur sempre impegnativa, qual è il CRE.

«Quanto manca all’arrivo?»: è la domanda che viene pronunciata dai ragazzi quando, sfaticati più che stanchi, si prende il sentiero della montagna. Spesso non si è abituati a camminare, a fare un po’ fatica, quindi è naturale che dopo due metri dalla partenza si inizi a porre la questione. Solo chi non vuole arrivare alla meta preferisce non fare fatica e solo chi non fa fatica non arriverà mai a godersi la visione beata del paradiso. La vita è così, non possiamo cambiarla: solo faticando sapremo passare da uno stato all’altro purificando noi stessi per migliorarci sempre più e sempre meglio.

Il cammino della vita si tramuta in una corsa: gareggiamo per arrivare primi, per trovare il tesoro, per avere più punti; gareggiamo nell’essere più belli, affascinanti, ammirati; gareggiamo nell’avere più amicizie virtuali, più consensi sulla rete, più notorietà tra le persone. Gareggiamo, corriamo e ci affatichiamo tanto da non comprendere più il senso per cui viviamo. Ancora una volta ci fa bene ascoltare la voce del Signore che ci dice: «Venite in disparte con me e riposatevi un po’». È stando con noi stessi e con il Signore che comprendiamo il senso del nostro camminare e il non-senso del nostro correre a vuoto o meglio del nostro competere. Anche san Paolo, in un passo delle sue lettere, scrive: tutti corrono allo stadio, ma uno solo è il vincitore. Voi però gareggiate nello stimarvi a vicenda. La sana competizione non sia per noi un emergere a scapito degli altri, un continuo correre avanti per non sentirci inferiori o per esibire a noi stessi e agli altri che ce la facciamo ad essere più bravi, più belli, più validi.

Riposare nel Signore significa prendere in mano la nostra giovane vita e riflettere su quanto essa può dare: il meglio, sempre il meglio. Il CRE non è un passatempo, non è un VIA VAI di emozioni o sensazioni, non è nemmeno un momento da frequentare a intermittenza, in base a quanto ciascuno si sente di fare, vagando a destra o a sinistra in base ai propri desideri o infatuazioni. Il CRE è un impegno serio, un impegno verso se stessi e verso i fratelli più piccoli, un impegno che il Signore affida al nostro cuore inviandoci ai più piccoli per educarli, custodirli, accompagnarli nel cammino della loro crescita.

In queste settimane è per me facile sentire da chi incontro il contrario di «VIA VAI», ovvero «VAI VIA?»: al termine di questa mia ultima esperienza estiva in mezzo a voi, vorrei solo lasciarvi un augurio: non abbiate paura delle fatiche, non abbiate paura ad affrontarle, non abbiate paura di camminare, di andare avanti, di guardare al futuro pieno di speranza, come rifletteremo nel prossimo Giubileo del 2025. Il futuro siete voi, miei cari ragazzi, che ho incoraggiato e tante volte rimproverato perché possiate dare sempre il meglio e mai il peggio. Siate il nostro futuro e conquistatelo con tutto l’impegno possibile, perché se la fatica è paragonabile a un inferno, il paradiso, per grazia di Dio, è dietro l’angolo, un angolo di eternità che su questa terra godrete solo se saprete dare tutto quello che siete… e siete tanto, o almeno per me lo siete stati.

Che la meta del nostro cammino e di chiunque sia la stessa che il poeta Dante ha avuto la grazia di contemplare: Dio. Sì, Dio è la nostra meta, il traguardo del nostro itinerario e il senso del nostro camminare. Solo con Lui non ci perderemo nelle bassezze della vita, solo con Lui le nostre fatiche umane avranno un senso profondo, solo con Lui gareggeremo, ma per compiere ogni bene.

Ora è arrivato anche per me il momento di fare la valigia per continuare un altro pezzo di cammino che il Signore mi chiede di compiere, per questo a me stesso, a voi ragazzi, adolescenti, giovani e adulti, vorrei augurare:

 

Buon viaggio, che sia un'andata o un ritorno

che sia una vita o solo un giorno,
che sia per sempre o un secondo.
L'incanto sarà godersi un po' la strada,
“paese” mio, comunque vada
fai le valigie e chiudi le luci di casa.

 

Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare
che non c'è niente di più vero di un miraggio

e per quanta strada ancora c'è da fare… amerai il finale.

 

Chi ha detto che tutto quello che cerchiamo non è sul palmo di una mano
e che le stelle puoi guardarle solo da lontano.
Ti aspetto dove la mia città scompare e l'orizzonte è verticale
ma nelle foto hai gli occhi rossi e vieni male.

 

Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare
che se ci pensi, siamo solo di passaggio
e per quanta strada ancora c'è da fare… amerai il finale.

 

Il mondo è solo un mare di parole e come un pesce puoi nuotare

solamente quando le onde sono buone
e per quanto sia difficile spiegare
non è importante dove, conta solamente andare:
comunque vada, per quanta strada ancora c'è da fare… amerai il finale.