Trasfigurazione del Signore

6 agosto 2017 

La liturgia in questa data ci porta a celebrare l’evento misterioso della Trasfigurazione, evento che abbiamo già incontrato nel cammino quaresimale, come ogni anno. E come ogni anno, proprio nel cuore dell’estate, la Chiesa sale sul monte per ascoltare la narrazione di questo evento, immedesimandosi con gli apostoli che agli altri hanno narrato l’incredibile immagine che si sono trovati davanti. Ed è bello pensare che, proprio in questi giorni, mentre tantissime persone salgono sui monti per godersi le ferie estive, per passeggiare e gustare la pace dello spirito immersi nella natura o anche solo per respirare aria nuova, il Signore prenda tutti con sé come ha fatto con Pietro, Giacomo e Giovanni, gli amici prediletti, e ci porti su quell’alta montagna e si trasfiguri davanti a noi. Essendo un evento sbalorditivo, l’evangelista non riesce bene a descrivere ciò che i tre apostoli hanno raccontato e forse neanche loro riuscivano a farlo: ecco che allora le similitudini vengono in aiuto ed è più facile, attraverso queste, comprendere cosa sia accaduto. Matteo annota come il volto del Signore divenne sfolgorante come il sole. Pensando al sole di questi giorni che ha illuminato e scaldato la terra ci fa ben capire la portata dell’evento: il solo fatto di raccontarlo quasi fa mancare il fiato come la grande calura estiva che abbiamo vissuto nei giorni trascorsi. Guardare il sole era impossibile, stare sotto i suoi raggi nelle ore più calde del giorno diventava problematico. Eppure se pensiamo a Pietro e agli altri due fratelli, per raccontarla in questi termini, deve essere stata per loro proprio un’esperienza scottante, di quelle che ti lascia il segno più nel cuore che sulla pelle. Pensando allora a questa festa che cade proprio in questi giorni così belli, così estivi, mi viene proprio da dire che il Signore vuole illuminare e scottare più il nostro cuore che la nostra pelle e vuole farci fare un’esperienza talmente forte della sua presenza che non può passare inosservata come non passano inosservati i giorni magnifici e di gran caldo tipici della stagione estiva. In questi giorni non si è fatto altro che parlare delle elevate temperature, del gran caldo che ha caratterizzato queste giornate: che bello se potessimo parlare, in modo positivo, del calore che il Signore mette nel nostro cuore, un calore che viene dall’ascolto della sua parola, perché questo è avvenuto su quella montagna. Gesù parlava, dialogava, conversava con Mosè ed Elia, con la Legge e i Profeti, con gli insegnamenti e le speranze. E in questo dialogo tutto veniva riassunto in lui, perché i suoi insegnamenti sono la nostra speranza, la speranza di una vita bella, come le giornate d’estate, calda come il sole di questi giorni, entusiasmante che sa rendere bella e calda la vita degli altri. Ma perché questo avvenga bisogna fare ciò che il Padre ha detto agli apostoli e quindi alla Chiesa, cioè a noi: «Ascoltatelo!». Occorre allora, anche solo spiritualmente, salire su un’alta montagna, estraniarsi cioè dalle cose di tutti i giorni. Come non pensare a quanti non vedono l’ora che arrivi il mese di agosto per lasciare il lavoro e recarsi nei luoghi di vacanza; come non pensare a chi vede le ferie come un traguardo che sembra irraggiungibile o un miraggio che si intravede già all’inizio della bella stagione. Questo mi porta a pensare a tutti i cristiani che, staccando dal lavoro per le ferie o restando a casa come ogni giorno, trovano il tempo per fare esperienza del Signore attraverso una preghiera più tranquilla, più prolungata, più ricca dell’ascolto della Parola di Dio. Che gioia quando nella tanto cara comunità di Carona, ma anche qui nelle nostre comunità, vedo uomini, donne, famiglie, ragazzi che nel tempo delle ferie passano in chiesa per una visita al Signore e alla Madonna, o davanti a una cappelletta sui sentieri di montagna si fermano per una breve preghiera. Ma dove sono tutte queste persone? Sì, forse non sono tante, ma ci sono. Mi piacerebbe poter dire che è la caratteristica di tutta la mia gente: non posso avere la certezza, ma solo la speranza. La speranza che diventa preghiera perché ogni cristiano, a maggior ragione nel periodo delle ferie, possa fare forti esperienze spirituali, per lasciarsi sollevare lo spirito a volte tirato dai nervi per diversi motivi, non ultimo lo stress lavorativo, economico, sociale. E allora via! Andiamo su quell’alta montagna dove oltre a trovare lo splendore del sole nel volto di Gesù troviamo anche il candore della neve delle sue vesti. Che spettacolo la neve! Che meraviglia quando sulle mie montagne arrivo con gli sci ai piedi e guardando le cime e i prati innevati mi si apre il cuore. E poi giù a tutta velocità. Che bello pensare a quel candore pensando al candore del nostro cuore che viene dallo stare con il Signore, dal trascorrere con lui un tempo più prolungato. E allora non stride il calore del sole con la purezza della neve. Perché non stiamo parlando di meteorologia, ma attraverso questi elementi, il sole estivo e la neve invernale, stiamo riflettendo sulle stagioni della nostra vita, che ha bisogno del calore del sole per scaldare i cuori un po’ innervositi e del candore della neve, perché attraverso la preghiera, la partecipazione ai sacramenti e una buona confessione estiva anche il cuore torni ad essere puro come la neve. E forse anche i nervi, un po’ più freschi, possano lasciar parlare un cuore caldo nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e tra amici che d’estate si ritrovano e si rilassano.