IV di Pasqua B

Domenica dell'Eucaristia

22 aprile 2018

Ha altre pecore, il Buon Pastore, che deve ricondurre all'ovile, perché siano un solo gregge e un solo pastore. Anche queste egli deve guidare. Il Signore risorto, presente in mezzo a noi nei sacramenti che celebriamo, è la nostra guida. Lui è il nostro pastore, lui è colui che non ci conduce in luoghi di morte, come fa il mercenario, ma ai pascoli buoni, dove l'erba è fresca e dove ci si può saziare di cibo nutriente. Ma quale è il cibo buono di cui ci si può saziare? Quale è il pascolo in cui non c'è morte ma salvezza? A questa domanda è lo stesso Pietro che ci risponde: «Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». È lui la nostra salvezza, è lui il cibo del quale dobbiamo nutrirci e nel quale c'è salvezza. È lui il nostro nutrimento che fa di tutti noi un solo gregge e un solo pastore. Cos'è l'Eucaristia se non la comunione con il Signore e tra noi. Nella preghiera eucaristica diciamo: “Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”. E subito dopo chiediamo al Padre: “Ricordati della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il Papa, i Vescovi e il popolo che tu hai redento”. La comunione con il corpo e sangue di Cristo ci raccoglie nell'unità di un solo gregge sotto la guida di un solo pastore. È lui che sostiene la nostra vita, è lui che la conduce per i sentieri buoni, per i prati sicuri. Non possiamo allontanarci da lui, come fece la pecorella smarrita. Non possiamo pensare di essere cristiani senza sentirci parte di questo grande gregge e sotto la guida di un solo pastore, il Cristo. Rafforzati da questo nutrimento, che è il pane della vita, non possiamo far altro che andare dai fratelli e gridare loro: «Abbiamo trovato il Cristo» e condurli a lui, condurli nel recinto della Chiesa, perché anche loro come noi si lascino guidare dal Buon Pastore. Lo desideriamo per i nostri ragazzi, pensando oggi in modo speciale a coloro che per la prima volta si siedono al banchetto eucaristico e si nutrono di Cristo risorto, pane vivo. Lo chiediamo per gli adolescenti e giovani che stanno sbattendo la testa ovunque, senza sapere dove andare nella vita. Un'anziana e saggia maestra, deceduta in questi giorni, diceva: «Ci si toglie il cappello per rispetto, ma non ci si toglie la testa». Noi purtroppo viviamo in un mondo di giovani che hanno il cappello, per moda, ma non la testa. Non solo il cappello, ma anche il casco in testa, a scuola, per prendere a testate l'insegnante. È il caso, in questi giorni, di un ragazzotto di Lucca, e tanti come lui, che durante la lezione ha sfidato, a suon di testate, l'inerme insegnante, già malato. Aveva ragione la maestra: dobbiamo toglierci il cappello per rispetto, ma senza perdere la testa. Quando non è Cristo che ci guida, ma l'apparenza nei confronti degli altri, la voglia di superiorità e l'arroganza, pretendiamo di vivere come se bastassimo a noi stessi, trasmettiamo ai nostri figli quell'autosufficienza che diventa incapacità di gestire le proprie emozioni, i propri sentimenti, le proprie forze, sfociando così nel delirio di onnipotenza, maleducazione e stupidità: praticamente una vita senza una direzione, senza una realizzazione, senza un senso. Da quando il mondo ha messo da parte Cristo, da quando i genitori hanno messo da parte Cristo, da quando i ragazzi hanno messo da parte Cristo stiamo assistendo a una scalata di assurdità. Ma Cristo, buon pastore ci ha detto: «Anche questi io devo condurre nell'ovile». Il mondo, i genitori e i figli non possono più vivere senza Cristo, non possono più permettersi di sedersi alla tavola della famiglia senza sedersi alla mensa domenicale dell'Eucaristia che tutti ci riunisce sotto la guida del Buon Pastore che ci insegna le cose grandi della vita, che ci conduce alla felicità vera e non a quella fatta di proclami o di stupidità. Se abbiamo trovato Cristo o i nostri genitori tempo addietro ci hanno permesso di trovare Cristo, facciamo in modo che anche i nostri figli e nipoti possano trovarlo e allora, ne sono certo, si ricomporrà quel bel gregge, sotto la guida del Bel Pastore. E forse non avremo un mondo così difficile, così irriconoscibile, così disastrato, ma solo pascoli magnifici, dove se una pecorella si perde, l'altra non la segue, ma la riporta a Cristo. Questo è l'effetto di chi si nutre di Cristo, pane vivo, nell'Eucaristia che egli ci ha lasciato in dono con la sua Pasqua.