Cena del Signore

18 aprile 2019

Quanta acqua versa Gesù sui piedi dei suoi apostoli? Quanta acqua può contenere un catino? Pochi litri che diventano un mare immenso e sconfinato di amore, preludio a quell’amore che da qui a pochi minuti manifesta con le parole: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo. Prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue versato per voi in remissione dei peccati». L’amore del Signore per i suoi è immenso quanto un mare che si disperde davanti ai nostri occhi, un amore che non si può calcolare è stato racchiuso prima in un catino, poi in un calice. E lo ha fatto per noi, lo ripete per noi in questa notte di tradimenti e di abbandono; lo fa per noi che racchiudiamo tutto in poco spazio, in un lasso di tempo. Siamo troppo abituati ad arginare, come si argina un fiume perché non straripi. Ha contenuto tutto in un catino prima e in un calice poi, perché attraverso dei semplici gesti potessimo comprendere ciò che non capiamo pienamente come non comprendiamo dove finisce il mare all’orizzonte. Quel mare dove tutto aveva avuto inizio per gli apostoli, ora è racchiuso in un catino; quell’acqua, sulla quale Gesù aveva chiamato Pietro dalla barca a prendere il largo e a gettare le reti per una pesca abbondante, diventa ora per quegli apostoli il motivo per essere pescatori, perché se all’inizio della loro vocazione non avevano compreso bene lo scopo di quella chiamata a seguirlo, ora, attraverso quel gesto, dovevano capire cosa significasse gettare le reti e diventare pescatori di uomini. In questo giorno santo, nel quale Gesù istituisce l’Eucaristia e affida agli apostoli il ministero sacerdotale con l’espressione «Fate questo in memoria di me», Pietro e gli altri avrebbero dovuto intendere che solo attraverso l’amore sarebbero diventati veri pescatori. Tuttavia Pietro sembra non capire ancora: «Signore, tu non laverai mai i piedi a me», dice a Gesù. E non ha tutti i torti Pietro: è più facile lavarli i piedi che farseli lavare. Ma subito dopo Gesù dice loro: «Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io d’ora in poi facciate anche voi». Lo dice ai primi sacerdoti e ministri dell’altare, perché tramandassero questo gesto non solo come un rituale, ma perché la loro vita e la vita di ogni sacerdote diventasse come quella del Signore, una vita donata, spesa, totalmente offerta per ogni uomo, perché ogni uomo sperimenti l’amore traboccante e immenso di un Dio, il nostro, che si china fin sopra i nostri piedi per farci comprendere il suo amore. Chi accoglie la chiamata del Signore a gettare le reti per diventare sacerdote o religioso deve conformarsi al Signore, deve saper versare quell’acqua abbondante sui piedi dei credenti, perché solo nella testimonianza profonda di questo amore, molti possano incontrare questo Dio che non ha risparmiato il suo Figlio, ma lo ha dato a tutti noi. Il sacerdote non può trattenere per sé neanche un bicchiere d’acqua, nulla della sua vita è per sé, ma tutto deve essere versato nel catino della Comunità, nel vasto mare del mondo, perché solo attraverso l’amore e la dedizione a Cristo la pesca possa essere abbondante e sempre più uomini e donne siano condotti al porto sicuro che è Cristo Signore; immersi nel mare del suo amore possano trovare felicità piena e duratura, quella felicità che passa nelle nostre relazioni, quando impareremo a non arginare l’amore dentro troppi schemi complessi quali rabbie, invidie, gelosie, ma a lasciarlo tracimare in modo sconfinato tanto quanto è il mare che si apre a dismisura davanti ai nostri occhi. Così preghiamo intensamente in questa notte, perché i sacerdoti non si limitino a versare qualche goccia di acqua sui piedi di qualcuno, ma si immergano nel mare sconfinato dell’amore di Cristo e disinteressatamente lo donino per la sua Chiesa. E pregate anche per me, perché non mi tiri indietro come Pietro e dica: «Signore, i miei piedi sono mal ridotti, sono brutti persino da vedere, non lavarmeli», perché so bene che il Signore non ha schifo di me e dei miei piedi malconci come lo è il mio cuore, ma vuole solo che come ha fatto lui, così faccia anche io con voi e con tutti.