Epifania

6 gennaio 2020 

Tutto è grazia: così scriveva Bernanos nel “Diario di un curato di campagna”. Tutto è grazia, perché la Grazia di Dio pervade l’universo e giunge a tutti i popoli. Nella figura dei Magi, giunti anche loro alla mangiatoia per le vie del presepio, il Signore ci dice che la sua grazia è per tutti e tutto ciò che è ricolmo di Dio è grazia. Così anche le nostre famiglie, illuminate dalla presenza di Dio, diventano un nucleo dal quale si sprigiona la Grazia. Dall’unione sponsale tra l’uomo e la donna viene generata la prole, segno nei tempi antichi della benedizione di Dio. E ancora oggi dobbiamo riscoprire la nascita dei figli come un dono grande che Dio ci dona. In un paese piccolo, come il nostro, dove il tasso di natalità è basso rispetto ai decessi, ogni figlio che nasce non può che essere percepito come un grande dono di Dio. Un dono si riceve, ma si consegna anche e Dio, che ha posto la sua tenda in mezzo a noi donandoci il suo Figlio Gesù, nato a Betlemme, nato nella nostra carne mortale, nato nella nostra umanità, permette alle coppie cristiane di vedere in ogni loro figlio il volto di un Dio che si è fatto bambino, un dono immenso da amare e crescere, da accudire e nello stesso momento da donare. Ogni famiglia è portatrice della Grazia di Dio e come da un’anfora trabocca l’acqua quando essa è piena, così da ogni famiglia sgorga questo immenso dono che sono i figli. Chi non vede nei figli questa benedizione di Dio? Eppure non basta: bisogna che questi sappiano di essere quella Grazia di Dio che si manifesta nella nuova vita che egli concede agli sposi. Gli sposi poi, divenuti genitori, hanno il compito di essere per i figli ciò che la Stella è stata per i Magi: devono guidarli, sostenerli, incoraggiarli nel cammino verso il Signore. Non diamolo per scontato, perché purtroppo questo non sempre avviene. Entriamo ancora una volta nel presepio, guardiamo a questi personaggi venuti da lontano e scopriremo sul loro volto la perplessità e la gioia, che sono le tipiche caratteristiche dei genitori di ieri, come di oggi. Perplessità sul volto dei Magi, perché forse si aspettavano di trovare un uomo potente, il Dio ignoto di cui i grandi saggi erano alla ricerca, un uomo forte a cui offrire i loro doni; e invece giunti in quel luogo “videro il bambino con Maria sua madre” – come ci racconta il vangelo di Matteo –. Nello stesso istante dal Vangelo attingiamo la notizia che essi provarono un’immensa gioia nel vedere la Stella una volta usciti dall’oscurità della casa di Erode; quella Stella che non poteva brillare nel cuore di un tiranno, la ritrovanoquando da lui si allontanano. Perplessità e gioia sul loro volto, ma anche sul volto dei genitori di oggi, perché la perplessità la si legge sul viso di un padre e di una madre quando cercano di comprendere cosa sarà dei loro figli, come educarli al meglio e quando dai figli non sempre viene la risposta che essi si aspettano quando subentrano quei fattori che sembrano portarli in tutt’altra direzione rispetto a quanto insegnato dai genitori stessi. Ma non possiamo nascondere di vedere la gioia sul volto dei genitori che sono contenti dei loro figli, che li amano al di là delle perplessità, che li incoraggiano a riprendere il giusto cammino come avvenne quel giorno quando la Stella tornò a brillare in cielo conducendo quei saggi alla meta tanto desiderata. E se la Stella è il segno di Dio che ci conduce nella giusta direzione, i genitori devono oggi lasciarsi illuminare da Dio per diventare loro stessi Stella luminosa per i propri figli. D’altro canto devono essere come i Magi, capaci di lasciarsi guidare dai segni celesti per giungere al Signore e fare in modo che attraverso il loro esempio possano giungervi anche i figli che sono il dono più grande da offrire al Signore e nello stesso istante il dono più bello che il Signore fa a loro. Dentro questo gioco di simboli scopriamoci tutti anfore traboccanti della Grazia di Dio che agisce in noi, nei nostri figli e nei figli dei nostri figli, di generazione in generazione. E anche quando sembrerà venir meno questa Grazia perché offuscati dalle difficoltà e dallo sconforto, torniamo al presepio, guardiamo a quegli uomini saggi e potenti che malgrado le fatiche del cammino non persero la speranza, lasciamoci guidare da Dio nelle scelte familiari e con grande meraviglia, fiducia, costanza e obbedienza ci scopriremo riempiti di Dio e capiremo che tutto ciò che Lui ci dona non è altro che Grazia.