Cristo Re dell’universo C

20 novembre 2022

 

Non è fuori luogo che la liturgia di oggi ci presenti la pagina evangelica della crocifissione di Cristo. Infatti, quello è il suo trono, il trono di un Re che non è venuto sulla terra per farsi servire, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per tutti.

Se vogliamo cogliere più approfonditamente il senso della festa di Cristo Re, possiamo guardare a Davide, che venne unto, cioè consacrato re d’Israele. Il racconto non ci narra soltanto della sua unzione, ma di quanto gli viene annunciato un momento prima: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”». A Davide non viene posta sul capo una corona di diademi preziosi, ma viene versato l’olio regale che lo consacra re per volontà di Dio; del resto anche a Cristo non viene posta la corona di pietre preziose come abitualmente vediamo sulla testa dei monarchi, ma una corona di spine, cioè quella del martirio.

In un mondo nel quale domina la scena della guerra e i potenti cercano solo di prevalere rubandosi a vicenda i territori, come stessero giocando a Risiko, la Scrittura ci insegna che è potente solo chi si mette come Davide a servizio del popolo conducendolo come fa un pastore con le sue pecore e come Cristo che non toglie la vita agli uomini, ma la dona totalmente per la loro salvezza.

A Gesù, dopo aver annunciato per la terza volta sua passione e morte in croce, si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono.  Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». (Mt 20,20-28)

Cristo associa la croce al servizio, perché solo capendo la logica della croce e del martirio potremo comprendere che il bene dell’umanità non passa dal possesso di beni materiali o di terreni o di paesi interi, ma nel cercare il bene di ognuno e il bene di ognuno lo si trova attraverso un atto di umiltà, di amore, di servizio, proprio come Cristo ci ha mostrato sulla croce. E infatti: chi sta alla destra e alla sinistra di Cristo nel momento più alto, mentre siede sul trono della croce? Giacomo e Giovanni o altri due apostoli? No, ma i due ladroni, bisognosi più di tutti di misericordia, quella stessa che portò uno dei due alla fede e la fede lo ha portato alla preghiera: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Una supplica che ha aperto il cuore di Gesù più di quanto glielo avrebbe aperto la lancia dopo la morte, tanto da rispondere subito a quel malfattore: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

E Giovanni e Giacomo, per i quali la madre aveva chiesto a Cristo un posto nel suo regno, dove li troviamo? Ci basta abbassare lo sguardo per trovare Giovanni ai piedi della croce con Maria, la madre di Cristo, e con le altre donne, mentre Giacomo non conosciamo dove fosse in quel momento, sappiamo però che dopo l’arresto tutti scapparono, tranne il discepolo amato. Questo per dire a noi cristiani che, per capire a chi appartiene il regno di Dio e a chi viene riservato il posto d’onore, di una cosa c’è bisogno: mettersi ai piedi della croce per imparare. Sì dobbiamo imparare dal vero ed unico Maestro, che se ha concesso al buon ladrone il dono di quella fede che gli ha spalancato le porte del paradiso, concederà anche a noi, che per fede lo riconosciamo nostro Signore, di poter regnare con lui in questo mondo servendo e donando la vita per il bene di tutti coloro che Dio ci dona di incontrare nella sua Chiesa e come ricompensa quel posto in paradiso che ha preparato per noi fin dalla fondazione del mondo.