Giovedì Santo

Cena del Signore

6 aprile 2023

 

Gesù ci ha insegnato: «Quando pregate dite: Padre nostro, dacci oggi il nostro pane quotidiano». Ci ha insegnato a chiedere, quasi ad esigere. Se ci può sembrare inopportuno, non dimentichiamoci che ci ha anche detto: «Chiedete e vi sarà dato. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? Se saprete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono» (cf. Mt 7,7-11). Il pane che chiediamo e che esigiamo è lo stesso che ogni figlio chiede ai propri genitori e che in quanto tali non possono rifiutare ai propri figli. Perché allora Cristo ci ha insegnato a pregare: «Dacci, o Padre, il nostro pane quotidiano»? Questo non lo so, ma sono certo che mentre insegnava ai suoi a pregare, insegnava anche che cosa chiedere; e cosa c’è di più necessario per ogni figlio se non il pane quotidiano? Comprendiamo allora perché proprio il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Le parole che l’apostolo Paolo riporta nella sua lettera ai Corinzi, descrivono ciò che è avvenuto nell’ultima Cena ed egli sottolinea come “io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”.

La questione diventa importante: Paolo, alla scuola degli apostoli e di Cristo che l’ha chiamato a conversione, apprende ciò che Gesù ha fatto, lo vive in prima persona e lo trasmette ai primi cristiani, perché essi possano fare altrettanto. Qui si comprende perché Cristo ci abbia insegnato a chiedere il pane quotidiano attraverso i suoi apostoli e coloro che successivamente hanno trasmesso la preghiera del Padre nostro: all’inizio della vita era nostra mamma a calcolare quando era il momento di nutrirci, ma divenuti capaci di parlare, ciascuno di noi ha imparato a manifestare la propria fame e il desiderio di mangiare. Non solo: i nostri genitori ci hanno insegnato come stare a tavola, ci hanno nutrito facendoci apprezzare il cibo fino a renderci autonomi nel cucinarlo una volta diventati adulti, ma non per questo ci siamo dimenticati di chiedere.

La fede, sempre alimentata dalla preghiera, ci porta a domandare ciò che ci è stato insegnato e ciò che ci è stato trasmesso: è per fede che chiediamo al Padre ciò che sappiamo che Egli mai ci negherà, ovvero il pane quotidiano, ma abbiamo bisogno della fede che susciti in noi la fame di Dio, per chiedere poi, attraverso la preghiera, quel pane che nutre e alimenta la nostra vita spirituale.

Chiediamo allora al Padre questo pane: non tiriamoci indietro, come fece Pietro quando, nell’ultima cena, Gesù gli si avvicinò per lavargli i piedi; disse infatti l’apostolo al Maestro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Un po’ di orgoglio e di presunzione o forse un po’ di imbarazzo avevano assalito Pietro: anche noi, come lui, spesso proviamo l’orgoglio e la presunzione di bastare a noi stessi, perciò pensiamo che non serva pregare e nemmeno chiedere al Padre che ci dia il nostro pane quotidiano, pensando di  procurarcelo da noi stessi. La domanda però mi sorge spontanea: quale pane ci procuriamo? Non è che andiamo in cerca di pane raffermo o ci accontentiamo di quello non ancora ben cotto? Non è che andiamo in cerca di ciò che ci rende sazi, cioè contenti, per un attimo, ma poi ci lascia un vuoto nello stomaco? Il pane che il Padre ci da è Cristo e Cristo è l’unico pane che sazia la nostra fame di eternità, il nostro desiderio di felicità. Perché tanto orgoglio o presunzione ci portano a pensare di non aver bisogno del Signore? Altre volte possiamo sentirci imbarazzati a chiedere il pane quotidiano, perché ci sembra di essere così poveri da non aver neanche il necessario per vivere, oppure ci sentiamo inadeguati, opportunisti e non vogliamo fare una magra figura. Se così fosse ci stiamo perdendo l’occasione di chiedere ciò che ci spetta, ciò che Cristo stesso ci ha detto di esigere in quanto figli: chiedere non è un atto vile, ma di umiltà, la stessa che Cristo ci manifesta nel chinarsi sui piedi degli apostoli; chiediamo senza vergogna, perché solo chi chiede sa di non poterne fare a meno. E noi, poveri uomini e donne di questo tempo, abbiamo quanto mai bisogno di pregare con la bocca e con il cuore: «Padre nostro, dacci oggi il nostro pane quotidiano».