VI di Pasqua A

Domenica del Matrimonio

14 maggio 2023

 

Papa Francesco indica come essenziale la preghiera per rendere possibile e feconda la missione di annunciare il Vangelo nella gioia. Scrive nell’enciclica Evangelii Gaudium: Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore. Tali proposte parziali e disgreganti raggiungono solo piccoli gruppi e non hanno una forza di ampia penetrazione, perché mutilano il Vangelo. Occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività. Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera. (EG 262)

L’indebolimento della nostra società è davanti ai nostri occhi, a partire dalle piccole Chiese domestiche, le famiglie, che, sempre più piene di impegni, stanno rischiando di mettere da parte il Signore e il rapporto spirituale con Lui attraverso la preghiera. Assistiamo anche a un indebolimento del Sacramento del matrimonio come presenza reale del Signore Risorto nella vita coniugale e familiare.

Quanto profonda e bella è la formula nel rito del matrimonio, quando gli sposi, guardandosi nelle profondità dell’animo, pronunciano l’uno all’altra:

Io accolgo te come mio sposo (come mia sposa).

Con la grazia di Cristo

prometto di esserti fedele sempre,

nella gioia e nel dolore,

nella salute e nella malattia,

e di amarti e onorarti

tutti i giorni della mia vita.

Con la grazia di Cristo: abbiamo bisogno della grazia di Cristo, gli sposi, e quindi le famiglie, hanno bisogno della grazia di Cristo che agisca al loro interno, perché solo con la grazia di Cristo nella famiglia fioriscono quei germogli di santità e di felicità che rendono belle anche le giornate più dure, più insopportabili, più faticose. Attraverso la preghiera familiare si possono vincere questi momenti di difficoltà e poter rendere grazie al Signore che con la sua grazia riempie le nostre case, i coniugi e le famiglie, di quell’amore che tutto supera.

Abbiamo bisogno di pregare per attingere ogni giorno, insieme e personalmente, a un principio di pace e di fortezza. È un bisogno presente in tutte le culture e in tutte le epoche. Forse qualche aspetto del disagio sociale, delle patologie che affliggono tante persone, ha una radice anche nel fatto che la nostra società ha censurato la preghiera, dichiarandone l’inutilità e confinandola in un privato eventuale e quasi imbarazzante. (M. Delpini, Kyrie, Alleluia, Amen. Proposta pastorale 2022-2023)

Non bastano le sole forze umane o la buona volontà di andare d’accordo. Lo vediamo nella diminuzione drastica delle celebrazioni del matrimonio come sacramento e dell’aumento delle unioni civili: nella maggior parte dei casi si sceglie questa seconda via per non restare immischiati con quella grazia di Cristo che rende indissolubile il matrimonio; si ha paura di non farcela e si preferisce lasciare Dio fuori dai fatti dell’uomo, dimenticandoci che è proprio la grazia di Cristo che viene in soccorso alle incertezze dell’uomo e della donna, per vincere le paure e le titubanze che portano a non fidarsi di se stessi, più che dell’uomo o della donna con cui condividere la propria vita. Sì, non è un problema dell’altro, ma di se stessi; si ha paura di non reggere, di non farcela, di non essere all’altezza e allora meglio stipulare un contratto che si scioglierebbe qualora le cose andassero male, piuttosto che imbattersi nel per sempre che il sacramento sigilla, lasciando da parte quella grazia di Cristo di cui invece abbiamo bisogno.

Coloro che ricordano l’anniversario di matrimonio ci insegnano la bellezza di mettersi davanti al Signore per rendergli grazie per la sua grazia che agisce in loro, nei momenti belli e in quelli meno gioiosi, più faticosi e difficili della vita coniugale e familiare. Coloro che decidono di sposarsi hanno bisogno dell’esempio e della testimonianza di chi lascia agire la grazia di Cristo nella propria vita, mediante la partecipazione ai sacramenti e la preghiera quotidiana.

Ancora una volta ci chiediamo: come pregare? Nella vita matrimoniale e familiare c’è bisogno di una preghiera comune, della partecipazione comune alla Messa domenicale, alla vita comunitaria, perché è proprio in questi momenti che la grazia di Dio continua ad entrare nella vita di coppia e familiare: senza la preghiera svanisce la linfa vitale dell’amore che procede da Dio e che solo Lui può donare. Ce lo dimostra il Signore, quando dice che manderà a noi il Paraclito. Questo nome dato allo Spirito significa “avvocato”, colui che è il difensore. Oggi nella vita matrimoniale gli avvocati stanno facendo fortuna: basta un niente, una tentazione, un fallimento per mettersi nelle mani degli avvocati, piuttosto e prima ancora che nelle mani dello Spirito Santo.

Invertiamo la rotta del tempo, impariamo dalla prima comunità cristiana che prega e invoca lo Spirito paraclito, perché scenda abbondante sui figli di Dio e li confermi nella fede, quella stessa fede che permette di vivere la gioia matrimoniale e familiare ogni giorno, nella buona e nella cattiva sorte.

Cari sposi, testimoniate la bellezza della fede e dell’amore che Dio ha messo in voi; dite al mondo di oggi la gioia di esservi fedeli sempre, perché con la grazia di Cristo e la forza dello Spirito è possibile amarvi e onorarvi tutti i giorni della vostra vita.