XVI del tempo ordinario A

23 luglio 2023

 

Dopo aver raccontato la parabola del seminatore che sparge il seme su tutto il campo, indipendentemente da come sia il suolo, se sassoso, arido, pieno di spine o al contrario fertile, guarda oltre, il Signore pensa al raccolto che a tempo debito crescerà in quel campo. Pensa all’agricoltore che ha seminato il buon grano, ma sa bene che insieme a questo crescono quelle erbacce che si attorcigliano attorno alle spighe. Cosa fare? Eliminarle con il rischio di estirpare anche il grano o attendere pazientemente il giorno della mietitura? È cosciente che di fronte a un buon raccolto c’è sempre chi invidia, chi non vede l’ora della rovina, chi desidera il male, ma il Signore è chiaro nel suo insegnamento: il tempo è prezioso e ogni cosa sarà giudicata a tempo debito. Il grano buono sarà raccolto e messo nei granai perché diventi farina per il buon pane, mentre la zizzania sarà bruciata e con essa l’invidia di chi l’ha seminata.

Perché affannarci per il male che è presente nel mondo e nelle nostre comunità? Perché preoccuparsi di coloro che abitualmente seminano zizzania ben sapendo che il fuoco bruciante sterminerà il male e non resterà che il bene seminato?

Impariamo a seminare il bene e preoccupiamoci di farlo, di modo che, a tempo debito, potremo raccogliere il buon grano; lasciamo che della zizzania si occupi il Signore che sa sempre come vincere il male con il bene. Siamo agricoltori nelle mani di quel padrone particolare del campo che è Dio: operiamo secondo la sua volontà e lasciamo perdere chi vive male con se stesso e con gli altri, pensando di attirarli con la zizzania seminata; lasciamo che il Signore compia la sua volontà, una volontà di bene che sa sterminare il male; non preoccupiamoci di chi semina odio e discordia, perché il giorno del giudizio arriva per tutti, come arriva il giorno della mietitura nel quale si dividerà il buon grano per il buon pane e la zizzania per essere bruciata. Non preoccupiamoci di chi parla male, perché il Signore sa rendere a ciascuno secondo le proprie azioni e intenzioni; non crediamo a quelli che si riempiono la bocca di belle parole per catturare attenzioni, ma hanno nel cuore il male più profondo che presto si ritorcerà loro contro come la zizzania si attorciglia sul qualsiasi corpo; noi seminiamo il bene e se apparirà l’invidia di altri non temiamo: è Dio che fa crescere (Cf. 1Cor 3,8) e come fa crescere sa anche separare il male dal bene.

Il Libro della Sapienza, quella che manca a molte persone, ci parla chiaramente di Dio e del suo progetto:

La tua forza è il principio della giustizia,

e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l'insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

Non ci resta che amare, seminare il bene, compiere ogni azione buona, perché all’odio, all’invidia, ai pettegolezzi maligni e malvagi ci pensa Dio che è il giudice giusto e intransigente, che però sa essere indulgente con chi si pente dei propri peccati. Ci perdoni il Signore se siamo più attenti a coltivare zizzania e ci doni la grazia della conversione per essere coltivatori del buon grano. Egli, dal Cuore grande e misericordioso, conosce il nostro cuore e darà a ciascuno secondo le sue opere.