Messa di ringraziamento

31 dicembre 2023

 

L’atteggiamento di Maria e dei pastori di fronte alla nascita di Gesù colpisce sempre: si meravigliano per quanto sta accadendo. Al mondo di oggi questo non dice più nulla, forse, se pensiamo che un bambino lo si trova anche in un cassonetto della spazzatura o in quello dei vestiti usati, piuttosto che sotto le macerie dei bombardamenti. Il nostro sguardo e la nostra mentalità ci hanno troppo abituati a vedere immagini raccapriccianti e ad ascoltare notizie struggenti tanto da non provare né stupore né meraviglia, a differenza delle semplici persone come Maria, Giuseppe e i pastori. Non è un caso che Dio abbia scelto proprio questi ultimi per manifestarsi per primo, perché sapeva di trovare un cuore più sgombero nell’accogliere il Salvatore.

Anche il nostro cuore, in questa sera, vuole tornare indietro e ricordare le vicende liete e tristi che hanno caratterizzato questo anno che si chiude. Meravigliarsi, stupirsi, ricordare: sono tre atteggiamenti che vogliamo assumere per poter fare eucaristia, ovvero per poter ringraziare il Signore dei doni che ha concesso. Non è facile.

Talvolta, quando avvengono episodi lieti, il nostro pensiero non va al Signore, forse perché siamo talmente presi dalla gioia che essi ci danno da dimenticarcene, oppure più semplicemente non pensiamo al Signore perché non riteniamo che siano un suo merito, ma di chi ci ha dato la possibilità di gioire o di una lieta ricorrenza. Per quanto riguarda, invece, gli eventi tristi e di sofferenza, il Signore è chiamato in causa più spesso, certamente non per ringraziarlo, ma per prendercela con Lui, magari non per dargli colpa come se fosse Lui ad aver causato quel momento sofferto o un altro di tristezza, ma come se il Signore Dio non avesse fatto nulla per impedirli.

Ora, mi chiedo: come è possibile che quando tutto va bene non corriamo dal Signore o ad accendere una candelina alla Madonna per ringraziare della vicinanza e del momento particolarmente lieto, mentre nei momenti della prova o per scampare a un pericolo corriamo subito e ce la prendiamo assai se quella richiesta particolare non viene esaudita? Perché quando tutto va a gonfie vele non ci ricordiamo del Signore, mentre quando le cose vanno male osiamo affermare che «Dio non esiste», perché se esistesse non permetterebbe certi dolori?

Lo stupore di Maria, di Giuseppe e dei pastori ci insegnano che le cose nella vita non vanno sempre come vorremmo, che spesso ci è data una certa responsabilità da coltivare e da mettere in atto, tanto da decidere noi stessi il corso degli eventi della nostra vita, ma altre volte, molte altre volte no. E Dio non è colui che ci pilota come un aereo telecomandato, non è nemmeno colui che si mette davanti col paravento per evitare che ci colpisca un colpo d’aria. Dio ci mette davanti la nostra vita come un dono che siamo chiamati a riconoscere come tale: solo così riconosceremo la presenza di Dio nella nostra vita e trasformeremo la nostra esistenza in un dono per gli altri. In quanti casi questo è avvenuto: persone che oppresse dal dolore si sono riscattate mettendosi al servizio dei fratelli, persone rimaste sole perché la vita ha tolto loro gli affetti più cari, hanno deciso di donare il proprio tempo per il servizio di altre persone che sono diventate a loro volta quegli affetti così cari da essere familiari. La vita è una sorpresa e noi dobbiamo imparare a meravigliarci, perché solo così vedremo Dio all’opera non come un difensore contro il male, ma come possibilità per trasfigurare il male in vero bene. Quando Egli ci chiede se può entrare nella nostra esistenza, non è per essere invadente, impiccione, curioso o altro, ma per renderla più bella anche se dobbiamo passare attraverso qualche porta stretta, qualche porta dolorosa, ma si sa: chiusa una porta, si apre un portone. Lasciamo che Dio, il Signore, entri nella nostra esistenza e se abbiamo chiuso o dovremo chiudere qualche porta, stiamo certi, si apriranno nuovi portoni e ne resteremo meravigliati. Tutto sta nel lasciare entrare Dio, poi sarà Lui a introdurre persone e situazioni che ci permetteranno di spenderci al meglio e ci aiuteranno a comprendere quanto grande è il nostro Dio, che nulla toglie, ma tutto dona.