II di Pasqua B

Domenica del Battesimo

7 aprile 2024

 

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola, ci dicono gli Atti degli apostoli. Una moltitudine che è stata generata da Dio, perché chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato, sottolinea l’apostolo Giovanni.

Chi è questa moltitudine e chi sono coloro che sono stati generati da Dio? Noi, mediante il Battesimo. Attraverso il Battesimo siamo stati generati a vita nuova. Infatti, per mezzo di Cristo rinascono a vita nuova i figli della luce, e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli. In lui morto è redenta la nostra morte, in lui risorto tutta la vita risorge. Le parole del prefazio (pasquale II) ci mostrano questo grande mistero che noi celebriamo e grazie al quale siamo immersi non solo nell’acqua, ma in Cristo stesso, come Tommaso nel Risorto, quando gli disse: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

Proviamo a ripercorrere i riti del Battesimo e vedremo con stupore in quale grazia siamo stati immersi.

Innanzitutto siamo stati accompagnati al fonte battesimale attraverso la fede dei nostri genitori, padrini e madrine. Loro hanno scelto per noi ciò di cui hanno voluto farci dono: divenire, in Cristo, figli amati di Dio. Cosa c’è di più bello che sentirsi tanto amati da essere portati in braccio dai nostri genitori al fonte battesimale, mettendoci così al sicuro nelle braccia di Dio Padre?

Veniamo poi unti sul petto con l’olio dei catecumeni, perché dobbiamo lottare contro lo spirito del male fra le seduzioni del mondo; infatti, per la potenza della morte e risurrezione del Figlio di Dio siamo liberati dal potere delle tenebre, resi forti con la grazia di Cristo e protetti sempre nel cammino della vita. Sul petto veniamo unti come gli antichi gladiatori che, per non farsi catturare dagli avversari, si cospargevano di olio; così anche noi con questo santo olio veniamo cosparsi per sfuggire agli assalti del maligno. Questo ci ha ribadito anche l’apostolo: Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

Prima di presentarci al fonte battesimale i genitori, i padrini e la Chiesa intera rinunciano al Maligno e professano la propria fede: un passaggio di testimone, come ci ricordano gli apostoli stessi che con grande forza davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Quindi veniamo immersi nell’acqua come Cristo fu immerso nelle profondità della terra e attraverso tre immersioni vogliamo raffigurare i tre giorni di passione, morte e risurrezione di Cristo, come attraverso altrettante emersioni viene raffigurata la vita nuova alla quale rinasciamo, perché se l’acqua è segno di morte, come nel diluvio universale, così la luce di Cristo risorto che ci viene donata è il segno della vita immortale che possediamo mediante il Battesimo.

Veniamo in seguito unti col sacro Crisma, consacrati da Dio e a Dio con olio misto a balsamo, per divenire nella vita e nel mondo buon profumo di Cristo nel suo corpo mistico che è la Chiesa. In un mondo che puzza di morte e putrefazione, di violenza e di guerre sempre dilaganti, i cristiani non possono che spandere la buona fragranza del crisma, perché cristi, ovvero consacrati come Cristo da Dio. Lo stesso augurio di pace che il Risorto ha rivolto ai suoi la sera stessa di Pasqua e otto giorni dopo, entrando nel cenacolo, sia lo stesso che, non solo vogliamo augurare, ma soprattutto diffondere attraverso il buon profumo del crisma.

Rivestiamoci di Cristo: la veste bianca di cui siamo stati rivestiti è il segno della nuova dignità e siamo chiamati a portarla senza macchia per la vita eterna. La dignità è quella di figli e non di sconosciuti, figli che nella comunità vivono da fratelli, incoraggiandosi, sostenendosi, correggendosi, aiutandosi nello stile della carità e dell’amore fraterno che tutti ci accomuna e tutti ci riunisce, carità che ha caratterizzato la prima comunità cristiana. Non siamo forestieri gli uni gli altri, ma fratelli, perché figli di un unico Padre che i nostri cari, a nome nostro, hanno invocato subito dopo il nostro Battesimo, trasmettendoci così la preghiera che Cristo ha consegnato ai suoi, insegnando a loro e a noi a chiamare Dio col nome di Abbà, Padre.

Come Giovanni Battista sussultò nel grembo di Elisabetta incontrandosi con il Salvatore presente nel grembo di Maria, così possa sussultare il nostro cuore nel fare memoria dei Sacramenti che allietano il tempo della Pasqua e dalla Pasqua scaturiscono. Alziamoci dunque, risorgiamo con Cristo e in fretta sussultiamo nel nostro intimo. Sì, sussultiamo per l’incontro con il Risorto e per quella grazia che ci è stata donata e che ci spinge verso i fratelli per testimoniare, nella carità sincera, la stessa fede che mediante il Battesimo abbiamo ricevuto e che di giorno in giorno viene alimentata e sostenuta dai Sacramenti che la tengono viva.